Confindustria e Università di Padova siglano l’accordo per il “Patto per l’innovazione e la crescita»

0
380
industria 4.0 robot digitale operatore
Finco: «L’innovazione? Si risveglia con le sinergie azienda-atenei. Oltre il 60% investirà di più». Rizzuto: «Padova magnete di Open innovation. Pronti a trasferire conoscenza al sistema produttivo»

industria 4.0 robot digitale operatoreAlta qualità della ricerca, limitato impatto sul mercato. Se Padova e il Veneto, sul fronte della “densità” scientifica (articoli pubblicati), si confermano al top, nel confronto in termini brevettuali con i “motori” europei Stoccarda, Stoccolma, Ile de France il risultato è ben diverso. Colmare questo gap, gettare un «ponte» tra ricerca e competitività industriale, tra brevetti e Pil, migliorando l’efficacia del transfer tecnologico e di conoscenza tra università e imprese è l’obiettivo dell’accordo siglato da Confindustria Padova e Università di Padova, attraverso la collaborazione con Unismart, società dell’ateneo per la valorizzazione delle competenze scientifico-tecnologiche e conoscenze innovative.

L’accordo sperimentale è stato presentato nella sede degli industriali da Massimo Finco, presidente di Confindustria Padova e da Rosario Rizzuto, rettore dell’Università di Padova, insieme a Isabella Chiodi delegata Confindustria Padova all’innovazione e Fabrizio Dughiero prorettore al trasferimento tecnologico e rapporti con le imprese.

Al centro dell’intesa il tema dell’“Innovation match making” con l’obiettivo di rendere stabile e continuativa la collaborazione tra imprese e università, trasferire conoscenza al sistema produttivo, avvicinare la ricerca al mercato, facilitare l’accesso delle Pmi alle competenze dell’Ateneo e agli incentivi per la ricerca e lo sviluppo del capitale umano sempre più rispondente al fabbisogno di competitività delle aziende. Insomma, scaricare a terra l’eccellenza scientifica, tradurla in competitività industriale e in crescita economica.

Il “patto”, il primo così strutturato, si sviluppa lungo tre filoni, che riguardano innovazione per la competitività e trasferimento tecnologico, capitale umano, incentivi alla ricerca e innovazione, con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra mondo imprenditoriale e accademico su temi come materiali innovativi, biotecnologie, Ict e favorendo i processi aggregativi, colmare il gap tra la domanda di competenze delle imprese e l’offerta di alta formazione (forme di partenariato didattico, programmi di dottorato), rendere più semplice l’accesso alla finanza agevolata valorizzando la rete associativa e l’expertise di Confindustria Padova e della sua società Sapi. Nell’ambito del piano nazionale “Industria 4.0”, Confindustria e Università di Padova si impegnano a promuovere un Digital Innovation Hub locale (DIH) che in coerenza con le linee condivise a livello regionale, renda concreto il ponte tra ricerca e imprese e le indirizzi verso il “Competence Centre” del Triveneto. Un luogo fisico per l’incontro tra i due mondi e uno show room dove l’Università possa mostrare i suoi migliori prodotti di ricerca alle imprese.

«Oggi la competizione globale si gioca su tre grandi sfide: capitale umano qualificato, trasferimento tecnologico e investimenti – dichiara Massimo Finco, presidente di Confindustria Padova -. Padova, habitat favorevole del dialogo produttivo tra società, sistema industriale e università, ha le caratteristiche per sviluppare questi fattori abilitanti e alimentare la circolarità della conoscenza dai luoghi dal sapere a quelli della produzione. Ha una grande Università di ranking internazionale, oltre 11.000 imprese industriali in prevalenza piccole e medie e da oggi con “Unismart” un’unica porta di accesso alle competenze dell’Ateneo. Ora occorre potenziare la catena del valore della conoscenza, attraverso network strutturati e permanenti tra mondo accademico e produttivo e trasformare la conoscenza esistente in innovazioni funzionali alla competitività delle imprese. È questo il senso dell’intesa che ha l’ambizione di rinforzare e rendere sistematico il dialogo e dare ulteriore impulso a Industria 4.0, che sta già dispiegando i suoi effetti in termini di maggiori investimenti per oltre il 60% delle aziende padovane».

«L’accordo di collaborazione fra Unismart e Confindustria Padova è un altro importante tassello del “patto” che l’Ateneo di Padova ha stretto con il territorio – afferma Rosario Rizzuto, rettore dell’Università di Padova -. La nostra presenza qui, nella casa degli industriali padovani, è anche simbolicamente testimonianza di una vicinanza sempre maggiore fra tessuto industriale e mondo della ricerca. La terza missione è uno degli assi portanti del mio mandato come Rettore: l’eccellenza scientifica dell’Ateneo, riconosciuta non solo dai ranking, viene sempre più messa a disposizione del sistema produttivo del territorio nel quale siamo orgogliosamente inseriti. Negli ultimi mesi ci sono stati segnali incoraggianti di un rafforzamento nel rapporto fra Università e imprese: Unismart si sta rivelando un’ottima vetrina delle competenze presenti all’interno dell’Ateneo, capace di rafforzare e ampliare la rete virtuosa che mette insieme ricerca e mercato, eccellenze e aziende in grado di sfruttarne il potenziale».

«Con questo accordo Confindustria Padova sarà il tramite per facilitare l’accesso delle imprese, soprattutto piccole e medie, alle competenze dell’Università e dei suoi 32 Dipartimenti – dichiara Isabella Chiodi, delegata Confindustria Padova all’innovazione -. L’Associazione conferma e rilancia il proprio ruolo di “cerniera” tra mondo produttivo e accademico per presidiare il tema dell’innovazione e diffondere la consapevolezza del valore dell’investimento in conoscenza. Lavoreremo insieme sulle aggregazioni d’impresa e le reti innovative regionali, su temi strategici come materiali innovativi, biotecnologie, Ict e per promuovere la selettività delle politiche industriali e dei finanziamenti. L’impegno sarà forte sotto il profilo del capitale umano con l’obiettivo di raddoppiare i dottorati industriali. In un mondo che cambia velocemente, dobbiamo ridurre il divario tra domanda e offerta di alte competenze e costruirle insieme all’Università, il tempo è cruciale».