Lo studio delle Università di Trento e Bolzano ha ricostruito l’evoluzione storica della morfologia fluviale dell’Adige negli ultimi 2000 anni. A Bolzano la presentazione dei risultati
“Etsch 2000” è il nome del progetto di ricerca triennale finanziato dalla provincia autonoma di Bolzano che ha permesso di effettuare una ricostruzione storico- morfologica del fiume Adige tra Merano e Rovereto aiutando a comprendere come il fiume e la sua valle abbiano reagito al variare delle condizioni naturali ed antropiche. Nato sull’asse dell’Euregio, tra le Università di Bolzano e Trento, “Etsch 2000” è nato come un vero e proprio progetto multidisciplinare, al quale hanno preso parte ricercatori di diverse discipline, dalla cartografia all’idraulica, dalla morfodinamica fluviale alla geo-archeologia, delle due Università di Trento e Bolzano.
Il lavoro svolto ha portato alla costituzione e parziale analisi di un considerevole database contenente la cartografia storica del XVIII e XIX secolo e immagini aeree relative all’ultimo secolo, dal 1914 ad oggi, informazioni sullo stato del fiume e della valle reperite negli archivi storici e nelle indagini archeologiche, interpretazioni dei sondaggi geologici e da misure di campo (sondaggi geoelettrici, granulometria dei sedimenti in alveo), e misure topografiche. L’approccio metodologico integrato ha permesso infine di indagare quantitativamente le traiettorie evolutive ottenute a partire dalle fonti storiche, di simulare gli effetti degli interventi antropici sulla morfodinamica del fiume Adige e di sviluppare ipotetici scenari di evoluzione futura.
Il coordinamento del progetto è stato curato dal Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento con la partecipazione del Dipartimento di lettere e filosofia. Per l’Università di Bolzano, i ricercatori coinvolti sono stati Vittoria Scorpio, esperta di geomorfologia fluviale, e Francesco Comiti, professore di Idrologia e idraulica agraria e forestale alla Facoltà di Scienze e tecnologie. Per la parte del progetto di stretta competenza dell’ateneo bolzanino, la Scorpio – sotto la supervisione di Comiti – ha dapprima misurato le caratteristiche del fiume antecedenti alla rettifica operata dai tecnici austro-ungarici nella seconda metà dell’800, passando poi ad analizzare gli effetti prodotti da questa e dalle opere successive sulla morfologia dell’Adige. «La conoscenza approfondita e quantitativa della dinamica fluviale passata è indispensabile per poter anticipare e progettare correttamente quella futura», commenta Comiti.
Il gruppo di Ingegneria di Trento, sulla base dei risultati prodotti dai ricercatori UniBz, ha quindi sviluppato dei modelli matematici che permettono di determinare la possibile evoluzione planimetrica del fiume Adige per diversi scenari di gestione, e che consentono quindi di pianificare adeguatamente gli interventi di rinaturalizzazione fluviale.
Ha contribuito al progetto, collaborando con UniBz, anche il Dipartimento di geoscienze dell’Università di Padova, con l’apporto di Nicola Surian esperto nella dinamica evolutiva dei grandi fiumi alpini e Jacopo Boaga specializzato in sondaggi geoelettrici del sottosuolo. A questi si è aggiunto il geologo professionista Maurizio Cucato, profondo conoscitore delle caratteristiche geologiche del Trentino – Alto Adige.