Secondo Cna Trentino il “Total Tax Rate” sulle aziende è al 54,1% del reddito d’impresa. Benoni: «tasse eccessive»
Domenica 16 luglio ricorre il “Tax Free Day” di Trento, primo comune in Italia a raggiungere questo traguardo nella graduatoria di 135 città considerate dall’Osservatorio della tassazione sulla piccola impresa della CNA.
Ciò significa che i giorni antecedenti il 16 luglio, in tutto 198, sono serviti per pagare i tributi mentre da domenica i 167 giorni rimanenti serviranno per i consumi personali dell’imprenditore e della sua famiglia. Tale “traguardo” sarà il 17 luglio per Gorizia, il 18 a Belluno, il 20 a Udine, il 22 a Mantova e il 23 a Vicenza, mentre nei giorni e nei mesi successivi scatta l’appuntamento per le altre realtà d’Italia.
L’Osservatorio considera un’azienda tipo con 431.000 euro di ricavi, 165.000 euro di costi per il personale (4 operai e un impiegato), 160.000 euro di costo del venduto, 56.000 euro di altri costi e ammortamenti, 50.000 euro di reddito di impresa.
Sul reddito d’impresa si calcola il “Total Tax Rate”, che a Trento raggiunge il 54,1% (a Bolzano è 57,5%). Detraendo ai 50.000 euro di reddito 2.671 euro di Imis, 978 euro di Tari, 1.302 di Irap, 11.364 di IVS, 10.294 di Irpef, 452 di addizionale regionale Irpef, rimangono 22.939 euro di reddito effettivamente disponibile, meno di 2.000 euro al mese.
CNA del Trentino tramite il suo neopresidente Andrea Benoni analizza la situazione eprova a trarre delle conclusioni. Partendo dall’ovvio: «la pressione fiscale è troppo elevata, qualunque dato si prenda. Ma il problema vero risiede nella iniqua distribuzione del carico, che si distingue in modo radicale secondo la natura del reddito e svantaggia le imprese, in particolare le piccole imprese personali. La tassazione dei redditi prodotti dalle persone fisiche non può essere diversa a seconda della differente modalità con cui si genera reddito. È arrivato il momento di intervenire su un sistema fiscale evidentemente squilibrato per raggiungere tre obiettivi di utilità generale: ridurre la pressione fiscale garantendo, nel contempo, maggiore equità nel prelievo tra diversi redditi da lavoro; invertire sensibilmente la tendenza del trasferimento alle imprese degli oneri sui controlli; usare in modo intelligente la leva fiscale per aumentare la domanda interna».
Per raggiungere in tempi rapidi e senza oneri aggiuntivi questi tre obiettivi, secondo la CNA occorre: ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, utilizzando le risorse provenienti dalla revisione della spesa e dalla lotta all’evasione; rendere l’Imis (Imu nel resto d’Italia) pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa; rivedere la tassazione Irpef delle imprese personali e degli autonomi, prevedendo delle riduzioni automatiche all’aumentare del reddito dichiarato rispetto al reddito ideale suggerito attraverso i nuovi Indicatori sintetici di affidabilità; trasformare le detrazioni relative a spese per lavori edili in crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari; definire il concetto di insussistenza di autonoma organizzazione per non assoggettare i soggetti all’Irap e aumentare la franchigia Irap ad almeno 30.000 euro; rivedere al più presto i criteri per l’attribuzione dei valori catastali degli immobili, al fine di allinearli periodicamente ai valori di mercato a invarianza di gettito; agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni di azienda, al pari di quanto è previsto in caso di conferimenti; evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica, eliminando nel più breve tempo possibile tutti i regimi Iva del “reverse change” previsti attualmente, lo “split payment”, la ritenuta dell’8% sui bonifici relativi a spese per le quali sono riconosciute detrazioni fiscali.