La presentazione a cura del direttore della Museo e della Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York, Richard Armstrong, giunto a Venezia per l’occasione
Di Giovanni Greto
Dopo 37 anni alla guida del Museo-Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, Philip Rylands ha deciso di farsi da parte, lui che è stato l’unico direttore dopo la morte della storica mecenate (1898-1979).
Richard Armstrong, direttore del Museo e della Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York, è volato a Venezia per presentare ad un pubblico di addetti ai lavori la nuova direttrice, in carica da domenica 11 giugno. Si tratta di Karole Vail, membro dello staff curatoriale del Guggenheim dal 1997 e nipote di Peggy.
Come ha spiegato lei stessa, esprimendo con gli occhi e col sorriso la felicità nell’affrontare un compito senza dubbio assai impegnativo, tornare in Italia, a Venezia, significa ripercorrere parte della sua adolescenza. Tra gli innumerevoli ricordi, le è piaciuto pensare alla nonna come ad una delle ultime persone in possesso di una gondola privata con i leoni d’oro veneziani. «Mi portava a visitare le chiese e dovevo riferire riguardo le opere che avevo visto». Un’educazione all’arte, severa, ma che le sarebbe stata utile per il suo futuro professionale. Il secondo ricordo si riferisce allo spavento da lei provato, bambina, a dormire, pur se in compagnia della sorella, in una stanza piena di dipinti surrealisti (un nome su tutti, Max Ernst).
Proseguendo nell’autopresentazione al pubblico, la Vail ha confessato l’amore fin da bambina per la Collezione di Peggy e per il palazzo e il giardino che la ospitano. «Ora è un privilegio e un onore per me guidare questa istituzione eccezionale, più coinvolta che mai nel portare avanti la visione e lo spirito di mia nonna, e assicurando che continuerà ad avere una parte vitale nella cultura odierna, come lei avrebbe voluto. Assumo questo compito con un senso di grande responsabilità, un occhio al futuro e un profondo apprezzamento per tutto quello che di straordinario ha realizzato Peggy».
Cresciuta a Parigi, la Vail ha compiuto gli studi nel Regno Unito, conseguendo il Bachelor of Arts presso la Durham University e il diploma di Storia dell’Arte presso la New Academy for Art Studies di Londra. Prima di trasferirsi a New York ha vissuto per 12 anni a Firenze, dove ha lavorato come archivista e ricercatrice al Centro Di, una casa editrice e Centro di Documentazione specializzato nella pubblicazione di libri di storia dell’arte, di architettura e di arti decorative, e come vice curatrice in progetti indipendenti.
Durante la presentazione veneziana, Richard Armstrong ne ha esaltato la figura con queste parole: «avendo lavorato a stretto contatto con Karole Vail per quasi un decennio, ho il più profondo rispetto per la sua preparazione accademica, l’intuito curatoriale, il giudizio infallibile. Sono altresì fiducioso nella sua capacità di guidare la Collezione Peggy Guggenheim negli anni a venire, e so che i suoi legami personali con il museo e le radici italiane ed europee conferiranno al suo operato una profondità e un tocco senza precedenti».
L’Istituzione d’arte moderna più rinomata a Venezia e in Italia e uno dei Musei più importanti in Italia dell’arte americana del XX secolo, continuerà dunque ad attirare sempre più visitatori – è il secondo museo veneziano in riferimento al numero – con finalità anche educative: unire le persone e creare legami costruttivi grazie all’arte.
Scorrendo le numerose curatele della Vail, Richard Armstrong ha voluto citare la retrospettiva Moholy-Nagy: Future Present (2016), organizzata in collaborazione con l’Art Institute di Chicago e il Los Angeles County Museum of Art. Il suo ultimo impegno, cui sta attualmente collaborando, è l’organizzazione della retrospettiva Alberto Giacometti, che sarà presentata al museo Guggenheim di New York nel 2018.