Austria verso la crisi politica ed elezioni anticipate: il giovane ministro degli esteri Kurz rottama l’alleanza popolari socialdemocratici

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Il leader dei Popolari austriaci Sebastian Kurz
Il pallino del futuro politico nelle mani del Macron austriaco che potrebbe guardare anche a nuove inedite alleanze

ministro esteri austriaco sebastian kurzDopo trent’anni di governi di coalizione, l’Austria gira pagina ed imbocca un nuovo corso che potrebbe cancellare tre decenni di governo a guida socialdemocratici e popolari.

A Vienna nel corso della settimana che si chiude i colpi di scena non sono mancati. Mercoledì, a sorpresa, il vicecancelliere e leader dei popolari Reinhold Mitterlehner, da mesi vittima del fuoco amico, aveva gettato la spugna con un secco «ora basta», con il quale di fatto passava la patata bollente al giovanissimo (ha appena 30 anni) ministro degli esteri Sebastian Kurz, da molti paragonato ad un Macron d’Austria per la sua capacità di uscire dagli schemi consolidati. Il giovane rottamatore ci ha messo due giorni a metabolizzare il colpo. Avrebbe preferito scendere in campo solo a ridosso delle elezioni, previste per l’autunno 2018. La sua risposta poi non è stata da meno.

«Una cosa è certa, così non possiamo continuare», ha detto Kurz bocciando la proposta dei socialdemocratici di un rimpasto in chiave riformatrice. «E’ inutile – ha spiegato Kurz – sostituire solo alcune facce e fare finta di niente. Tra poche settimane saremmo di nuovo al punto di partenza, continuando con questa campagna elettorale senza fine. La decisione sul futuro del nostro Paese spetta agli elettori», ha ribadito, sottolineando di parlare a titolo personale. 

Per quanto riguarda la guida del partito popolare, Kurz non ha invece sciolto le riserve. Il messaggio lanciato alla Oevp – che si riunirà domenica per decidere il da farsi e che vede in Kurz l’unica via di salvezza – è stato chiaro: o con le mie regole oppure niente. Il 30enne ha così rubato la palla ai potenti governatori dei Laender, che finora hanno sempre dettato il gioco politico di Vienna. 

Con l’arrivo di Kurz il partito cristiano-popolare cambierà radicalmente, come ha già fatto intuire. «La Oevp – ha detto – deve accogliere le teste migliori, a prescindere dalla tessera di partito». Kurz ha in mente un modello Macron, un’alleanza elettorale che vada oltre gli schieramenti dei partiti tradizionali. La Oevp non avrà altra scelta che seguire il suo novello leader, mentre il cancelliere socialdemocratico Christian Kern cercherà in extremis di evitare elezioni anticipate con un governo di minoranza oppure con un esecutivo tecnico, con l’indispensabile sostegno (almeno indiretto) della Fpoe di Heinz Christian Strache. Il che sarebbe una sorta di matrimonio tra il diavolo e l’acqua santa.

La crisi tra i due partiti maggiori potrebbe avvantaggiare il partito di Strache che già pochi mesi fa ha tentato il colpaccio con l’elezione alla presidenza della Repubblica di Norbert Hofer, persa per una manciata di voti a favore del candidato delle sinistre Van der Bellen, elezione che ha dimostrato come la Fpoe possa essere ben più che un terzo incomodo.