Tumore al polmone: con Keytruda si può curarlo senza impiegare la chemioterapia

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guarigioni dai tumori tumore al polmone
Nuova frontiera dei farmaci monoclonali, capace di di demolire le cellule maligne senza intaccare le altre con effetti collaterali devastanti

tumore polmonePer la cura dei tumori alpolmone, anche quelli dichiarati inoperabili, potrebbe esserci una nuova arma costituita da un anticorpo monoclonale, un “farmaco intelligente”, il cui nome commerciale è Keytruda (pembrolizumab), (pembrolizumab), che in numerosi test clinici si è rivelato in grado di colpire e demolire il tumore del polmone fino ad ora incurabile.

Il farmaco è stato approvato a giugno dall’Aifa classificandolo come “farmaco di prima linea”, impiegabile come prima terapia in alcune neoplasie del polmone, incluse quelle inoperabili, come quelle diffuse e metastatiche, per le quali l’unica soluzione era la chemioterapia. L’effetto terapeutico del Keytruda è stato definito rivoluzionario per la sua efficacia selettiva, in grado di aggredire solo ed esclusivamente le cellule neoplastiche, potenziando il sistema immunitario del paziente, inducendolo a riconoscere e distruggere tutte le sue cellule maligne.

Il meccanismo del nuovo farmaco monoclonale elimina solo le cellule tumorali legandosi unicamente alle cellule bersaglio per le quali è stato programmato, con un meccanismo d’azione opposto rispetto a quello della chemio, perché risveglia le difese naturali dell’organismo riattivando il sistema immunitario bloccato dal tumore, stimolandolo a riconoscere le cellule neoplastiche, ad attaccarle inducendole ad autodistruggersi. Riattiva i linfociti T, le cellule che normalmente sono presenti nel sangue a difesa dalle malattie infiammatorie ed infettive (che, invece, la chemio distrugge), inducendoli a bloccare il recettore cellulare che fa crescere il tumore, il quale in breve tempo si riduce, smettendo di proliferare, mentre le cellule neoplasiche già in circolo vengono bersagliate una ad una, uccidendole.

Il Keytruda, una macromolecola derivata dalla sperimentazione sul topo, sviluppata e commercializzata dalla Merck, ha il non trascurabile vantaggio di avere un profilo di tollerabilità ottimo, senza provocare gli effetti collaterali della chemioterapia (vomito, astenia o perdita dei capelli) e privo di tossicità ematologica e midollare, perché elimina solo le cellule malate, risparmiando quelle sane.

Il farmaco viene somministrato in infusione venosa in flebo, per circa 30 minuti ogni tre settimane, per circa sei mesi. Uno studio ha testato 300 pazienti con tumore polmonare in fase molto avanzata, dimostrando che dopo oltre un anno il 70% dei malati, dichiarati incurabili, trattati con il Keytruda era vivo ed in buone condizioni, rispetto a circa il 40% di quelli trattati con la sola chemioterapia, ed inoltre si è osservato più del 50% di riduzione del rischio di progressione della malattia, mentre è stata certificata addirittura triplicata la sopravvivenza libera da progressione della malattia.

Non solo il tumore al polmone: il Keytruda è in via di sperimentazione anche su alte patologie neoplasiche, come i carcinomi maligni del colon e del pancreas, con risposte che appaiono molto incoraggianti, e che vanno oltre le aspettative finora attese.