Occupazione in calo a maggio dopo 8 mesi di crescita

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Drammatico il livello di disoccupazione tra i giovani tornato al 37%. Brunetta: «ennesima prova del fallimento delle politiche del lavoro da parte di Renzi e Gentiloni»

freccia verso basso grafico caloDopo otto mesi di crescita, gli effetti del “Jobs act” sembrano essere svaniti, con il primo calo degli occupati a maggio certificato dalla rilevazione Istat che stima una riduzione dello 0,2% rispetto ad aprile (-51.000 unità) attestandosi, dopo il forte incremento registrato il mese precedente, a un livello lievemente superiore a quello di marzo. Il tasso di occupazione si attesta al 57,7%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali. 

Il calo congiunturale dell’occupazione, che si rileva principalmente per gli uomini, interessa tutte le classi di età a eccezione degli ultracinquantenni. Diminuisce il numero di lavoratori indipendenti e dipendenti a tempo indeterminato, mentre aumentano i dipendenti a termine. Nonostante la flessione registrata nell’ultimo mese, nel periodo marzo-maggio si registra una crescita degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,3%, +65.000), determinata dall’aumento dei dipendenti, sia permanenti sia a termine. L’aumento riguarda entrambe le componenti di genere ed è distribuito tra tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. 

Nel confronto con maggio 2016 si conferma l’aumento del numero di occupati (+0,6%, +141.000). La crescita, che coinvolge uomini e donne, riguarda i lavoratori dipendenti (+313.000, di cui +199.000 a termine e +114.000 permanenti), mentre calano gli indipendenti (-172.000) a testimonianza di come il lavoro autonomo sia il settore attualmente con le meggiori difficoltà, stretto da un lato dalla scarsità di denaro circolante, dall’altro dalla quasi totale mancanza di ammortizzatori sociali. A crescere sono gli occupati ultracinquantenni (+407.000) a fronte di un calo nelle altre classi di età. Nello stesso periodo diminuiscono i disoccupati (-1,8%, -55.000) e gli inattivi (-0,9%, -129.000). 

Il tasso di disoccupazione risale all’11,3% a maggio, dopo il calo di aprile, mentre tra i giovani la disoccupazione sale al 37% con una crescita di a 1,8 punti percentuali e riporta il dato sui livelli di gennaio scorso, quando si attestava al 37,2%. Una dato preoccupante, specie se lo si confronta a quello medio europeo che si attesta in calo e praticamente alla metà di quello italiano (dal 19 al 16,9%).

Per Confcommercio il dato Istat «è brutto e riduce notevolmente l’entusiasmo di un mese fa, quando il mercato del lavoro era cresciuto di quasi 70.000 unità, e che mantiene, pertanto, l’alternanza di segnali positivi e negativi che contraddistingue l’economia italiana da oltre un anno. Da un lato resta confermato il trend di miglioramento complessivo che interessa diverse variabili, dall’altro esistono ancora molte fragilità strutturali che contribuiscono a comprimere sia la dinamica del PIL, sia quella dei consumi, enfatizzando le debolezze del mercato del lavoro e determinando, in particolare, una costante difficoltà nel ridurre la vasta area della disoccupazione». 

Neto il commento del capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati, Renato Brunetta: «ancora una volta il miglioramento del mercato del lavoro è durato ben poco. I dati dell’Istat mostrano che nel mese di maggio non vi è creazione di occupazione, aumenta la disoccupazione e aumenta disoccupazione giovanile. Il fallimento del Jobs Act di Renzi è dimostrato dal fatto che calano i lavoratori permanenti, mentre aumentano i contratti a termine. Con i dati di maggio torniamo indietro di due mesi e soprattutto il mercato del lavoro non si stabilizza positivamente anche perché manca una vera ripresa del Pil».