Referendum sull’autonomia: decisa la data di effettuazione il 22 ottobre

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luca zaia roberto maroni
Zaia e Maroni raggiungono l’accordo per la consultazione popolare

luca zaia roberto maroniLuca Zaia e Roberto Maroni hanno ragginto l’accordo per indire il referendum consultivo sull’autonomia speciale per le regioi Veneto e Lombardia per il 22 ottobre. Una data non scelta a caso, specie per il Veneto: «questa data ha un’importanza del tutto particolare – evidenzia Zaia – perché è una data simbolo, in quanto andremo al voto esattamente 151 anni dopo il plebiscito con cui la nostra regione fu annessa al Regno d’Italia quando il 21 e il 22 ottobre 1866 venne ufficialmente convocato il plebiscito per sancire l’annessione al Regno d’Italia di Venezia, delle province venete e di quella di Mantova, territori ceduti alla Francia dall’Impero austriaco a seguito dell’esito della terza guerra di indipendenza».

L’indizione del referendum è stata salutata positivamente da un ampio panorama politico, anche se questo sarà solo il primo passo di un lungo cammino politico, visto che i referendum si fondano sulla possibilità che hanno le regioni di chiedere al Governo più materie di competenza: la norma è prevista dal Titolo V della Carta Costituzionale sui rapporti tra Stato e Regioni, all’articolo 116, e finora non è mai stata utilizzata. 

La mossa dei governatori leghisti Roberto Maroni e Luca Zaia ha una valenza politica di indirizzo ma non porterà automaticamente a una maggiore autonomia per Lombardia e Veneto. Secondo l’art 116 della Costituzione, infatti, dopo il voto referendario bisognerà intavolare un negoziato col Governo: se questo andrà a buon fine, occorrerà portare in Parlamento una proposta di legge che dovrà essere approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, «sulla base di un’ intesa fra lo Stato e la Regione interessata». 

«Sfumata ormai definitivamente la possibilità di un “election day” in abbinata con le elezioni amministrative, non essendo mai pervenuta dal Governo una risposta alle nostre proposte – afferma Zaia – ho proposto al presidente Maroni, come data utile a entrambe le Regioni, domenica 22 ottobre, che l’ha accettata».

La fissazione della data per il referendum per l’autonomia è criticata dal capogruppo PD in Consiglio regionale Veneto: per Stefano Fracasso «non c’è nessun bisogno di andare a braccetto con la Lombardia, a meno che non si voglia semplicemente fare un favore elettorale a Maroni. Zaia guardi all’interesse del Veneto e dei veneti uscendo finalmente dall’ambiguità che ancora regna sui contenuti dell’autonomia che vuole per la nostra Regione. Non c’è alcun bisogno o necessità di fare favori a Maroni fissando il referendum sull’autonomia assieme alla Lombardia – sottolinea Fracasso -. Il presidente lombardo è a fine mandato e quindi non è detto che sarà lui ad aprire la trattativa con il Governo, se mai ha intenzione di farlo. In Lombardia non c’è neppure un vero dibattito sull’autonomia e non esiste una proposta di legge che si occupi dei contenuti. Andare in tandem vuol quindi dire solo fargli un favore elettorale».

Fracasso chiede a Zaia di venire «subito in Consiglio regionale per aprire il confronto sui contenuti dell’autonomia. Il tempo per farlo c’è. Non vuole la trattativa con il Governo? Almeno apra il dibattito in Veneto. I veneti devono sapere chiaramente il giorno prima cosa succederà il giorno dopo, quali sono le materie e quali le risorse: solo così il referendum può rappresentare un momento di autentica democrazia. Altrimenti si rischia di prendere in giro i cittadini raccontando loro che saremo come l’Alto Adige, dove in realtà la sanità costa il 20% in più che in Veneto. Altro che efficienza. La strada dell’autonomia del Veneto richiede serietà e concretezza e spetta a Zaia uscire una volta per tutte dall’ambiguità».