Rapporto Bankitalia sull’economia del Trentino Alto Adige: in Trentino Pil -2,4% rispetto al 2007 (in Alto Adige +7,6%)

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bandiera trentino al vento
Ancora una riprova della cattiva gestione della politica economica in Trentino rispetto a Bolzano

bandiera trentino al ventoIl Pil della provincia di Trento è in calo del 2,4% rispetto al 2007, a fronte di un calo medio italiano del -7,9%, che fa da contraltare ad una rotonda crescita del +7,6% in Alto Adige, nello stesso periodo, a testimonianza di come le politiche di sviluppo intraprese nel corso degli ultimi anni dalla giunta provinciale di Trento siano fallimentari rispetto a quelle della sua omologa bolzanina.

Nel 2016, nel complesso, l’attività economica provinciale ha visto una leggera crescita, principalmente trainata dai settori dei servizi e del turismo, che ha registrato +5% sia delle presenze italiane che estere, portando ricadute positive sulle attività del commercio al dettaglio, sostenute anche dalla ripresa dei consumi interni. In Trentino permangono difficoltà nei comparti dell’industria manifatturiera (-1,9%) e delle costruzioni (-6,5% ore lavorate) e nell’export (-1,5%). 

Ristagnano gli investimenti da parte delle imprese, ma aumenta la loro redditività netta: l’80% delle imprese ha conseguito un utile di esercizio nel 2016. Cresce di un quarto il deposito dei conti correnti bancari rispetto al 2015, ma ristagna la concessione di prestiti bancari alle imprese con una conseguente riduzione del 4,4% dei tassi di interesse medi sui finanziamenti a breve termine. Stabile l’occupazione che si attesta al 66%, ma peggiorano le condizioni occupazionali delle donne e dei giovani, mentre la disoccupazione non varia dal tasso del 6,8 % del 2015. 

Tra il 2012 e il 2015 il reddito disponibile reale delle famiglie è tornato ad aumentare (0,2 % in media d’anno), così come i prestiti erogati da banche e società finanziarie alle famiglie (+1,9 %), ma aumentano anche i prezzi degli immobili residenziali di oltre il 2%, mentre in Italia è in calo dello 0,7 %. Rispetto alla media nazionale, le famiglie trentine hanno livelli di consumo più alti, una migliore valutazione circa la propria situazione economica. Prosegue la riorganizzazione del sistema bancario trentino, con una diminuzione del numero sia delle banche (passate da 68 a 63 in seguito ad alcune operazioni di fusione tra Banche di credito cooperativo) sia degli sportelli (calati di 43 unità a 462) che degli organici con -12,7% rispetto al 2007. Per le sole Bcc trentine l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei prestiti è rimasta stabile (23,6%) ma è ancora aumentata la quota delle sole sofferenze (12%).