La Regione prima in Italia per numero di consensi rispetto alla popolazione: quasi 267.000 persone. Venturi un grande risultato reso possibile dalla professionalità del personale»
Nel 2016 in Emilia-Romagna aumentano del 20% i donatori e del 24,2% i trapianti. Di conseguenza, le persone in lista d’attesa scendono da 1.272 a 1.084 (-14,8%), la metà delle quali provenienti da altre regioni. Sono poi oltre 276.000 i cittadini (276.260) che hanno registrato la propria volontà sulla donazione degli organi e dei tessuti.
Di questi, 266.880, vale a dire il 96,6%, lo ha fatto per dire “Sì”: numeri che collocano la regione al primo posto in Italia, assieme alla Valle d’Aosta, per numero di consensi rispetto alla popolazione, e al secondo posto per numero di dichiarazioni rilasciate, sempre in rapporto agli abitanti, seguita, rimanendo nel NordEst, dal Veneto (terzo), dal Trentino Alto Adige (sesto) e dal Friuli Venezia Giulia, penultimo prima della Campania nella percentuale di adesioni rispetto alla popolazione residente (solo l’1,1%).
É un bilancio positivo quello che emerge dai dati forniti dal Centro nazionale trapianti, aggiornati al 3 aprile 2017 e rielaborati dal Servizio statistica regionale. Numeri che permettono anche di pensare ad un nuovo progetto riguardante un futuro polo di trapianto di rene da cadavere, che sorgerà a Ravenna.
«Sono numeri che fanno onore alla nostra comunità e ne testimoniano la sensibilità rispetto a un tema di enorme importanza, che tocca da vicino la salute di tante persone – ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini -. Questi risultati premiano il lavoro che da anni portiamo avanti assieme ad Aido, associazioni di volontariato ed Enti locali; e rendono merito allo sforzo straordinario messo in campo dal Centro riferimento trapianti sul fronte dell’informazione, della sensibilizzazione e della formazione».
«Questi dati hanno un duplice valore – ha affermato l’assessore alle politiche per la salute, Sergio Venturi -, perché da un lato confermano che la cultura della donazione si sta rafforzando, e dall’altro testimoniano la qualità delle competenze, delle professionalità e delle tecnologie delle nostre Aziende sanitarie. Basti pensare alle prime donazioni a cuore fermo, che in Emilia-Romagna vengono già praticate con successo. E stiamo pensando a un futuro polo di trapianto di rene da cadavere a Ravenna, con un iniziale tutoraggio da parte dei chirurghi del Policlinico Sant’Orsola di Bologna e successivamente uno “spin-off” che renda la struttura indipendente. Certo – ha concluso l’assessore – i margini di miglioramento ci sono e proprio a questo puntiamo con la nuova campagna di comunicazione: diffondere sempre di più la sensibilità verso un tema di enorme importanza come è il trapianto che rappresenta per alcuni ammalati l’unica possibilità di sopravvivere e di migliorare la qualità della vita».
«L’aumento registrato nel 2016 per donazioni e trapianti – ha commentato la direttrice del Crt, Gabriela Sangiorgi – testimonia anche il grande lavoro realizzato da tutti i coordinatori locali delle singole Aziende sanitarie e dal volontariato, un alleato prezioso per diffondere la cultura della donazione. Donazione e trapianto possono crescere solo grazie ad un grande lavoro di squadra, capace di unire pubblico e privato, istituzioni e cittadini e – all’interno delle strutture sanitarie – professionisti con competenze diverse. Basti pensare che per ogni trapianto sono al lavoro oltre 100 persone tra medici, chirurghi, infermieri e tecnici».
Il numero dei donatori utilizzati è cresciuto progressivamente negli ultimi anni: erano 99 nel 2014, sono stati 118 l’anno successivo e hanno raggiunto quota 142 nel 2016 (+20,3% rispetto a dodici mesi prima). Nel 2016 si sono registrate le prime 5 donazioni a cuore fermo, ora possibili anche in Italia ed effettivamente praticabili in Emilia-Romagna grazie all’organizzazione del Crt e alla qualità delle competenze e delle tecnologie delle Aziende sanitarie. Le opposizioni dei parenti alla donazione, al momento della richiesta dei medici, sono contemporaneamente scese dal 30,1% del 2014 al 27,6% del 2015 e al 26,1% dell’anno scorso. Una percentuale inferiore rispetto alla media nazionale, inchiodata nel 2016 al 30,3% (era al 30,5% dodici mesi prima).
I trapianti sono cresciuti di una percentuale ancora superiore (complessivamente +24,2%), passando da 313 a 389. Ad essere aumentati percentualmente di più sono stati i trapianti di cuore (28, + 55,5%) seguiti da quelli di fegato (142, di cui 2 da vivente, + 23,4%). I trapianti di rene sono stati 212 (+21,8%), di cui 25 da vivente, sei quelli di polmone (5 nel 2015) e uno multiviscerale (come l’anno precedente).
Tutto ciò ha permesso di ridurre il numero delle persone in attesa di un trapianto: complessivamente, le liste comprendono 1.084 persone, 188 in meno rispetto all’anno precedente (-14,8%), di cui il 50% (520) proveniente da altre regioni. In particolare per il rene si è scesi da 920 persone a 802, per il fegato da 257 a 196, mentre per il cuore le liste sono stabili a quota 49 persone.
Sono 276.260 – al 3 aprile 2017 – i cittadini dell’Emilia-Romagna che hanno registrato la propria volontà sulla donazione degli organi e dei tessuti presso le Asl, i Comuni e l’Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule). 266.880, vale a dire il 96,6%, lo ha fatto per dare il proprio consenso.
In Emilia-Romagna si svolgono le attività di trapianto d’organo per rene, rene-pancreas, cuore, fegato, polmone, intestino e multiviscerale. I trapianti d’organo vengono effettuati presso le Aziende ospedaliero-universitarie di Parma, Modena e Bologna, a cui si uniscono, per quel che riguarda il midollo osseo, anche l’Azienda Usl di Piacenza e ospedaliera di Reggio Emilia e per il trapianto di cute l’Ospedale Bufalini di Cesena.