Armani: «non condivido la decisione. In Lombardia puntiamo a tenere aperto lo Stelvio anche d’inverno». Zaia: «danno irreparabile per tutti i passi di montagna». Rilanciata l’esigenza di una holding autostradale del NordEst
Solo mercoledì scorso gli assessori alla mobilità e all’ambiente delle province di Trento e Bolzano gongolavano sul passo Sella in occasione del primo mercoledì (che si ripeterà per tutto il mese di luglio ed agosto) di chiusura al traffico motorizzato privato del valico, spacciando per un «successo» una scarsissima partecipazione di pubblico, simile a quella registrata dagli operatori economici dell’area nei loro esecizi.
Probabilmente hanno festeggiato troppo presto. Il presidente di Anas Gianni Armani, giunto in Veneto per un sopralluogo a Susegana, ha detto di non condividere il provvedimento deciso unilateralmente dalle province di Trento e Bolzano, sottolineando come «in Lombardia, dove gestiamo il passo dello Stelvio, abbiamo allungato prevedendo un progetto che porterà entro due anni all’apertura anche invernale del passo dello Stelvio. Questo – secondo Armani – per consentire di entrare in zone che hanno un valore turistico e di accessibilità che sono assolutamente compatibili con la fruibilità tutto l’anno».
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha accompagnato Armani al sopralluogo, ha ribadito che la chiusura di alcuni passi dolomitici decisa dalla province di Trento e Bolzano «porta due danni irreparabili: il primo è che i turisti perdono ogni riferimento perché quando leggono del passo Sella comunque pensano ai passi chiusi, tanto è vero che anche gli altri passi perdono traffico. L’altro aspetto è che si diffonde ancora una volta l’idea che anche in montagna si va ad inquinare». Zaia ha punzecchiato gli autori della chiusura del passo Sella: «se hanno tutte queste preoccupazioni mi chiedo come mai non si pongono il problema del Brennero».
Zaia ad Armani ha ribadito la sua visione del mondo della mobilità, ribadendo la necessità di realizzare una holding autostradale del NordEst: «continuo a dire che questo territorio merita la creazione di una holding autostradale dedicata al Triveneto, territorio che può ragionare bene assieme mettendo in dote i propri tratti di rete stradale in concessione. Torna l’idea di cominciare a fare un percorso dato che quello che stiamo facendo con il Friuli Venezia Giulia va in questa direzione. Pensare che con Anas, quindi con il Governo, abbiamo Cav in comproprietà, significa anche avere un pezzo strategico dell’intera viabilità del NordEst. Provate a pensare la viabilità del Nordest cosa sarebbe – ha concluso Zaia – senza quel tratto di 34 km che è il passante di Mestre». In questo scenario potrebbe rientrare anche la concessione di Autobrennero, la cui proroga trentennale in capo all’attuale società di gestione è in discussione presso il Governo. Mettere assieme la concessione di Autovie Venete e di Autobrennero, entrambe con un percorso strettamente legato alla proprietà interamente pubblica, in un’unica realtà potrebbe essere una scelta strategica di lungo respiro, in attesa di completarla entro il 2026 con quella della Brescia-Padova da poco rilevata dal gruppo spagnolo Abertis.