Gli effetti positivi della Doc Friuli sulla produzione e sull’export. Presenti negli stand della fiera oltre 200 aziende
A Udine è stata presentata la partecipazione del Friuli Venezia Giulia alla LI edizione di Vinitaly di Verona: «un’edizione record sia per il numero di presenze sia – afferma l’assessore regionale alle risorse agricole, Cristiano Shaurli – per le iniziative con cui verrà presentata la nostra produzione vinicola ai professionisti nazionali ed internazionali del settore e, nello stesso tempo, le scelte compiute da Regione e filiera vitivinicola. Un settore che cresce, offre nuove opportunità che, se sapremo gestire insieme, ci consentiranno un ulteriore salto di qualità».
Un’altra edizione importante che vedrà la partecipazione di oltre 200 aziende, di cui 106 nella collettiva organizzata da Ersa, e 18 eventi programmati nello stand regionale: 1500 metri quadrati in cui le 106 aziende vitivinicole del Friuli Venezia Giulia promuoveranno il meglio della produzione del territorio.
Shaurli, nel tratteggiare lo stato del comparto vitivinicolo regionale, ha evidenziato come «siamo la prima regione italiana, in termini percentuali, per le richieste di autorizzazioni di nuovi impianti di vigneto e l’export vinicolo regionale negli ultimi 5 anni ha segnato un +53,7% con un’ulteriore crescita di circa un +8% anche fra 2015 e 2016. Dati che ci collocano ai primi posti in Italia. Abbiamo ampiamente superato i 100 milioni di euro di export annuali – ha rilevato Shaurli – e stiamo raggiungendo, sempre in termini di export, regioni come Sicilia e Puglia che per estensione territoriale non sono paragonabili al Friuli Venezia Giulia. Non solo, sono convinto che ci siano ancora importanti margini di crescita e lo dimostra un settore particolarmente dinamico ed attivo».
Si tratta di «risultati storici – ha riferito Shaurli – da condividere con la filiera vitivinicola che, anche grazie alla sua unità ha permesso di ottenere importanti traguardi: dalla Doc Friuli alla Doc interregionale Pinot Grigio rispettando gli impegni presi ovvero quelli di realizzare prima la Doc Friuli e poi altri percorsi. La Doc Friuli rappresentava un obiettivo atteso da oltre 30 anni ed è già un’opportunità in più per le nostre aziende, ora dobbiamo impegnarci perché dia ancor più coesione alla produzione regionale e maggiore identificazione fra i nostri vini ed il nostro splendido territorio».
L’edizione Vinitaly 2017 ospiterà anche i primi vini della Doc Friuli ed il presidente del Consorzio Doc FVG, Pietro Biscontin, ha presentato i dati della vendemmia 2016 quelli dell’anno zero della nuova Doc: 103.000 quintali d’uva, 25.000 ettolitri certificati e 8.000 già imbottigliati. «Oggi abbiamo già 1.100.000 bottiglie sul mercato – ha spiegato – che riportano l’etichetta Doc Friuli e rappresentano un primo importante riscontro del successo che la scelta della Doc regionale sta riscuotendo». Durante la conferenza stampa è stato presentato anche il logo della Doc Friuli/Friuli Venezia Giulia.
Shaurli ha voluto rimarcare come si debba imparare ad assumere pienamente i risultati positivi: la Ribolla gialla ne è un esempio: «è il vino che ha avuto in termini di valore e di superficie la maggior crescita in tutta Italia. Per anni abbiamo guardato con invidia in casa d’altri ora abbiamo un’opportunità che va gestita sia in termini agronomici che di tutela ma che ad oggi è un nostro patrimonio esclusivo che può essere prodotto solo nella nostra regione». Questi dati vanno guardati, secondo Shaurli, in un’ottica di straordinarie opportunità «che certo vanno gestite, non come troppo spesso abbiamo fatto solo come criticità da affrontare. Sono convinto che con unità, capacità imprenditoriale, istituzioni che accompagnano e non impongono, qualche rinuncia ai campanili ed agli antagonismi possiamo davvero compiere un ulteriore salto di qualità. Il Friuli Venezia Giulia può essere uno dei punti di riferimento nazionali e internazionali per la vitivinicoltura e nello stesso tempo il comparto può rappresentare uno dei settori trainanti per l’intera economia regionale fra export, indotto, valorizzazione del territorio e turismo».