20 tazze da cesso (nuove) donate ad altrettanti soggetti, tra cui Zaia e Franceschini

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Protesta tra il serio e goliardico del Conte Emo Capodilista verso il disinteresse verso l’archivio privato della famiglia Emo Capodilista

tazza wc cesso dolomiteUna sana ed igienica protesta tra il serio ed il goliardico quella ideata dal conte Leonardo Emo Capodilista detto Marco nei confronti di 20 persone coinvolte a vario titolo nel disinteresse verso la custodia e gestione dell’archivio privato della storica famiglia veneta.

Attraverso un corriere espresso, il conte ha fatto recapitare venti nuove tazze da cesso, naturalmente nuove e dovutamente imballati (ma in taluni casi sarebbe forse stato più utile spedirne di usate…), ad altrettanti rappresentati del mondo economico e culturale, tra cui il governatore del veneto Luca Zaia, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, e il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, che ruotano attorno al destino della palladiana villa Emo di Fanzolo di Vedelago. 

Un dono dal facilmente intuibile significato che il conte Leonardo Emo Capodilista ha voluto inviare per protestare contro la decisione del Credito Cooperativo (Bcc) trevigiano di restituirgli l’archivio privato della famiglia Emo Capodilista conservato dall’istituto di credito dopo il passaggio di proprietà della villa della famiglia Emo alla banca stessa nel 2004 per un corrispettivo di 15 milioni di euro. Una decisione che per il nobile ultimo proprietario dell’immobile, è un segnale della scarsa attenzione verso la villa Patrimonio dell’Umanità. 

La lista dei “premiati” di Leonardo Emo, che ora abita in Toscana, è aperta da Piero Pignata, presidente della Bcc. A lui, ai tre componenti della Fondazione villa Emo, al governatore Luca Zaia al sindaco Cristina Andretta, al ministro Dario Franceschini, al critico Vittorio Sgarbi, a Massimo Cacciari e ad altre autorità è giunto il prezioso pacco. «Un oggetto sanitario assolutamente nuovo di zecca» lo descrive il nobile nella lettera di accompagnamento al suo istrionico “vaffa”, chiusa in uno dei due faldoni che accompagnano il dono. Una tazza Wc di produzione Dolomite di pura ceramica bianca, del peso di 25 chili, del valore di circa settanta euro. Per il nobile una moderna scultura di protesta destinata a «quelli che rovinano la villa».