Fincantieri conquista Stx con il 48% delle quote. Coinvolta anche Fondazione Cr Trieste

0
535
Nomisma Mare
Via libera del governo francese (che mantiene il 33,3%) dopo la fornitura di garanzie occupazionali da parte del gruppo italiano

cantiere navale stx francia«Protagonisti e non prede», aveva annunciato pochi giorni fa Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri. Detto-fatto: Stx France è di Fincantieri dopo una lunga, difficile e sfibrante trattativa con lo stato francese.

Il via libera all’acquisizione è giunta dal ministro francese all’Industria, Chrystophe Sirugue, chiudendo trattative cominciate dopo agli inizi di gennaio, quando il gruppo italiano fu considerato “miglior offerente” per l’acquisizione di STX France dal tribunale di Seoul nella vendita del 66,66% di cui era proprietario il gruppo coreano STX Offshore&Shipbuilding (33,34% era già in mano allo Stato francese). 

Trattative difficili, contrassegnate dalle elezioni politiche francesi (tra pochi giorni) e dalla chiusura delle autorità transalpine che, sin dall’inizio avevano usato toni definitivi, minacciando di «utilizzare tutte le leve» pur di giungere a un accordo soddisfacente, ovvero che per i francesi significava evitare il possesso a Fincantieri di più del 50%. Difficili ma non lunghissime, alle quali Bono si è presentato forte di un bilancio 2016 tornato in utile per 14 milioni (perdita 2015 di 289 milioni), ricavi a 4,4 miliardi (+5,9%) e un carico di lavoro a 24 miliardi di euro, pari a 5,4 anni di impegni. Dati che gli hanno permesso di soddisfare uno dei 5 requisiti posti dai francesi: «nessuna soppressione di posti di lavoro nei prossimi 5 anni», anzi l’impegno a 200 posti supplementari fino al 2018. E un piano industriale per Saint-Nazaire che lo stesso Sirugue ha definito «ambizioso», con rafforzamento dei cantieri «nel core business e diversificazione delle energie marittime». In cambio, Fincantieri si limiterà ad essere “azionista di riferimento”, con una quota sotto il 50% (il 48% circa) per almeno 8 anni, e farà spazio per il 5-6% a un altro protagonista italiano, la Fondazione CR Trieste in qualità di arbitro tra i diversi azionisti; lo Stato francese conserverà il suo 33,3%. Si aggiunge inoltre l’ipotesi di un ingresso del gruppo francese Dcns con il 12% e l’ingresso nel consiglio di amministrazione di Stx – di 9 persone – di «un rappresentante dei dipendenti e il direttore generale del sito».

Fincantieri al termine della campagna di Francia diventa ciò che era nelle mire di Bono: una grande realtà europea che è protagonista mondiale e può sfidare i tre colossi della cantieristica mondiale, tutti coreani. D’altronde, aveva lanciato un monito domenica scorsa dopo la pubblicazione di articoli della stampa francese che tradivano un irrigidimento dell’Eliseo: «è molto importante che l’Europa capisca finalmente che la competizione non è più all’interno dell’Europa ma è nei confronti del resto del mondo e quindi continuare ad avere una miriade di aziende che non hanno le dimensioni per supportare una concorrenza agguerrita in futuro è miope». Anche per Stx, che occupano circa 2.300 persone e sono gli unici cantieri francesi in grado di costruire grandi navi militari, comprese le portaerei, si prospetta un grande avvenire. Bono incassa la soddisfazione del ministro Padoan, che parla di “dimostrazione che le grandi imprese italiane che hanno investito sulla competitività e la credibilità internazionale possono conseguire posizioni di leadership in settori strategici per l’economia globale». Gli fa eco anche la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che vanta un doppio orgoglio triestino: Fincantieri e Fondazione CR Trieste. 

Ora, dopo l’ennesima vittoria per Bono, un manager che ha avuto il merito nel tempo di trasformare Fincantieri da sonnacchiosa azienda statale a gigante dei mari con oltre 19.000 dipendenti, di cui oltre 7.900 in Italia, 20 stabilimenti in quattro continenti e leader tecnologico, la sfida di consolidare il ruolo della cantieristica italiana (ed europea) nel mondo.