Rendimenti medi attorno al 4% da parte delle società quotate
Chi ha investito in Piazza Affari nel 2016 si prepara a incassare circa 16 miliardi di dividendi, con un rendimento ai valori attuali vicino al 4%. Lo ha calcolato in uno studio l’istituto di ricerca bolognese Nomisma.
«Le società petrolifere sono riuscite a razionalizzare le strutture operative, garantendo una certa tenuta (utili ancora in territorio negativo a -1,2 miliardi di euro, ma in netto miglioramento dai -9,4 miliardi di perdite segnati nel 2015), il settore bancario ha dovuto rendicontare ingenti svalutazioni su crediti deteriorati di varia natura, mettendo a dura prova la solidità del sistema» sottolinea Nomisma.
In particolare, la “pulizia di bilancio” sollecitata dalle autorità di vigilanza della Bce «ha portato – secondo Nomisma – le banche quotate a iscrivere perdite totali per 9,3 miliardi, con un intervento statale in soccorso di Mps e una maxi ricapitalizzazione di Unicredit (in rosso di 11,8 miliardi nel 2016). Solo Intesa Sanpaolo e Fineco Bank sono riuscite a incrementare gli utili rispetto all’anno precedente tra gli istituti di credito».
Sul fronte delle aziende industriali, al netto delle petrolifere, queste hanno riportato profitti complessivi per 12 miliardi di euro, in rialzo del 45,6% rispetto al 2015: tra i primi posti per incremento degli utili si segnalano Fca (+1.850,5%), A2A (+206,8%), StMicroelectronics (+63,1%), Ferrari (+37,1%), Atlantia (31,5%) e Brembo (+30,8%). Guardando all’esposizione debitoria, nel 2016 viene rilevato «un’importante calo dell’indebitamento finanziario netto passato da circa 140 miliardi di euro nel 2015 a 130,5 (-6,6%), con un apporto rilevante in termini assoluti da parte di Saipem, Snam, Telecom ed Eni»