Commercio elettronico: il Veneto è solo XIII in Italia per imprese che commerciano “on line”

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Bonomo: «la percentuale è cresciuta del 4,3% in 4 anni ma non basta. Dobbiamo accompagnare le imprese a capire l’importanza del proporre i propri prodotti al mondo»

e commerce 1Cresce la presenza delle imprese venete nella vendita “on line” ma non abbastanza e meno che nella media del Paese. Il Veneto è solo tredicesimo in Italia nella speciale classifica della percentuale di imprese che effettuano vendite “on line”, superato dalle provincie di Bolzano (2) e Trento (3), dal Friuli venezia Giulia (7) e dall’Emilia Romagna (10), con un valore inferiore anche alla media italiana.

I dati emergono dal rapporto su “E-commerce, acquirenti on line e imprese che vendono con il commercio elettronico”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su dati Istat del 2016.

Nel 2016 “solo” il 10,5% delle aziende venete sopra i 10 dipendenti ha venduto i propri prodotti on line contro una media italiana dell’11%. La percentuale è cresciuta sì, ma solo del 4,3% negli ultimi 4 anni contro una media del +4,8%. La realtà regionale è addirittura “peggiorata” dal 2012 periodo in cui ci si trovava all’ottavo posto del rank nazionale.

«Dobbiamo accompagnare le imprese a capire l’importanza del proporre i propri prodotti al mondo – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Agostino Bonomo -: solo chi è in grado di reinventarsi e accogliere i cambiamenti del mercato con reattività può portare avanti la propria attività con serenità sul mercato. Cogliere le opportunità dell’e-commerce è vitale per il settore artigianale, sia per aprire nuovi canali di vendita che per allargare il bacino di clientela al turismo. Per questo Confartigianato del Veneto ha deciso di organizzare un insieme di incontri territoriali “E-commerce: promuovere l’azienda attraverso il turismo artigianale” rivolti alle aziende per offrire loro nuove soluzioni di commercializzazione attraverso due servizi innovativi: il primo di  accompagnamento alla vendita online di esperienze di turismo artigianale attraverso i portali “Vivovenetia” e “Discovering Artigianato” ed il secondo di integrazione della vendita dei propri prodotti online tramite Amazon “Made in Italy”».

Secondo Bonomo «con questi strumenti cerchiamo anche di superare alcune criticità segnalate dalle imprese che in parte spiegano l’ancora bassa propensione ad effettuare vendite mediante il commercio elettronico come quella della logistica (trasporto, spedizione e consegna delle merci vendute via web) segnalata nel 29,4% dei casi di imprese che non utilizzano il web, il rapporto costi/benefici indicata dal 27,4%, i problemi relativi ai pagamenti online nel 21,9% dei casi, la sicurezza informatica e la protezione dei dati nel 18,5% dei casi e il quadro legislativo di riferimento nel 17,9% dei casi».

Tornando alla ricerca, in Veneto a contraltare di imprese un po’ fredde, c’è l’utenza che aumenta. La percentuale di coloro (con età superiore ai 15 anni) che hanno ordinato e comprato prodotti e servizi “on line” è tra le più altre del Paese 56,3% – 5a posizione dietro a Valle D’Aosta (64,4%), Trento (62,7%), Friuli (58%) e Toscana (57,7%) -. Aumentata di 7 punti percentuali tra il 2015 e 2016, passando così dal 49,4% per arrivare al 56,3%. Ricordiamo che nel 2015 erano 1.286.000 passati a 1.567.000 nell’anno appena concluso.

«La voglia di e-commerce quindi cresce – conclude Bonomo – e va intercettata. Per giunta internet è un modo intelligente di vendere i prodotti e promuovere il valore artigiano dei territori e consente di abbattere le distanze e di raggiungere mercati lontani. Purtroppo, però, ci sono ancora problemi legati a siti web non adeguati al commercio digitale, a cataloghi ancora solo in italiano e non plurilingue e, in alcune aree, a infrastrutture tecnologiche (linee internet) che, di fatto, limitano l’operatività delle imprese». 

In valore assoluto gli acquisti “on line” in Italia vengono effettuati da 16.123.000 utenti internet over 15 e nell’ultimo anno gli acquirenti online sono saliti di 1.347.000 unità, pari al 9,1% in più. In particolare il 28,7% ha ordinato o comprato merci o servizi negli ultimi tre mesi, il 12,0% nel corso dell’anno e il 9,7% più di un anno fa.

La maggiore presenza di acquirenti online si riferisce a “Viaggi e trasporti” (40,9%) e “Abiti e articoli sportivi” (40,2%), seguiti da “Informatica e tecnologia” (31,5%), “Articoli per la casa” (30,5%), “Libri, giornali, riviste” (inclusi e-book), materiale per la “Formazione a distanza” (28,5%) e “Film, musica, biglietti per spettacoli” (25,8%). Quote più contenute di acquirenti online per “Servizi di telecomunicazione” (10,8%) e “Prodotti alimentari” (8,6%).

Va peraltro segnalato che per i prodotti che maggiormente interessano l’offerta delle imprese artigiane si sono registrati i tassi di crescita a doppia cifra degli acquirenti online: quelli di “Prodotti alimentari” salgono del 31,9%, con una variazione di 1,3 punti della quota di 7,3% del 2015, gli acquirenti di “Abbigliamento” sono in aumento del 18,2% (+2,3 punti di quota), quelli di “Articoli per la casa” in aumento del 17,8% (+1,7 punti la quota).

In questi tre comparti l’analisi dei dati dell’Osservatorio acquisti CartaSi evidenzia che a fronte di uno acquisto medio di e-commerce con carta di credito di 64 euro, si registrano 92 euro per “Beni per la casa”, 63 euro per “Abbigliamento e calzature” e 58 euro per “Alimentari”.

Gli acquirenti “on line” sono maggiormente presenti tra gli uomini (31,5%) rispetto alle donne (25,7%). Per gli uomini registriamo una maggiore propensione all’acquisto di “Informatica e tecnologia” (42,0% vs. 17,5% delle donne), mentre le donne presentano una maggiore propensione all’acquisto “on line” per “Abbigliamento” (46,4% vs. 35,6% degli uomini).commercio elettronico