In crescita (+30%) gli acquisti di grano sostenibile
Il futuro di Barilla viaggia lungo le rotaie della sostenibilità. L’azienda, con 140 anni di vita alle spalle, è il leader mondiale del mercato della pasta, dei sughi pronti in Europa Continentale, dei prodotti da forno in Italia e dei pani croccanti nei Paesi nordici. Ma a questi risultati di mercato mira anche, come evidenziato nel Bilancio di sostenibilità appena presentato «ad investire in una filiera sempre più sostenibile, con prodotti sempre più buoni per le persone e il Pianeta».
Nel 2016 Barilla ha acquistato 190.000 tonnellate di grano duro “sostenibile” (+30% rispetto al 2015) e introdotto i contratti di coltivazione triennali in Italia. Sempre nel 2016 il Gruppo parmense ha investito 40 milioni di euro per attività di ricerca e sviluppo mirata a migliorare il profilo nutrizionale. L’impegno ambientale ha comunque consentito a Barilla di continuare il percorso di crescita economica (fatturato 2016 a 3.413 milioni di euro, +2% rispetto al 2015 al netto dell’effetto di cambio) e di reputazione aziendale.
Sugli scaffali risulta migliorato il profilo nutrizionale di 360 prodotti, con ridotto apporto di grassi. Solo nel 2016 Barilla ha riformulato 150 ricette, togliendo l’olio di palma da tutti i prodotti da forno. «Vogliamo progettare il nostro futuro attorno alla nostra missione “Buono per Te, Buono per il Pianeta” – sottolinea Guido Barilla, presidente del Gruppo Barilla -. Per fare questo è necessario diffondere una nuova cultura capace di cambiare l’attuale stile di vita. Il nostro modello di sviluppo è finalizzato a fare di Barilla il marchio preferito dalle persone, sostenendo un’alimentazione sana e gioiosa, ispirata allo stile di vita mediterraneo».
La geografia dell’offerta ristorativa a marchio Barilla si amplia, e rimane fedele all’obiettivo della diffusione nei quattro angoli del mondo dello stile di vita, a partire dalla tavola, mediterraneo. Negli Usa, oltre al consolidamento dell’operatività nei tre ristoranti a Manhattan, nel cuore di New York, sono iniziate le attività per l’apertura di nuovi locali sulla costa californiana, a Los Angeles. Nel corso dell’anno, l’azienda di Parma annuncia inoltre di aver siglato un accordo di franchising con un importante operatore locale nell’area dei paesi arabi facenti parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo, che ha portato all’apertura di due ristoranti a Dubai nel mese di novembre 2016, offrendo così agli abitanti e ai tanti turisti degli Emirati Arabi Uniti di poter gustare il cibo italiano di qualità e soprattutto la pasta che è particolarmente amata a queste latitudini.
Nel 2016, la Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfb) ha presentato insieme al gruppo The Economist il “FoodSustainability Index”, un indice globale sulla sostenibilità alimentare unico nel suo genere che analizza il valore complessivo che il cibo rappresenta. Secondo il Rapporto di sostenibilità, il “FoodSustainability Index” è uno strumento fondamentale per rendere il sistema alimentare più sostenibile. L’indice in particolare mostra quali sono i Paesi del mondo più virtuosi nel produrre, distribuire e consumare il cibo: dove l’agricoltura è più sostenibile; si spreca meno il cibo (e si adottano politiche innovative per combattere lo spreco); e si mangia in modo più equilibrato, senza eccessi e carenze, attenti alla propria salute e a quella del pianeta.
Nel settore primario la quota di grano duro raccolta secondo i sistemi avanzati di sostenibilità è passata dal 18% del 2015 al 26% del 2016, e ha coinvolto circa 1.500 agricoltori Italiani (+13% rispetto al 2015). Con l’applicazione combinata di questi strumenti è stato possibile ottenere una riduzione delle emissioni di gas serra e dei costi di produzione fino al 30% e un aumento delle rese di produzione fino al 20% garantendo quindi un maggior reddito per gli agricoltori. In virtù dei risultati raggiunti in questo ambito Barilla ha ottenuto una menzione speciale al premio “The Procurement Awards 2016”. L’obiettivo è arrivare nel 2017 almeno a 250.000 tonnellate di grano duro sostenibile: circa il 35% del fabbisogno totale.
Negli ultimi sei anni il Gruppo Barilla ha inoltre ridotto di ben il -28% le emissioni di CO2 per tonnellata di prodotto e del -21% l’utilizzo d’acqua per tonnellata di prodotto rispetto al 2010. L’obiettivo è arrivare al -30% entro il 2020. Ad oggi inoltre il 52% dell’energia elettrica acquistata da Barilla proviene da fonte rinnovabile.