Agricoltura, a rischio la biodiversità italiana delle piante da frutto

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Secondo Coldiretti, nel giro di un secolo le varietà di frutta sono passate da 8.000 tipologie a meno di 2.000, di cui 1.500 a rischio estinzione

frutta agrumi mandarini limoniAddio ad una pianta da frutto su tre (-33%) negli ultimi quindici anni con la scomparsa di oltre 140.000 ettari di piante di mele, pere, pesche, arance, albicocche e frutti minori, che rischiano di far perdere all’Italia il primato europeo nella produzione di una delle componenti base della dieta mediterranea. 

Coldiretti Coldiretti ha lanciato l’allarme in occasione della “Festa degli alberi nelle scuole” istituita dai ministeri delle Politiche agricole e della Pubblica istruzione. Un’iniziativa, promossa da Fondazione Campagna Amica della Coldiretti, che nel primo giorno di primavera ha visto gli studenti impegnati nella piantumazione di arbusti per salvare la biodiversità locale in molte scuole su tutto il territorio italiano a partire dalla più grande scuola d’Italia, il Convitto nazionale Vittorio Emanuele II in piazza Montegrappa 5 a Roma. 

L’allarme arriva proprio all’indomani della classifica “Bloomberg Global Health Index su 163 Paesi che colloca l’Italia al vertice dei Paesi con la popolazione maggiormente in salute e sana a livello mondiale proprio grazie alla dieta mediterranea  basata soprattutto sul consumo di frutta e verdura che ha garantito agli italiani – sottolinea la Coldiretti – di conquistare valori record nella longevità con 80,3 anni per gli uomini e 85,2 anni per le donne.

In Italia – sottolinea la Coldiretti – nel secolo scorso esistevano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi sono meno di 2.000, di cui 1.500 a rischio di estinzione nonostante il lavoro del numero crescente di agricoltori impegnati nella riscoperta dei frutti dimenticati del passato ai quali vengono riconosciute spesso proprietà “medicinali” dalla farmacopea popolare e non, come la pera cocomerina già rappresentata nei quadri rinascimentali e riscoperta per le proprietà antiossidanti, le giuggiole considerate efficaci nell’alleviare gli stati d’ansia, il nervosismo e la depressione o il corbezzolo astringente ed antidiarroico e antinfiammatorio delle vie biliari, del fegato e di tutto l’apparato circolatorio.

La superficie coltivata a frutta in Italia è passata da 426.000 ettari a 286.000, con un crollo netto del 33% in 15 anni, secondo le elaborazioni Coldiretti sugli ultimi dati Istat sulle coltivazioni legnose agrarie. A determinare la scomparsa delle piante da frutto è stato il crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che non riescono più a coprire neanche i costi di produzione. Il taglio maggiore ha interessato i limoni, con la superficie dimezzata (-50%), seguiti dalle pere (-41%), pesche e nettarine (-39%), arance (-31%), mele (-27%), clementine e mandarini (-18%). La produzione ortofrutticola italiana oscilla mediamente attorno ai 23 milioni di tonnellate, di cui il 46% in volume di ortaggi in piena aria il 29% di frutta, il 12% di agrumi, il 7% di ortaggi in serra, il 6% di patate, lo 0,5% di leguminose. Il disboscamento delle campagne italiane è il risultato – spiega la Coldiretti – di una vera invasione di frutta straniera (spesso prodotta con standard qualitativi decisamente inferiori a quelli del Belpaese) con le importazioni che negli ultimi 15 anni sono aumentate del 42% ed hanno quasi raggiunto i 2,15 miliardi di chili.

Dopo anni di progressiva diminuzione nei consumi si registra una positiva svolta salutista sulle tavole degli italiani con gli acquisti delle famiglie italiane che nel 2016 sono aumentati del 2,1% rispetto all’anno precedente. Sul podio della frutta più richiesta salgono nell’ordine le mele che hanno totalizzato 825.000 tonnellate di consumo (+2% sull’anno precedente), le arance con poco più di 550.000 tonnellate circa il +2% sullo scorso anno e le banane che, per essere una produzione totalmente di importazione, ricoprono ben il 10% dei consumi totali di frutta.