Riconoscimenti anche alle fabbriche più virtuose. Se le maestranze sono flessibili, l’impresa prospera e con essa chi vi lavora
Una buona notizia per le migliaia di dipendenti del gruppo Luxottica, almeno per quelli che hanno accettato la richiesta di flessibilità a lavorare anche di sabato da parte dell’azienda: per tutti costoro riceveranno un’inaspettata gratifica aziendale di 2.500 euro nella prossima busta paga. Premio che sarà incrementato del 10% se vantano un’anzianità aziendale maggiore di 15 anni.
Quello distribuito dalle aziende del gruppo fondato da Leonardo Del Vecchio si tratta della più cospicua gratifica mai erogata dall’azienda ai propri dipendenti. Non solo: ogni stabilimento verrà premiato in base a parametri di sicurezza sul lavoro, tutela della salute e raccolta differenziata. Una precisa strategia volta a coinvolgere i lavoratori nella qualità e nei successi economici della produzione, fatta propria anche dai sindacati aziendali. Ogni lavoratore ha la possibilità di integrare la propria busta paga con 1.927 euro di premi, di cui 7 euro a titolo premiale dal risparmio sui materiali di consumo.
Non è la prima volta che in azienda si fa ricorso a premi ad personam per gratificare il comportamento dei singoli dipendenti: all’ultimo cenone natalizio l’azienda bellunese aveva distribuito a 163 dipendenti regali, gadget e orologi in base a fedeltà ed anzianità di servizio. Ora il passo in più per incrementare la competitività intra gruppo e tra singoli dipendenti a vantaggio della crescita di tutta l’azienda.
Se altrove un sistema di genere avrebbe fatto gridare allo scandalo sull’altare dell’egualitarismo per tutti a prescindere, in Luxottica le cose sono decisamente differenti, con i sindacati aziendali in prima linea a difendere e a sostenere il sistema di premialità personale, con tanto di diffusione a cura degli stessi sindacati dell’indice di soddisfazione tra i dipendenti decisamente buono e superiore alla media del territorio.
Se il Veneto è una macchina da export con una produzione in continua crescita e di qualità, lo si deve anche a “paroni” come Leonardo Del Vecchio, l’uomo più ricco d’Italia fattosi dal nulla, e dalla rete di collaborazione interaziendali che sono alla base del successo dei distretti industriali che nel NordEst sono più floridi che altrove.