Le risposte degli aspiranti primi cittadini Massimo Bitonci, Simone Borile, Sergio Giordani, Arturo Lorenzoni e Luigi Sposato a Confapi
Dieci domande, fondamentali per il futuro della città di Padova. In vista delle elezioni amministrative dell’11 giugno, Confapi Padova ha interpellato i principali candidati al ruolo di sindaco: Massimo Bitonci (primo cittadino uscente, sostenuto da Lega e Forza Italia), Simone Borile (direttore generale dell’istituto universitario di mediazione linguistica Ciels, Movimento 5 Stelle), Sergio Giordani (imprenditore, sostenuto dal Partito Democratico e alla guida di una coalizione di centrosinistra), Arturo Lorenzoni (docente di Economia dell’Energia all’Università di Padova, candidato da Coalizione civica) e Luigi Sposato (imprenditore nel settore del lavoro interinale, candidato con una lista civica che porta il suo nome).
Confapi li ha invitati a rispondere a una serie di domande legate al mondo dell’impresa: dal modo in cui è possibile rilanciare l’economia del territorio al futuro della Zip, dall’integrazione allo sviluppo urbanistico. Ecco i passaggi chiave delle loro risposte riportate in ordine alfabetico.
1) Il nodo ospedale.
Bitonci: «L’anno scorso è stato raggiunto un accordo con Regione e Università per far sorgere il nuovo Polo della Salute, di tipo universitario, su un terreno di 500.000 mila metri quadri, interamente di proprietà del Comune, in zona San Lazzaro. In via Giustiniani resterà poi il Sant’Antonio (l’ospedale dei padovani), con la novità di un nuovo centro pediatrico che sorgerà lì al posto del vecchio fabbricato di pneumologia». Borile: «L’unica area disponibile in tempi ragionevoli e delle dimensioni adeguate è quella di Padova Est e noi saremo vigili perché ogni euro sia speso in trasparente, contemporaneamente va recuperata e ridata ai padovani l’area del vecchio ospedale». Giordani: «In questi anni abbiamo già speso 150 milioni sull’Ospedale esistente ed altri 25 sono già stati giustamente stanziati per la nuova Pediatria. Stiamo già realizzando il “Nuovo su Vecchio”. Quando sarò sindaco riunirò tutti i soggetti interessati, quindi anche Università e Regione, attorno a un tavolo, per ragionare, al di là di posizioni ideologiche e politiche, sulla soluzione migliore. Decideremo assieme e poi partiremo subito con le procedure per la realizzazione. Sono 15 anni che se ne parla, non possiamo aspettare ancora». Lorenzoni: «Non riterrei di escludere una soluzione costruita sulla distinzione tra un polo esterno di alta specializzazione, ove concentrare e sviluppare la medicina ad alta tecnologia, e un polo di medicina del territorio che possa rimanere nella sede attuale». Sposato: «Credo che la parola debba passare ai cittadini padovani, Padova Est oppure Ovest purché vi siano determinate condizioni, a partire dalla certezza sulla copertura finanziaria senza che i costi gravino sulle tasche dei padovani».
2) Centro congressi in Fiera.
Bitonci: «La nostra amministrazione ha già sostenuto l’ente fieristico con un finanziamento di 4,5 milioni di euro – destinato alla ristrutturazione dei tetti dei padiglioni – e manterrà il proprio appoggio ai nuovi soci padovani che hanno preso in affitto d’azienda la Fiera dal gruppo GL Events». Borile: «Il Comune non può buttare via i quattrini dei padovani in opere che non è in grado di gestire, va trovato un accordo con la Camera di Commercio perché diventi protagonista della gestione e dell’utilizzo degli spazi». Giordani: «Padova non ha oggi un Centro Congressi degno di questo nome, la costruzione va completata al più presto e bisogna decidere anche chi e come si assumerà la gestione della struttura». Lorenzoni: «Il progetto di Kengo Kuma ha respiro internazionale e mi auguro possa essere realizzato superando le difficoltà incontrate. Una città che voglia attrarre flussi significativi deve sapersi attrezzare di conseguenza dal punto di vista infrastrutturale e i miei sforzi andranno anche in questa direzione». Sposato: «L’Ente Fiera deve essere un polo di attrazione tecnologico multifunzionale con annesso anche l’auditorium cittadino».
3) Stadio: Plebiscito o Euganeo per il Calcio Padova.
Bitonci: «Una semplice ristrutturazione dello Stadio Plebiscito, oggi sottoutilizzato e non più a norma da anni, permetterà di risparmiare milioni e milioni di euro in fondi pubblici e di ricreare quell’effetto “fossa dei leoni” che chi frequentava lo storico Stadio Appiani ricorderà bene». Borile: «Il Calcio Padova ha il suo stadio che è lo Stadio Euganeo: può essere ammodernato e reso più funzionale ma rimane la casa del Calcio Padova». Giordani: «Trasformare il Plebiscito nello stadio del Calcio Padova è una stupidaggine colossale, oltretutto costosa. Il Plebiscito rimane il tempio del rugby, l’Euganeo quello del calcio, con l’impegno a trovare una soluzione per portare i tifosi più vicini ai giocatori. E i soldi risparmiati, parliamo di 6-7 milioni di euro, non di briciole, li utilizzerò nel riqualificare il quadrante Arcella-San Carlo-Pontevigodarzere». Lorenzoni: «Il Calcio Padova potrà disporre di uno stadio migliore nella sede attuale, dove si può rinunciare alla pista di atletica, trasferendola in un Colbachini rigenerato, per avvicinare gli spettatori e creare una struttura moderna». Sposato: «Non condivido il calcio al Plebiscito a meno che non si colga l’occasione per rivisitare tutta l’area circostante compreso Pontevigodarzere».
4) Il rilancio della Zona industriale.
Bitonci: «La nostra amministrazione comunale si impegnerà in una riqualificazione e in un ampliamento dell’area che la trasformerà in uno spazio favorevole agli investimenti, grazie allo sviluppo di infrastrutture, trasporti, tecnologie». Borile: «La Zona industriale va rilanciata portando servizi alle imprese: oggi è scarsamente raggiunta dai mezzi pubblici è in alcune parti congestionata dal traffico. Farò pressioni per concludere l’idrovia Padova-Venezia che può portare benefici sia a livello commerciale che turistico». Giordani: «Bisogna puntare sull’innovazione e sulla sinergia tra le imprese a partecipazione pubblica insediate in zona. Interporto e Maap già adesso si configurano come un hub dei servizi logistici e distributivi che ha una dimensione internazionale. Dobbiamo razionalizzare le risorse e rendere appetibile l’insediamento di aziende d’eccellenza italiane e straniere». Lorenzoni: «Vedo per la ZIP un ruolo di agenzia del tipo Business Locator. La ZIP può offrire servizi di logistica, ma può e deve diventare anche il luogo della manifattura di qualità, oltre che delle start up innovative. Questo può essere fatto fornendo servizi e reti di supporto alle imprese a agevolando la costituzione di partnership tra imprese, investitori e istituzioni». Sposato: «È necessaria una riconversione e una ridefinizione della destinazione d’uso che da produttivo deve diventare logistica».
5) La prima misura per rilanciare l’economia.
Bitonci: «Firmerò l’accordo di programma sul nuovo ospedale a Padova Est, che darà un impulso eccezionale alla sanità e alla città in generale. Poi continuerò nella riduzione delle spese comunali e nel taglio (già applicato) delle tasse comunali, destinando i fondi risparmiati ad altre opere pubbliche, grandi e piccole. La mia è una visione keynesiana dell’economia: la spesa pubblica deve essere oculata, trasparente, ma deve esserci!». Borile: «Nei primi 100 giorni mi dedicherò al rilancio delle attività produttive. Il commercio è un volano principe per l’economia cittadina che contestualmente, se valorizzata, consentirà altresì il recupero di aree oggi considerate pericolose e abbandonate». Giordani: «Quando sarò sindaco creerò in Comune un ufficio, a servizio di tutti gli assessorati, che avrà un solo compito: lavorare per intercettare tutti i bandi europei e nazionali, tutte le opportunità offerte per ottenere i finanziamenti ai progetti che elaboreremo». Lorenzoni: «Intendiamo istituire un Assessorato alla Innovazione Sociale e al Lavoro. Il primo passaggio di tale assessorato comporta la proposta e quindi la costituzione di un “Protocollo per un lavoro sano e pulito”, introducendo misure di facilitazione e premialità per le imprese che hanno a cuore lo sviluppo delle competenze dei propri lavoratori, ad esempio, e lo sviluppo di prodotti e servizi di qualità». Sposato: «Propongo la Flat Tax al fine di incentivare le imprese a investire sul territorio comunale».
6) Scongiurare l’aggravio di imposte locali.
Bitonci: «L’abbiamo già fatto tagliando l’Imu sulle imposte produttive dello 0,5% – cosa che non era mai stata fatta, a Padova, da alcuna delle amministrazioni precedenti – oltre all’Irpef, alla Tasi, alla Tari e all’imposta di soggiorno. Una volta eletti, nel 2014, abbiamo rilevato che Padova era il comune italiano con la più alta tassazione pro-capite in Italia. Ora non è più così e mi si può togliere tutto, ma non questo grande risultato». Borile: «Il Comune ad amministrazione 5 stelle parte da una razionalizzazione della spesa interna per reinvestire nella attività produttive». Giordani: «L’idea è quella di non gravare ulteriormente sui cittadini tutti e naturalmente sulle attività produttive. La strada è quella di recuperare risorse razionalizzando le attività, e quando dico razionalizzando non vuol dire tagliare, vuol dire fare meglio le cose con le risorse che uno ha a disposizione, e di accedere appunto a tutte le fonti di finanziamento che Europa, Stato e Regione mettono a disposizione». Lorenzoni: «Nel mio programma di governo non è previsto un aggravio degli attuali livelli delle imposte locali». Sposato: «Dobbiamo defiscalizzare le grandi e le piccole attività su alcune tasse locali al fine di rilanciare il commercio e il lavoro».
7) Altre grandi opere a Padova.
Bitonci: «Con la vendita delle azioni di Hera è già stata impostata tutta una serie di nuove grandi opere. Attenzione, però: sempre con una cura prioritaria alla sostenibilità ambientale e al non ulteriore consumo del suolo. Infatti tra le grandi opere in programma c’è la riconversione dell’area cementificata e inutilizzata di Piazzale Boschetti in nuovo parco cittadino, il Parco Tito Livio. E poi il completo restauro delle mura cinquecentesche per tutti gli 11 km e quello del Castello carrarese di Piazza Castello». Borile: «Con la nostra amministrazione verranno alla luce dei progetti che sono rimasti chiusi per anni, nuovo ospedale e Centro congressi». Giordani: «Per un quartiere, anche la sistemazione di una piazza, o dei marciapiedi è una grande opera. Ma non voglio eludere la domanda: mi piacerebbe vedere realizzato l’Auditorium, da fare però in centro per realizzare un grande polo culturale in Piazza Eremitani». Lorenzoni: «Il programma di rigenerazione urbana al centro della proposta di Coalizione Civica comporta investimenti significativi per la riqualificazione di molte aree oggi inutilizzate in città, per ridarle significato e decoro, anche nelle sue zone periferiche oggi abbandonate». Sposato: «Sono per la TAV a Padova! Far sì che la TAV si fermi a Padova significa due cose: la prima dare servizi sempre più efficiente ai nostri concittadini, la seconda comporta la riqualificazione di tutta l’area della stazione sia interna che esterna».
8) Integrazione e rispetto delle regole.
Bitonci: «Sono tutti benvenuti coloro che lavorano, pagano le tasse e rispettano le regole. Parlo soprattutto di certi casi di concorrenza sleale attraverso prodotti contraffatti, fenomeno che l’amministrazione Bitonci ha contrastato fin dall’inizio, e alle aperture e chiusure di partite Iva – da parte soprattutto di cittadini stranieri – un po’ troppo disinvolte». Borile: «Ci impegniamo a favorire le condizioni per cui molti imprenditori decidano di investire a Padova per restarci». Giordani: «Chi arriva in Italia deve essere accolto con umanità e rispetto. Non dimentichiamo che praticamente ogni famiglia veneta ha avuto un emigrato in passato per ragioni economiche. Però chi arriva qui e vuole far parte della nostra società deve rispettare le regole. Noi dobbiamo aiutarlo nell’integrazione, vuol dire imparare l’italiano, capire la nostra società». Lorenzoni: «L’integrazione è un principio fondamentale per un’economia di mercato avanzata e deve realizzarsi nel rispetto delle regole vigenti. Le regole valgono per tutti allo stesso modo, senza deroghe per nessuno. Si tratta certamente di comporre dei tavoli di dialogo con i rappresentanti dei lavoratori/imprenditori migranti, per entrare nel merito delle dinamiche produttive tipiche delle differenti esperienze. È necessario avviare una mappatura puntuale delle attività produttive e della loro redditività». Sposato: «Oramai le imprese di persone extracomunitarie sono una realtà, credo che non ci sia nulla da aggiungere».
9) L’Università è abbastanza integrata con la città?
Bitonci: «Abbiamo disposto uno stanziamento di 20 milioni di euro per la ristrutturazione degli impianti sportivi del Cus di via Corrado, così da dotare studenti, sportivi e semplici cittadini di un centro sportivo adeguato e appunto aperto anche alla città. Abbiamo aperto nuove aule studio – di proprietà comunale – perché ci fossero più spazi di studio e d’aggregazione. In collaborazione con l’Università abbiamo predisposto un progetto volto a trasformare il famigerato complesso di via Anelli in uno studentato». Borile: «L’Università è assolutamente sotto utilizzata per le potenzialità che può dare alla città in termini di collaborazioni e investimenti». Giordani: «L’Università è una grande risorsa che io vedo ben integrata nella nostra città. Ma naturalmente si può fare meglio. Come? Facendo squadra e mettendo ancora più in rete le conoscenze e le opportunità. E poi penso al ruolo ancora maggiore che l’Università può avere per la crescita culturale di tutti i cittadini, con una grande attività di divulgazione. Quello che ad esempio è stato già fatto con l’ampliamento dell’Orto Botanico e il percorso didattico e divulgativo tra le biodiversità è eccezionale». Lorenzoni: «Occorre a mio avviso sviluppare anche in questo campo una visione di comune interesse, che abbracci auspicabilmente il prossimo decennio; una valida collaborazione fra istituzioni cittadine, PMI e mondo universitario». Sposato: «Abbiamo 57.000 studenti che vivono le loro giornate prevalentemente in alcune zone della città. È necessario che anche i quartieri periferici facciano vivere gli studenti (esempio la Bovisa e i Navigli di Milano). Il turismo universitario deve diventare una realtà!».
10) I costi della campagna elettorale.
Bitonci: «I costi sono sostenuti da Massimo Bitonci, in primo luogo. Poi da tutti i candidati che hanno scelto di mettere le proprie competenze al servizio della città e dai tantissimi sostenitori che credono nel nostro progetto e vogliono farci riprendere questo cammino da dove delle trame di palazzo l’hanno interrotto». Borile: «Faremo una campagna elettorale “francescana” al di sotto dei 10.000 euro interamente autofinanziata dagli iscritti e piccole donazioni di simpatizzanti». Giordani: «Non è possibile adesso dare una idea dei costi, anche perché continuano ad arrivare contributi piccoli e grandi da tanti cittadini – approfitto anzi per ringraziarli della fiducia – e in ogni caso moltissime attività sono svolte da volontari a titolo gratuito». Lorenzoni: «Non abbiamo fatto un budget, lavoriamo unicamente con quanto raccogliamo in modo diffuso. I costi cui inevitabilmente dobbiamo far fronte sono coperti con una raccolta diffusa, tramite l’accensione di un conto corrente in Banca Etica e una piattaforma di Crowdfunding accesa presso Produzioni dal Basso. Non si accettano contributi superiori a 5.000 euro, per assicurare l’indipendenza del nostro percorso». Sposato: «Ho messo a budget 150.000 euro. Sarà finanziata in proprio con fondi personali e aziendali».
«Abbiamo voluto realizzare queste interviste per fare chiarezza intorno ai punti che più da vicino riguardano imprese, mondo del lavoro e pressione fiscale, temi da cui non si può prescindere per il rilancio del territorio – spiega Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova, Associazione delle piccole e medie industrie della provincia -. In particolare sono tre le priorità che abbiamo individuato e per le quali chiediamo al futuro sindaco di prendere impegni precisi: 1) reindustrializzare il territorio, riqualificando le aree produttive; 2) defiscalizzare, ovvero ridurre o eliminare le imposte che gravano sulle attività; 3) integrare l’imprenditoria e la manodopera straniera, ma solo nell’assoluto nel rispetto delle regole. Chi ha responsabilità di impresa distingue meglio di altri un impegno serio e credibile: perciò oggi vogliamo dire ai candidati sindaco e ai candidati consiglieri che rimarremo vigili, monitorando quanto sarà messo in pratica rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale».