Presentato il bilancio “sociale” del Consiglio provinciale di Trento

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ConsiglioPat Rendiconto sociale 2016 presidente e vice
Un anno di attività all’insegna di leggi, petizioni, interpellanze ed altro

ConsiglioPat Rendiconto sociale 2016 presidente e viceVentuno leggi provinciali per 403 articoli complessivi, 47 giornate  d’aula per 252 ore di lavori, ma anche 166 sedute delle cinque Commissioni legislative e 68 disegni di legge depositati. Il rendiconto sociale 2016 del Consiglio provinciale – fotografia statistica della scorsa annata – rappresenta bene l’articolazione dell’impegno profuso dall’organo legislativo dell’autonomia trentina.

Il documento è stato presentato nella sede del Consiglio a palazzo Trentini – a nome di tutto l’Ufficio di Presidenza – dal presidente Bruno Dorigatti e dal vicepresidente Walter Viola, assieme alla dirigente del servizio organi collegiali, Giorgia Loss, che ne ha curato la redazione.  Pubblicato anche nel sito del Consiglio provinciale, fornisce tra l’altro un quadro degli atti politici dei singoli consiglieri, nonché le loro percentuali di presenza alle votazioni dell’aula. Si riferisce dell’attività di valutazione delle leggi, della variegata opera di informazione svolta dall’ente, delle iniziative culturali promosse e organizzate, delle collaborazioni istituzionali messe in campo con Bolzano e Innsbruck (in particolare sul fronte del “Dreier Landtag”, che nel 2016 è stato ospitato proprio a Trento), dell’attenzione rivolta agli studenti e agli anziani e pensionati (complessivamente 8.276 ospiti a palazzo Trentini).

Il rendiconto dedica un’ampia sezione alle attività per i cittadini svolte dagli organismi incardinati presso il Consiglio: Autorità per le minoranze linguistiche, Corecom, Commissione pari opportunità, Difensore civico e Garante dei minori, Forum per la pace e i diritti umani.

Gli elevati numeri statistici relativi a tutti i rami d’attività del Consiglio, con le sue commissioni, la conferenza dei capigruppo, l’Ufficio di presidenza, il tavolo per la valutazione degli effetti delle leggi provinciali, l’assemblea delle minoranze, non ultimo poi lo sforzo avviato proprio nel 2016 attorno alla riforma dello Statuto speciale e ai lavori della Consulta provinciale. Dorigatti ha detto che le cifre sono le più alte degli ultimi dodici anni. Viola ha aggiunto che le cifre fotografano un organo realmente complesso e che la sua parte per il Trentino la sta facendo, grazie anche al livello di tutto il suo personale. Al di là del merito dei provvedimenti, il Consiglio c’è e lavora intensamente.

Nel 2016 si è registrato un incremento del 60% delle norme di legge approvate per modificare leggi preesistenti. La sola manovra finanziaria di fine anno è servita ad aggiornare ben 77 leggi provinciali. C’è poi da dire che molto spesso l’attività legislativa provinciale è motivata dalla necessità di adeguarsi alla più recente legislazione nazionale, facendo fronte alla spinta centralista manifestata da Roma. «Nel complesso – ha giudicato Dorigatti – è aumentata nel 2016 l’efficienza e l’efficacia dei provvedimenti legislativi, approvati nell’arco medio di 249 giorni dalla proposta, che nel 60% dei casi è provenuta dal governo provinciale».

Le leggi provinciali vigenti oggi sono nel complesso 387 e tendono a diminuire (per 15 è già avviato l’iter di abrogazione). 230 sono i regolamenti attuativi in vigore, 57 le leggi che attendono ancora il varo appunto della normativa di dettaglio rimessa alla Giunta provinciale. A queste si aggiungono 5 petizioni popolari che la necessità della popolazione, in tempo di crisi dei partiti e della rappresentanza politica, di arrivare al Consiglio senza mediazioni ed elaborazioni intermedie, spesso inconcludenti a causa del generale basso livello di qualità e preparazione degli eletti nella legislatura in corso.

Gli emendamenti ai disegni di legge nel corso nella legislatura sono stati fino ad ora 32.665 in gran parte effetto dell’ostruzionismo praticato dalle opposizioni, che finora è stato affrontato e risolto attraverso la mediazione politica.

Dorigatti ha detto chiaramente che «non ci sono le condizioni per cambiare le regole e magari eliminare anche l’attuale meccanismo con cui le opposizioni chiedono e ottengono la discussione in aula senza tempi d’intervento contingentati. Non esiste il voto di fiducia nel nostro ordinamento provinciale – ha spiegato il presidente – e quindi la maggioranza non può allungare il passo e imporre la propria volontà. Credo che sia più ragionevole continuare a fare affidamento sulla mediazione e la trattativa politica, i frutti fin qui sono stati buoni».

Dorigatti ha poi detto che «si lavora dunque per valorizzare il Consiglio e per questo si presta molta attenzione alla trasparenza dell’ente, all’investimento in formazione del personale. Si è fatta la scelta dei sistemi informatici open source e si è ottenuto il certificato del Family Audit. Come linea di tendenza generale, morigeratezza e oculatezza nell’impiego delle risorse economiche».