Secondo la Cciaa di Trento cresce la domanda interna, rimane stabile l’occupazione ma cala sensibilmente l’export
Il riepilogo dei risultati dell’indagine sulla congiuntura economica in provincia di Trento, relativi al IV trimestre dell’anno scorso ed elaborati dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di commercio di Trento, rileva che il fatturato complessivo realizzato dalle imprese trentine prese in esame aumenta dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta di una variazione positiva e decisamente più contenuta rispetto a quelle dei primi tre trimestri dell’anno.
Persistono parziali segnali positivi riguardanti l’andamento della domanda interna anche se, a fronte di un aumento della domanda locale del 2,3%, si evidenzia una debole contrazione di quella nazionale (-1,0%). Il dato del fatturato estero si caratterizza invece per una moderata contrazione del 3,8% rispetto al quarto trimestre 2015 e conferma la dinamica complessivamente negativa che ha segnato il 2016.
I settori che si connotano per delle variazioni tendenziali del fatturato sensibilmente positive sono il commercio al dettaglio (+9,1%), il commercio all’ingrosso (+6,9%) e i trasporti (+5,9%). Il settore estrattivo e i servizi alle imprese presentano una situazione di sostanziale stabilità. Il primo si caratterizza per una lieve crescita del fatturato (+1,1%), mentre il secondo presenta una leggera contrazione (-1,0%). Presentano invece una dinamica decisamente negativa il manifatturiero (-3,9%), che risente della contrazione dell’export, e le costruzioni (-5,7%).
L’occupazione, dopo avere evidenziato delle timide variazioni positive nei mesi centrali dell’anno, in quest’ultimo trimestre registra una dinamica sostanzialmente stagnante (-0,1%). Rimane decisamente negativa la situazione occupazionale presso i settori dell’estrattivo e delle costruzioni e presso le unità di più piccola dimensione. Nel periodo esaminato, la variazione tendenziale della consistenza degli ordinativi risulta leggermente positiva (+0,6%), anche se l’intensità del “segno più” non è tale da presupporre effettivi cambiamenti di tendenza nei prossimi mesi.
I giudizi degli imprenditori sulla redditività e sulla situazione economica dell’azienda evidenziano invece una situazione simile a quella del trimestre precedente e in deciso miglioramento rispetto allo scorso anno.
«Per quanto riguarda il nostro Paese – ha commentato Giovanni Bort, presidente della Camera di Commercio di Trento e di Confcommercio Trentino – si prevede che il dato di crescita del Pil nel 2016 si collocherà attorno all’1%. La buona notizia, quindi, è che la cosiddetta “ripresa” sembra proseguire; quella cattiva è che i tassi di crescita si mantengono su livelli ancora troppo bassi, anche in confronto con altre economie europee a noi vicine. Tali valori di crescita non sembrano sufficienti ad alleviare le conseguenze di carattere sociale prodotte dalla crisi recente, né tantomeno ad alimentare un’offerta di lavoro già stimolata con interventi specifici ma, di fatto, inferiore alle attese».
Bort guarda al prossimo futuro con preoccupazione: «se, da una parte, i numeri del Prodotto interno lordo sembrano procedere in linea o addirittura leggermente meglio rispetto alle tendenze degli ultimi anni, dall’altra, nei prossimi mesi dovremmo assistere a un cambiamento importante nelle principali determinanti della crescita. È probabile che la fase di stagnazione salariale e il recupero dei prezzi di alcune materie prime provochino una drastica decelerazione del potere d’acquisto delle famiglie e, conseguentemente, un rallentamento dei consumi. Secondo alcuni osservatori, il testimone della crescita dovrebbe – e il condizionale è d’obbligo – passare alle esportazioni; tutto ciò a patto che le previsioni su una ripartenza del commercio mondiale trovino conferma».
«Se nel complesso il 2016 può essere giudicato positivamente, preoccupano le prospettive per il 2017, che in parte si sono delineate nel quarto trimestre dell’anno scorso. In particolare – secondo Bort -, la domanda interna mostra un trend decrescente, mentre le esportazioni non propongono nessuna indicazione di recupero. Accanto a ciò, anche la dinamica occupazionale, dopo aver evidenziato un andamento positivo nella parte centrale dell’anno, pare in rallentamento. Peraltro, non tutti i segnali volgono in negativo, dato che gli ordinativi risultano in leggera ripresa e i giudizi degli imprenditori sulla redditività delle proprie imprese tra un anno si mantengono complessivamente in miglioramento».