Ufficializzata l’acquisizione del 66% dei cantieri francesi Stx. Bono: «Europa consolidi la propria industria. Competizione non sia interna a Europa ma con resto del mondo»
L’assemblea degli azionisti di Fincantieri riunita a Trieste ha approvato il bilancio 2016 che si è chiuso con il ritorno all’utile (14 milioni di euro a fronte di una perdita di 289 milioni di euro del 2015; 25 milioni di euro di utile di pertinenza del gruppo).
Il bilancio presenta una posizione finanziaria netta per 615 milioni (migliorativa sul target 2016) e un Ebitda a 267 mln (-26 mln nel 2015). Il bilancio si è chiuso con ricavi per 4,429 miliardi di euro in crescita del 5,9% sul 2015; il margine Ebitda è salito al 6% rispetto al -0,6% del 2015.
Per l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, si tratta di «esiti in linea con quanto indicato l’anno scorso: i target del piano industriale sono confermati, con un netto miglioramento rispetto al 2015. E’ il bilancio della rinascita. I periodi brutti sono passati – ha continuato Bono – e ciò dimostra l’importanza di lavorare comunque anche nei periodi brutti, senza lasciarsi prendere dal terrore, creando così i presupposti per la rinascita». Bono ha confermato che «raggiungeremo gli obiettivi di piano e quindi anche quello che abbiamo detto in passato sul dividendo per il prossimo anno: lo possiamo proporre come consiglio di amministrazione e poi sarà l’assemblea degli azionisti a dover decidere». Bono infine ha ipotizzato un aggiornamento del piano industriale, probabilmente entro la fine dell’anno, anche alla luce dell’acquisizione dei cantieri francesi di Stx France.
Proprio l’acquisizione dei cantieri francesi, a lungo ostacolata dal governo francese, dà a Bono l’occasione di ribadire la filosofia Fincantieri come protagonista navale globale: «l’Europa ha la necessità di consolidare la propria industria: la competizione al proprio interno nuoce all’Europa stessa. La competizione deve essere fra Europa e resto del mondo. Siamo il primo costruttore navale europeo e dobbiamo crescere. La sfida per il futuro è spingere ancora di più sulla strada del consolidamento dell’industria europea. Mogherini – ha ricordato Bono – ha detto che si dovrebbe partire con l’unificazione degli stati maggiori della difesa in Europa. Potremmo essere i primi a dare indicazione all’Europa che questa è la strada: l’Europa è nata pere evitare le guerre e mettere insieme le economie». Bono ha ricordato l’impegno per l’acquisizioni di commesse per la costruzione di nove fregate in Australia dove – ha sottolineato – Stx France ha contratti per la costruzione di sottomarini e ora si possono ipotizzare “importanti sinergie”.
Bono si è tolto anche qualche sassolino dalle scarpe: «siamo stati criticati per aver fatto una quotazione che alcuni hanno giudicato avventurosa, ma dico che abbiamo avuto il coraggio e le “palle” per quotare una società che era difficile da far comprendere agli investitori. Con pazienza e rispettando sempre le condizioni del mercato stiamo dimostrando che il mondo va alla rovina se non torniamo all’economia di tutti i giorni: quella che produce la ricchezza». Secondo l’amministratore delegato di Fincantieri «la ricchezza prima si produce e poi si ripartisce, ma da trent’anni il mondo sta mangiando quello che abbiamo prodotto prima». Per Bono, la ricchezza prodotta da Fincantieri, «va suddivisa non solo fra gli azionisti: chi partecipa alla produzione di ricchezza va compensato e si tratta di una questione etica ed economica, perché così i nostri collaboratori fanno di più. In questo momento posso dire senza esagerare che nell’azienda c’è uno stato di euforia, ma poi bisogna lavorare con coscienza ed essere responsabili».
«La chiave del successo di Fincantieri è data dalla competenza e dalla continuità del suo management – ha ribadito Bono -. Il paradosso di manager che passano da un business a un altro completamente diverso», come se un manager che si è occupato di acquedotti passasse a un’azienda che produce satelliti. «Ma con quali competenze?», si è chiesto Bono che ha sottolineato che è illusorio pensare di poter cambiare management ogni tre anni in aziende complesse, dove «per raggiungere gli obiettivi i manager hanno bisogno di continuità e fiducia. Abbiamo processi e prodotti complessi in un mondo complesso – ha concluso – La capacità del management è proprio quella di coniugare tutti questi aspetti così complessi». A qualcuno, a Roma come a Firenze, saranno fischiate le orecchie.
Bono poi ha illustrato agli azionisti anche alcuni scenari recentissimi: «il governo cinese ha approvato ieri la joint venture» che Fincantieri ha prospettato con il Cantiere Cssc, che è il primo produttore mondiale di navi con un fatturato di oltre 30 miliardi di dollari. «Abbiamo già un accordo per la costruzione di due navi, più altre quattro in opzione», ha aggiunto Bono. La jont venture prevede che le navi siano costruite in Cina senza sottrarre lavoro ai cantieri europei.
«Quella in Cina è un’operazione innovativa, coraggiosa, che espone l’azienda in maniera positiva» in una prospettiva di crescita, ha sottolineato il presidente di Fincantieri, Giampiero Massolo, ribadendo l’anticipazione data da Bono agli azionisti. «E’ un’operazione ancora più innovativa di quella francese – ha detto Massolo -. La cantieristica è un settore dove le integrazioni sono mature e stiamo procedendo, come dimostra oggi l’accordo tra l’italiana Fincantieri e la francese Stx. Quanto si sta facendo con la Francia in questo momento mi pare sia una prospettiva promettente e positiva». Allargando il discorso alla difesa europea, per Massolo «c’è un piano tutto politico e sembra che su questo ci sia una presa di coscienza molto forte da parte degli Stati membri dell’Unione europea. Poi c’è un piano militare, con la necessità di integrare i comandi e qui noto che vi sono discussioni molto avanzate. Infine – ha concluso – c’è il piano delle collaborazioni industriali concrete, che spetta anzitutto alle aziende, che possono dire concretamente al governo dove ci sono possibili integrazioni».
«Esprimo profonda soddisfazione per la firma avvenuta da parte di Fincatieri dell’accordo di compravendita per l’acquisizione del 66,66% del capitale di Stx France – ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda -. Si tratta di una grande operazione di politica industriale europea che darà vita ad un campione globale del settore della navalmeccanica e della cantieristica. Si dimostra una volta di più – conclude Calenda – come l’industria possa e debba rivestire una funzione chiave nella costruzione del futuro dell’Europa così come è stata al cuore del progetto europeo fin dalle sue origini».