Cispadana: Bonaccini critica il sindaco Finale contrario all’opera

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Critici anche i sindacati: la Triplice favorevole alla realizzazione della nuova autostrada. Opera è ritenuta indispensabile dal mondo economico

A22 cispadana ferraramareAncora polemiche sul tracciato della Cispadana, specie nel tratto che attraversa il comune di Finale Emilia. Il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini attacca via social frontalmente il sindaco leghista, chiedendo alla Lega Nord da che parte stia.

«La Cispadana è ritenuta da associazioni economiche e sindacati indispensabile per la competitività delle imprese e del sistema produttivo del nostro territorio – esordisce Bonaccini -. Ora il sindaco e la giunta di Finale Emilia, oggi a guida leghista, dicono che sono contrari alla sua realizzazione. La Lega Nord regionale ci dica se sta con il sindaco di Finale Emilia o con chi vuole garantire crescita e occupazione anche attraverso la realizzazione di quelle infrastrutture attese e ritenute necessarie». 

Nel post Bonaccini evidenzia come in quella zona il terremoto ha colpito duro e che lì «insiste uno dei distretti del biomedicale più importante al mondo». La Cispadana sarebbe «un’arteria che collegandosi all’autostrada del Brennero ci collegherebbe direttamente all’Europa e col proseguimento sulla Ferrara Mare direttamente all’Adriatico, con un valore aggiunto dal punto di vista turistico».

Sulla stesa lunghezza d’onda la Triplice sindacale: la Cispadana è un’opera fondamentale per lo sviluppo e necessaria per il distretto biomedicale. Sono concordi i tre segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil che, con tre note separate, si sono schierati compattamente al fianco del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e contro il sindaco di Finale Emilia che si è detto contrario all’opera. 

«a Cispadana – ha detto Luigi Giove della Cgil – è un’opera infrastrutturale strategica, la cui realizzazione è essenziale a garantire al nostro sistema economico le connessioni necessarie per l’accesso ai mercati europei». Giorgio Graziani della Cisl afferma «speriamo che i rappresentanti delle istituzioni vadano al di là del colore politico a cui legittimamente appartengono e si assumano la responsabilità di attuare quelle infrastrutture indispensabili per attrarre investimenti e aumentare la competitività del nostro sistema produttivo». Giuliano Zignani della Uil ha aggiunto che «la Cispadana è una infrastruttura può far da volano all’industria edile, oltre a mettere in comunicazione l’Emilia-Romagna con il cuore dell’Europa».

Anche gli imprenditori sono decisamente a favore della realizzazione dell’opera che vede come promotore l’Autostrada del Brennero: «Confindustria Modena e Ferrara esprimono forte preoccupazione di fronte alle recenti prese di posizione contro la Cispadana da parte dell’amministrazione comunale di Finale Emilia – scrivono in una nota -. Si tratta di un’opera indispensabile per il tessuto sociale ed economico del territorio, attesa da oltre trent’anni. Senza contare che è parte fondamentale del disegno della rete infrastrutturale regionale e nazionale che si innesta direttamente sulla direttrice Nord verso il Brennero e verso il NordEst. Inoltre, grazie alla connessione con la Ferrara-Mare essa permette un collegamento rapido ed efficiente anche con la direttrice adriatica». 

Per gli imprenditori «per queste ragioni, la Cispadana può creare opportunità importanti di sviluppo per le comunità e i territori che attraversa. Non dimentichiamo, per esempio, che dopo le devastazioni provocate dal sisma del 2012 il settore biomedicale si è risollevato anche grazie alle numerose multinazionali che hanno confermato la volontà di investire in questi luoghi. Ovviamente, un’infrastruttura strategica come la Cispadana costituirebbe un’occasione di crescita anche per tutti gli altri importanti comparti industriali dislocati lungo il tracciato, e ultimo, ma non ultimo, il settore delle attività turistiche della costa adriatica. Pertanto, arrestare la realizzazione di un’infrastruttura così rilevante per la competitività potrebbe produrre effetti davvero gravi nel medio termine». 

L’auspicio degli industriali è che «i cantieri partano in tempi brevi: ulteriori ritardi sarebbero intollerabili. Una scelta in direzione opposta significherebbe una carenza di visione di medio-lungo termine da parte della politica, che deve invece impegnarsi a creare le migliori condizioni per l’attrattività, gli investimenti e lo sviluppo».