Prosecco contro nuovo Asti secco: si profila nuova guerra delle bollicine

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Zanette: «non ci risulta il “via libera” dal Ministero». Zaia al convegno di apertura dell’antica fiera di Godega Sant’Urbano: «attenzione all’eccessivo rincaro del prezzo del Prosecco»

prosecco bollicine bicchieri vinoSi profila una guerra delle bollicine tra il Consorzio Asti e il Sistema Prosecco che guarda con preoccupazione alla richiesta avanzata presso il ministero delle Politiche agricole dai produttori piemontesi di autorizzare, con una modifica al disciplinare della Docg Asti, la nuova linea brut Asti Secco.

«Allo stato attuale, per quanto ci riguarda, non vi è alcuna evidenza che quanto approvato dalla Commissione tecnica del Comitato nazionale vini corrisponda a quanto annunciato alla stampa» afferma Stefano Zanette, presidente della società Sistema Prosecco scarl che rappresenta i tre Consorzi di tutela del Prosecco, dopo l’annuncio fatto dall’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero, sull’approvazione da parte della Commissione tecnica che fa capo al ministero dell’agricoltura del disciplinare della nuova Doc Asti tipologia Secco. 

«Riteniamo – aggiunge Zanette – che la Commissione tecnica, cui compete un giudizio di legittimità, abbia proposto degli emendamenti al testo del disciplinare presentato dal Consorzio dell’Asti, al fine di individuare soluzioni coerenti con l’impianto normativo vigente, come da noi auspicato. Al di là di tutto – conclude Zanette – a noi non resta che attendere di verificare come il nuovo disciplinare dell’Asti verrà declinato ed eventualmente applicato e di conseguenza agiremo, nei modi e nei tempi che la normativa prevede». 

Il Sistema Prosecco aveva già espresso, all’atto della presentazione presso il ministero della richiesta di modifica del disciplinare della Docg Asti, la preoccupazione che il via libera all’Asti Secco ingenerasse confusione nel consumatore e potesse ulteriormente ledere la denominazione Prosecco già sotto attacco dei ripetuti tentativi d’imitazione all’estero.

Oltre che dalle imitazioni, il Prosecco deve guardarsi anche dalla tentazione di cavalcare il successo del vino e rialzarne troppo le quotazioni sul mercato. Una preoccupazione fatta propria dal governatore del Veneto, Luca Zaia, parlando al convegno di apertura dell’antica fiera di Godega Sant’Urbano (Treviso) “Quale futuro per il Prosecco?” alla presenza di oltre 750 operatori del settore: «gli agricoltori non devono essere bulimici, i prezzi devono diventare un accordo di filiera per non far fare al Prosecco la fine del Cava (spumante spagnolo ndr)». 

«La produzione di quest’anno – ha aggiunto Zaia – deve avere già un prezzo certo, definito, per chi opera sui mercati internazionali; bisogna quindi “cappare” il prezzo e decidere che il prezzo “politico” è quello, ma non per fare un cartello e guadagnare di più, bensì per mantenere il mercato». Pilastri del futuro del prosecco, ha spiegato il governatore, devono essere quindi la gestione accorta dei prezzi – il Prosecco genera un’economia da 5 miliardi di euro l’anno – il rispetto dell’ambiente e della salute, e la differenziazione. 

«I produttori – ha sottolineato Zaia – sono stati eccezionali e hanno investito ma, anche per non subire attacchi in futuro da parte di concorrenti infastiditi per il successo del Prosecco, dobbiamo diventare “i primi della classe”: adottare tecniche rispettose dell’ambiente e andare verso la certificazione ambientale totale, del prodotto e del processo. Va sfatato il mito che solo in Veneto si usino i fitofarmaci, ci sono protocolli internazionali che regolamentano il loro uso, e non è giusto che sul banco degli imputati finiscano solo i nostri agricoltori. Ma noi dobbiamo essere degli apripista. Le prime azioni da fare sono: eliminare l’uso dei disseccanti tra i filari, acquistare atomizzatori con sistemi di recupero della deriva e optare sempre di più per trattamenti biologici».