Regione Veneto, nessuna addizionale Irpef per finanziare la Pedemonatana

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Regione veneto pedemontana Pan Caner Zaia De Berti
Zaia: «prudenza e precauzione hanno premiato l’azione di governo della Giunta». Puppato: «evitare toni trionfalistici»

Regione veneto pedemontana Pan Caner Zaia De BertiNon ci sarà bisogno di introdurre l’addizionale IRPEF per completare la Superstrada Pedemontana Veneta. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Luca Zaia, subito dopo la seduta della Giunta, nel corso della quale è stato approvato lo schema di contratto che sarà firmato con la concessionaria SIS dopo che lo stesso sarà visionato dall’ANAC, l’Autorità nazionale Anticorruzione e dalla Corte dei Conti, «perché – ha sottolineato – vogliamo che tutto sia trasparente, alla luce del sole, perché non abbiamo nulla da nascondere, perché siamo convinti di aver compiuto un atto di buona amministrazione. Noi abbiamo fatto il nostro dovere».

Per Zaia «la più grande opera pubblica in costruzione in Italia potrà essere conclusa entro i prossimi tre anni, grazie alla soluzione che è stata individuata e che è frutto dell’ottimo lavoro svolto dalla task force costituita all’inizio di quest’anno, composta da tecnici dell’amministrazione e vari esperti giuridici che hanno indicato la strada da seguire nell’interesse del Veneto e dei Veneti. Ma abbiamo fatto tesoro anche delle proposte e dei suggerimenti intelligenti e responsabili che ci sono pervenuti dal Consiglio regionale, che volutamente abbiamo coinvolto in questa operazione che è sicuramente tra quelle fondamentali di questa legislatura».  

«Eravamo stati chiari, al momento di prospettare la possibilità di introdurre l’addizionale Irpef, che si trattava di un’ipotesi assolutamente precauzionale – ha precisato il governatore veneto –, un atteggiamento prudente che le polemiche gratuite hanno oscurato. Ma oggi siamo arrivati alla conclusione di una trattativa iniziata mesi fa che evita l’introduzione di una tassa che, comunque, avrebbero dovuto pagare soltanto il 20% dei Veneti».

Zaia ne ha per le critiche levatasi dal fronte delle opposizioni: «solo un lazzarone può affermare che abbiamo fatto marcia indietro perché basta andare a rileggere il provvedimento dello scorso marzo e riascoltarsi il mio intervento in Consiglio regionale quando lo abbiamo presentato. Ho detto chiaramente che il mutuo di 300 milioni che serve per il “closing” era “prudenziale” e che fino alla fine dell’anno gli scenari avrebbero potuto cambiare. Ed è quello che è successo».

Il meccanismo che ha consentito di scongiurare l’introduzione dell’addizionale si basa sull’approfondimento di alcuni aspetti legati alla fiscalità del progetto e dell’intero bilancio regionale, che hanno consentito lo sdoppiamento del mutuo trentennale che la Regione contrarrà con la Cassa Depositi e Prestiti e che sarà acquisito in due tranche, una di 140 milioni nel 2018 e una di 160 milioni nel 2019. In tal modo la Regione opererà all’interno della propria capacità di indebitamento annuale, non necessiterà di provviste in entrata e rispetterà le condizioni imposte dal “fiscal compact”.

Anche la questione relativa all’IVA è stata definita, grazie, ha sottolineato il Governatore, «a una proficua interlocuzione con l’Agenzia delle Entrate». L’imposta sarà del 22% sia per quanto riguarda il canone di disponibilità, che per i ricavi da pedaggio. Per quanto riguarda il pedaggio, l’IVA sulle tariffe per chilometro dichiarate fin dall’inizio non sarà a carico dell’utente.  

Dal fronte delle opposizioni, critiche dalla senatrice Dem Laura Puppato: «mettere l’addizionale per poi toglierla mi ricorda tanto Zaia stile 2015, quando prima delle elezioni elargiva mance in bilancio, salvo poi rimuoverle a voto acquisito. Ora il nostro Governatore si presenta come eroe dei due mondi, ma l’addizionale IRPEF chi l’aveva introdotta se non lui?» Puppato consiglia di evitare «i toni trionfalistici, il denaro arriva sempre dalle tasche dei Veneti e nel gioco dei vasi comunicanti qualcun altro non avrà ciò che si attendeva, ora che si avvicinano le elezioni politiche, il denaro si trova…e stiamo comunque parlando di 300 milioni a fronte di un rischio debitorio di 12 miliardi di euro. Il pagliaio brucia e Luca Zaia ci mostra radioso l’ago che ha trovato, ma tutte le criticità della Pedemontana restano intatte».