Centro studi CNA: Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige ai vertici in Italia e con valori sopra la media UE. In posizioni superiori alla media anche Emilia Romagna e Veneto
Il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige sono ai vertici in Italia e sopra la media europea per la formazione continua. È quanto emerge dalla nota di commento ai dati ISTAT sulla formazione continua, a cura del Centro Studi CNA.Con una media UE pari al 10,7%, il Trentino Alto Adige è secondo in Italia con una partecipazione dell’11,5%, a ridosso del Friuli Venezia Giulia (11,8%).
Secondo il Centro Studi CNA, le attività della cosiddetta “lifelong learning” o formazione continua lungo tutta la vita, che hanno una tradizione consolidata in molte realtà europee, nel 2015 hanno fatto registrare in Italia tassi di partecipazione del 7,3%, valore al di sotto della media UE (10,7%) ma non distante da quelli di Germania (8,1%) e Spagna (9,9%). In Italia, nel 2016, la formazione continua arriva a interessare un pubblico di “over 60”: l’8,3% della popolazione con un’età compresa tra i 25 e i 64 anni ha partecipato ad attività di formazione “formale” o “non formale”. Una partecipazione che negli ultimi tre anni ha fatto registrare tassi ben maggiori di quelli osservati nel decennio precedente.
Anche in Italia, dietro il dato medio, si cela un forte disallineamento tra le regioni del Nord, che in due casi presentano valori superiori alla media UE, in Friuli Venezia Giulia (11,8%) e in Trentino Alto Adige (11,5%), e quelle del Sud. In tutte le regioni del Mezzogiorno, fatta eccezione per la Sardegna e con l’aggiunta della Valle d’Aosta, nel 2016 si sono osservati tassi di partecipazione inferiori alla media nazionale. In Calabria (5,7%) e in Sicilia (5,0%) il numero di partecipanti ad attività di formazione continua è stato la metà rispetto a quelli del Friuli Venezia Giulia e del Trentino Alto Adige.
Un altro dato che si osserva è la maggiore propensione alla formazione da parte delle donne rispetto agli uomini, una caratteristica presente nella maggior parte delle realtà regionali italiane. Sono solo cinque, infatti, le regioni in cui il tasso di partecipazione maschile supera quello femminile: Friuli Venezia Giulia, Umbria, Liguria, Basilicata e Molise, mentre i divari di genere più consistenti si registrano in Trentino Alto Adige, Valle D’Aosta e Veneto.