A cinque anni dal sisma dell’Emilia la visita del presidente della Repubblica Mattarella

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«La ricostruzione in Emilia un punto di riferimento». Bonaccini: «Grazie per la sua presenza. Non ci fermeremo fino a quando l’ultima pietra non sarà ricollocata lì dove era caduta»

presidente Mattarella ricostruzione emilia«Voglio dire grazie al Presidente della Repubblica per la presenza nei luoghi del cratere in questa giornata. Così come il nostro primo pensiero va a coloro che persero la vita cinque anni fa e ai loro familiari». Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, interviene al convegno su “Fare scuola. Ricostruzione, innovazione e comunità”, organizzato nell’Aula magna “Rita Levi Montalcini” del nuovo polo scolastico di Mirandola, nel modenese, appuntamento che vede la presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel giorno in cui il 29 maggio 2012 la seconda terribile scossa di terremoto, dopo quella del 20, colpì in maniera drammatica l’Emilia nelle province di Modena, Ferrara, Bologna e Reggio Emilia.

Ad accogliere Mattarella, oltre a Bonaccini nella veste di commissario di Governo alla ricostruzione, il prefetto di Modena, Maria Patrizia Paba, il presidente della Provincia di Modena, Giancarlo Muzzarelli, e il sindaco di Mirandola, Maino Benatti.

Oltre che per riflettere sull’esperienza della ricostruzione delle scuole (quasi 350 milioni di euro destinati a 569 interventi, 417 strutture ricostruite o ripristinate, 118 edifici scolastici costruiti ex novo), l’incontro rappresenta anche l’occasione per presentare al presidente della Repubblica i risultati raggiunti finora con la ricostruzione, un bilancio di cinque anni tracciato dal presidente della Regione, che ha ringraziato il suo predecessore, Vasco Errani, «per il lavoro fatto negli anni scorsi, oltre che per l’impegno oggi nell’area del sisma in Centro Italia», e l’allora capo della Protezione civile, Franco Gabrielli.

«Questo è stato definito il primo terremoto economico e industriale nel nostro Paese – ha detto Bonaccini – avendo colpito una striscia di terra che da sola produceva il 2% del Pil nazionale. Oggi è stato azzerato il monte ore di cassa integrazione che era stato previsto all’inizio e molte aziende hanno fatturati addirittura superiore a quelli antecedenti il sisma. Nove famiglie su dieci sono tornate nelle proprie case e nessuno abita più nei moduli abitativi provvisori. In un contesto, però, in cui la direttrice principale fu quella di pensare alle scuole, che rappresentano il filo rosso verso il futuro: è stato importante destinare da subito lì la nostra fatica, cioè verso il bene più prezioso che abbiamo, ovvero i nostri figli e i nostri nipoti».

Nel suo intervento, Mattarella ha sottolineato «il risultato di grande rilievo che si registra qui in Emilia a cinque anni di distanza», la «vostra volontà e la vostra forza hanno scacciato le paure e avviato una ricostruzione di grande successo». Certo, «resta ancora molto da fare, i centri storici e gli edifici pubblici, ma parliamo dei punti di riferimento più pazienti delle comunità ed è stato giusto privilegiare scuole e aziende». La «ricostruzione in Emilia è un punto di riferimento», afferma Mattarella, e le «garanzie di sicurezza e gli standard di qualità raggiunti qui rappresentano condizioni che vanno estese ovunque». Certo è, chiude il capo dello Stato tornando all’Emilia e al lavoro che rimane, «che avete il sostegno di tutta l’Italia».

A seguire, il presidente Mattarella ha avuto modo di vedere alcune tra le opere pubbliche ricostruite simbolo del sapere: accanto all’Aula magna ha visitato il Tpm, Technology park for medicine, la biblioteca comunale “Eugenio Garin” e le scuole elementari “Dante Alighieri”.

Successivamente si è spostato a Pieve di Cento, nel bolognese, per l’inaugurazione della “Casa della musica”, struttura realizzata con le risorse del fondo di solidarietà di imprese e lavoratori emiliano-romagnoli per la ricostruzione post-sisma. Qui è stato ricevuto dal sindaco di Pieve di Cento, Sergio Maccagnani, dal presidente Confindustria Emilia-Romagna, Maurizio Marchesini, e dai rappresentanti di Cgil-Cisl-Uil dell’Emilia-Romagna.