Salvataggio Popolari venete: arriva, condizionata, la disponibilità all’acquisto di Banca Intesa Sanpaolo

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Mion: «prendo atto della manifestazione di interesse. Ora attendiamo precise indicazioni dal ministero»

logo banca intesaSchiarita sulla questione del salvataggio delle banche popolari del Veneto: il consiglio di amministrazione di banca Intesa Sanpaolo «ha deliberato con voto unanime la disponibilità all’acquisto di certe attività e passività e certi rapporti giuridici facenti capo a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, purché a condizioni e termini che garantiscano, anche sul piano normativo e regolamentare, la totale neutralità dell’operazione rispetto al “Common Equity Tier 1 ratio” e alla “dividend policy” del Gruppo Intesa Sanpaolo. La disponibilità di Intesa Sanpaolo all’operazione esclude pertanto aumenti di capitale».

Nella nota diramata da Intesa Sanpaolo si sottolinea che «la disponibilità di Intesa Sanpaolo riguarda l’acquisizione di un perimetro segregato che esclude i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute), i crediti in bonis ad alto rischio e le obbligazioni subordinate emesse, nonché partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all’acquisizione». 

In particolare, «Intesa Sanpaolo considera necessaria per la conclusione e l’efficacia dell’operazione una cornice legislativa, approvata e definitiva, che, fra l’altro, assicuri le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi della totale neutralità dell’operazione rispetto al “Common Equity Tier 1 ratio” e alla “dividend policy” del Gruppo, la copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all’acquisizione e la sterilizzazione di rischi, obblighi e impegni comunque avanzati nei confronti di Intesa Sanpaolo per fatti antecedenti la cessione o relativi a cespiti e rapporti non compresi nelle attività e passività trasferite». Infine «l’operazione è subordinata all’incondizionato placet di ogni Autorità competente anche con riferimento alla relativa cornice legislativa e regolamentare. Il trasferimento delle attività e passività, ove perfezionato, avverrà a fronte di un corrispettivo simbolico».

In definitiva, banca Intesa Sanpaolo ha fatto il primo passo e ora si attende quello di altre realtà, ad iniziare da Unicredit, mentre la proposta avanzata da Iccrea è stata ritirata. Bisogna però vedere come si concluderà l’operazione, visto che Intesa Sanpaolo ha detto chiaramente di non volere pagare per il salvataggio delle due banche venete: l’amministratore delegato Carlo Messina ha detto di non voler prendere in considerazione lo scenario delineato da Mediobanca che prevedeva o un aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro o una riduzione del 90% dei 3,4 miliardi di euro del monte dividendi promessi per il 2017 agli azionisti.

«Dalla lettura del comunicato di Intesa non sono in grado di valutare la proposta. Prendo atto di una manifestazione d’interesse i cui termini e condizioni aspettiamo ci vengano meglio spiegati dal Mef, che è il nostro interlocutore» ha dichiarato Gianni Mion, presidente della Banca Popolare di Vicenza. Si vedrà nelle prossime ore il proseguo della vicenda, sempre che il ministro Padoan, dopo il “sacco” degli obbligazionisti dei giorni scorsi, a ballottaggi delle Amministrative conclusi, non decida di tirare nuovamente il “pacco” del “bail-in” a tutti i soggetti coinvolti con le due popolari venete.