Le proposte nell’ambito cooperazione transfrontaliera Interreg V-A Italia-Croazia sono già state condivise e approvate nell’ambito del Distretto di pesca Nord Adriatico da Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna
Promuovere l’acquacoltura sostenibile, valorizzare la pesca artigianale lungo le coste Adriatiche e mantenere pulito il mare attraverso le attività dei pescatori. Sono questi i cardini dei tre progetti (che si inseriscono nel bando del Programma di cooperazione transfrontaliera Interreg V-A Italia-Croazia 2014-2020) ai quali il Friuli Venezia Giulia si candiderà, come deciso dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Caccia e pesca, Paolo Panontin.
Nello specifico, “PROSAQUA – Promozione dell’acquacoltura sostenibile come servizio ecosistemico per proteggere le zone umide e migliorare l’allevamento ittico”, per il quale la Regione si propone come capofila, punta a incentivare l’acquacoltura ottimizzando lo sviluppo ecocompatibile delle aree ad alta produttività delle coste croate ma anche nelle zone umide dell’Alto Adriatico a bassa produzione. Il progetto ha un valore di 2.905.585 euro, di cui 691.210 euro a carico della Regione (587.528,50 dal Fondo europeo di sviluppo regionale e 103.681,50 da risorse statali del Fondo di rotazione) e prevede il coinvolgimento anche dell’Agenzia Veneta per l’innovazione nel settore primario; dell’Istituto Delta ecologia applicata di Ferrara, della Regione Molise; delle contee Istriana, di Primorsko-Goranska e di Zara e dell’Agenzia per il Coordinamento e lo sviluppo della Contea di Spalato-Dalmazia (Rera).
“SMARTFISH – Valorizzazione della pesca artigianale lungo le coste Adriatiche in un contesto di sostenibilità”, mira a rafforzare il ruolo della piccola pesca artigianale promuovendo l’attuazione di una strategia transfrontaliera di gestione integrata della fascia costiera. Il progetto ha un valore di 3.500.000 euro, di cui 260.000 euro a car ico della Regione (221.000 euro dal Fondo europeo di sviluppo regionale e 39.000 euro dal Fondo di rotazione) e prevede il coinvolgimento di: Veneto (capofila); Friuli Venezia Giulia; Emilia Romagna; Marche; Università Ca’ Foscari di Venezia; le contee Istriana, di Primorsko-Goranska e di Zara; l’Istituto per l’oceanografia e la pesca di Spalato e il ministero per l’Agricoltura della Croazia.
L’ultima proposta progettuale, con l’Emilia Romagna come capofila, è “CLEAN NET – Pulire il mare attraverso le attività dei pescatori”, che vuole migliorare la qualità dell’acqua marina e la gestione dei rifiuti attraverso l’introduzione di strumenti finanziari, approcci e tecniche innovativi incentrati sul ruolo dei pescatori come “sentinelle del mare”. Il costo previsionale è di 3.000.000 euro, dei quali 240.000 euro a carico della Regione (204.000 euro del Fesr e 36.000 euro di risorse statali dal Fondo di rotazione), con il coinvolgimento anche di: Veneto; Marche; Comune di Parenzo; Agenzia per il coordinamento e lo sviluppo della Contea di Spalato-Dalmazia (Rera) e ministero dell’Ambiente.
Le proposte sono già state condivise e approvate nell’ambito del Distretto di pesca Nord Adriatico da Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna.