Tavolo con governo presieduto dal sottosegretario presidenza per discutere la questione delle vittime delle foibe e la diaspora adriatica
Si è riunito a Roma nella a palazzo Chigi il Tavolo Governo-Esuli istriani, fiumani e dalmati a due anni di distanza dalla precedente riunione, al fine di riavviare l’iter per la soluzione delle tante questioni ancora aperte inerenti le vittime delle foibe e della diaspora adriatica, dagli indennizzi per i beni abbandonati ai riconoscimenti ai discendenti di quanti furono eliminati nelle stragi perpetrate dalle forze nazionalcomuniste di Tito, passando per il sostegno delle associazioni che preservano la memoria di quella tragica pagina di storia nazionale.
La riunione è stata presieduta dalla sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, la quale ha ribadito l’intenzione del Governo di riprendere il dialogo, avvalendosi del supporto della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, rappresentata dalla presidente Debora Serracchiani e dall’assessore alla cultura Gianni Torrenti.
Antonio Ballarin (Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati) ha segnalato come, dopo tanto oblio, le leggi 72/2001 (a sostegno delle progettualità dell’associazionismo degli esuli) e 92/2004 (istitutiva del Giorno del Ricordo) abbiano consentito di rendere le tragedie del confine orientale italiano patrimonio condiviso della comunità nazionale e Renzo Codarin (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) ha rilevato che le stesse associazioni degli esuli hanno assunto una nuova veste propositiva ed attiva nell’ambito dei rapporti con l’italianità autoctona.
La necessità di chiarezza nei confronti degli esuli e dei loro discendenti riguardo l’equo indennizzo dei beni nazionalizzati dalla Jugoslavia (e con cui l’Italia pagò il debito di guerra nei confronti di Belgrado) è stata sollevata da Manuele Braico (Associazione delle Comunità Istriane), laddove Antonio Concina (Libero Comune di Zara in Esilio) ha ribadito l’impegno per la tutela della memoria da parte dei sodalizi presenti alla riunione. Tullio Canevari (Libero Comune di Pola in Esilio) ha sottolineato l’importanza delle sinergie fra esuli ed italianità autoctona in Istria, Carnaro e Dalmazia al fine di tutelare i monumenti ed i documenti che dimostrano il radicamento dell’italianità nell’Adriatico orientale e gli ha fatto eco Guido Brazzoduro (Libero Comune di Fiume in Esilio) che ha ricordato come lo stesso presidente Ivo Josipovi abbia riconosciuto il valore aggiunto che la comunità italiana e la sua plurisecolare storia rappresentano per la Croazia.
Dopo aver denunciato le inefficienze amministrative ed i ritardi nei versamenti dei compensi per i progetti delle associazioni, Giuseppe de Vergottini (Coordinamento Adriatico) ha proposto una corretta commemorazione dei luoghi di eccidio dei nostri connazionali attraverso l’apposizione di alcune targhe nei pressi di foibe e fosse comuni in territorio sloveno e croato e a tal proposito Giovanni Stelli (Società di Studi Fiumani) ha ricordato, nell’ambito del dialogo culturale instaurato con la città di Fiume dal 1990 e del corposo lavoro per l’elencazione delle vittime italiane nel Carnaro, l’impegno profuso per commemorare il Senatore Riccardo Gigante ed i fiumani trucidati assieme a lui a Castua.