Il gruppo nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra occupa 1.100 dipendenti per la poduzione di motori diesel e a gas
«Lo stabilimento Wärtsilä di Bagnoli della Rosandra è un orgoglio della nostra regione che fotografa quell’“Industria 4.0” cui tiene particolarmente il Governo e che può aiutare il nostro Paese a produrre bene, in questo caso motori di qualità, difendendoci dall’aggressività degli altri mercati» ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, al termine della visita nello stabilimento triestino del colosso mondiale della motoristica navale e terrestre. Serracchiani ha potuto apprezzare le caratteristiche degli impianti, accompagnata dal presidente e amministratore delegato di Wärtsilä Italia, Guido Barbazza, e con l’illustrazione tecnica di Andrea Bochicchio, direttore di produzione L.B. (Large Bore) di Wärtsilä Corporation.
Serracchiani ha evidenziato come valga la pena «aprire lo stabilimento alle persone perché possano capire la qualità e l’importanza dell’attività che viene fatta qui, la competenza e la professionalità dei lavoratori e anche i grandi cambiamenti che si stanno apportando». Tesi condivisa da Barbazza, che ha sposato l’opportunità di «far vedere e toccare con mano ad autorità e cittadini una delle realtà più grandi al momento specializzate in questo settore».
Dallo stabilimento di Bagnoli, che occupa 1.100 delle 1.350 persone alle dipendenze di Wärtsilä Italia (la quale ha sedi anche a Milano, Genova, Napoli e Taranto), escono motori quattro tempi diesel e a gas e prodotti legati alla propulsione nel settore marino e terrestre. L’azienda è, inoltre, impegnata nell’attività “service”, che, come ha spiegato Barbazza, «sta avendo un grande impulso con l’avvento della digitalizzazione» e ha sede proprio a Bagnoli: grazie alle tecnologie più avanzate a realtà aumentata vengono monitorati i motori marini e terrestri nel Sud Europa e in Africa.
Il “Contract center” è stato illustrato alla presidente Serracchiani dalla responsabile Emanuela Rusconi al termine di un giro dettagliato nella fabbrica il cui rinnovamento punta ad accorciare i tempi di consegna del 70%, riducendo al tempo stesso gli spazi di immagazzinamento del 65%. Tutto ciò avviene grazie alla radicale evoluzione tecnologica impressa allo stabilimento triestino negli ultimi 20 mesi secondo il progetto “1Building”, che ha consentito, mediante investimenti pari a 15 milioni, di innovare le linee senza mai fermare la produzione.
Serracchiani ha ricordato, infine, il ruolo della Regione a supporto delle politiche industriali e dei livelli occupazionali dello stabilimento triestino. «Siamo estremamente attenti al lavoro – ha osservato -, a un lavoro sempre più competente e professionale come quello che oggettivamente qui c’è e ad accompagnare processi produttivi che si traducono in cambiamenti e miglioramenti».