Prosegue al visita della presidente del Friuli Venezia Giulia in America Latina dove vivono 10.000 oriundi
Prosegue la visita in America Latina della presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani che ha avuto incontri ad alto livello.
«Questa visita ha aperto nuovi canali di comunicazione» ha esordito il presidente del Senato della Repubblica argentina, Federico Pinedo ricevendo nella sede del Congresso parlamentare di Buenos Aires i rappresentanti missione istituzionale della Regione Friuli Venezia Giulia. Di fronte a Pinedo e ai parlamentari argentini più vicini ai temi del Friuli Venezia Giulia, la presidente Debora Serracchiani, dopo aver illustrato i vantaggi competitivi e le ambizioni dell’economia regionale, ha ricevuto dal presidente del Senato l’assicurazione che i temi della regione che è stata “madre” per tanti emigranti di allora troveranno sempre ascolto, interesse e impegno nelle sedi parlamentari di Buenos Aires. Nell’incontro, la presidente del Friuli Venezia Giulia era accompagnata dall’assessore regionale Gianni Torrenti e dall’ambasciatore d’Italia a Buenos Aires, Teresa Castaldo.
Nel corso dell’incontro con Pinedo sono state sollevate alcune analogie tra le difficoltà dell’Europa a restare unita e al dialogo complesso tra i Paesi dell’America Latina legati al mercato comune Mercosur. «I Paesi europei, così come quelli dell’America Latina, tendono a chiudersi e diventa così più difficile riaprire il dialogo reciproco su questa direttrice. Sono preoccupata per questo – ha detto Serracchiani – ma spero che si trovi la forza di reagire».
In precedenza, Serracchiani e Torrenti avevano incontrato i corregionali all’estero dell’Argentina e i rappresentanti del Sistema Italia a Buenos Aires, i fiori all’occhiello della nostra presenza in Sud America, portatori di interessi nei ruoli di grandi imprese o come soggetti particolarmente attivi e meritevoli della vita produttiva e sociale. L’ambasciatore Teresa Castaldo, padrona di casa, ha illustrato l’attuale condizione dell’Argentina, che cerca di ripartire con il governo guidato dal presidente Mauricio Macri dopo un periodo di grande difficoltà.
Successivamente, Serracchiani e Torrenti si sono incontrati con il ministro dei Trasporti argentino, Guillermo Dietrich, insieme con il sottosegretario Jorge Meltz, i quali hanno proposto di avviare immediatamente contatti tra il porto della capitale argentina e l’Autorità di sistema del mare Adriatico orientale, che include gli scali di Trieste e Monfalcone. Le autorità argentine hanno manifestato “grande interesse” per il porto franco di Trieste, scalo in forte espansione negli ultimi anni. Secondo il ministro dei Trasporti argentino, «è una bella sfida», anche perché, come ha osservato il sottosegretario Meltz, «le due autorità possono accordarsi rapidamente» per conoscere nel dettaglio tutti i vantaggi della cooperazione. Serracchiani ha segnalato la «forte scommessa del Governo italiano sul porto di Trieste, primo porto ferroviario d’Italia, che ha riguarda infrastrutture e dotazione tecnologica e si è tradotta nell’aumentata capacità di trasporto ferroviario, mentre sono già stati avviati i lavori per il raddoppio della piattaforma logistica».
In Argentina, vivono 3/400.000 connazionali, di cui 10.000 originari del Friuli Venezia Giulia. I corregionali, le cui delegazioni sono impegnate negli Stati generali a Buenos Aires, hanno raccontato alla presidente Serracchiani il loro impegno per preservare le radici, friulane, giuliane, istriane, dalmate o slovene, e la volontà di promuovere la crescita del Paese in cui vivono senza mai dimenticare lingua, tradizioni e storia nella loro presenza in America Latina. In questo senso, l’Istituto italiano di cultura svolge una funzione riconosciuta, accanto ai sodalizi dei corregionali. Come ha ricordato la direttrice Maria Mazza, gli allievi dei corsi di lingua italiana sono 800. Dalla rete consolare guidata dall’ambasciata vengono prodotti 15.000 passaporti italiani l’anno e riconosciute, in media annuale, al termine dell’istruttoria, 5.000 cittadinanze.
Secondo l’assessore alla cultura Torrenti, può iniziare ora una fase nuova in cui «è auspicabile che i cittadini del Friuli Venezia Giulia accrescano la loro conoscenza personale, legata ma non limitata ai social, dei luoghi di vita e di lavoro dei nostri corregionali in America Latina». Torrenti, ricordando che la scelta della Regione è stata di incrementare anziché tagliare le risorse ai corregionali, ha evidenziato come si siano voluti premiare sotto il profilo finanziario i progetti condivisi tra le associazioni. L’attuale Amministrazione regionale si accinge a un ulteriore passaggio migliorativo, come ha anticipato Torrenti, che consiste nel rivalutare i contributi alle associazioni dei corregionali riconosciute, inserendo alcuni criteri oggettivi di valutazione.
La parola è passata quindi ai rappresentanti dei sodalizi. Di ricambio generazionale e di corregionali ambasciatori delle eccellenze regionali ha parlato Stefano Lovison, di Ente Friuli nel Mondo. Franco Miniussi, vicepresidente dei Giuliani nel Mondo, ha tratto un bilancio positivo sui passi in avanti fatti da ottobre 2015, data dell’evento preparatorio plenario di Trieste. Se anche Cecilia Brumat (Alef) ha sostenuto l’opportunità di un avvicendamento degli attuali dirigenti dei sodalizi, Renzo Mattelig (Unione emigranti sloveni) ha posto l’accento sulla necessità di uno spazio culturale comune indipendente dallo spazio di vita geografico, mentre Bruna Zuccolini (Eraple) ha suggerito di tenere insieme i temi dell’emigrazione del passato con le nuove partenze di giovani verso l’estero entro la cosiddetta “mobilità” per il lavoro. Da Michele Bernardon, presidente di Efasce, nel contesto dell’8 marzo, è giunto, infine, l’invito ad approfondire l’immane vicenda delle donne dell’emigrazione, fatta di storie di disagio, incomprensione e solitudine.