Cimice della frutta: dalla Regione Emilia Romagna 10 milioni di euro per reti anti-insetto su 4.000 ettari

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cimici asiatiche Cimice asiatica Halyomorpha halys
La cimice asiatica.
Caselli: «siamo in prima linea nella lotta a tutto campo contro questo pericoloso parassita, ma serve anche l’impegno del Governo e dell’Unione Europea»

Cimice asiatica Halyomorpha halysUn bando da 10 milioni per finanziare l’acquisto e l’installazione da parte degli agricoltori di reti anti-insetto per la protezione degli impianti frutticoli a rischio; una cabina di regia unica regionale per coordinare gli interventi sul territorio con la partecipazione di tutti i soggetti interessati (servizi fitosanitari, Università, enti di ricerca, organizzazioni dei produttori, centrali cooperative, ecc.) e l’avvio nella prossima primavera dei primi test sperimentali di lotta biologica con il lancio massivo di insetti predatori del pericoloso fitofago.

Sono i nuovi interventi messi in campo dalla regione Emilia-Romagna per contrastare l’avanzata della Cimice asiatica (Halyomorpha halys), la specie “aliena” che provoca gravissimi danni alle colture frutticole – in primis le pere, ma anche mele, kiwi e pesche – e che dopo le prime apparizioni qualche anno fa nel Modenese si sta diffondendo a forte velocità nel resto del territorio regionale, a partire dalle province limitrofe di Bologna, Ferrara, Reggio Emilia, e che dall’anno scorso ha fatto la sua comparsa anche nel Ravennate e in provincia di Forli-Cesena.

Il punto sui primi risultati e sulle prospettive di lotta all’insetto-killer è stato fatto nell’ambito di un affollatissimo convegno organizzato a Bologna dalla Regione, che ha chiamato a raccolta decine di esperti, ricercatori universitari e tecnici dei consorzi fitosanitari provinciali da tempo impegnati nello studio di efficaci metodi di difesa contro la cimice, le cui punture provocano deformazioni e altri inconvenienti ai frutti, rendendoli del tutto inidonei alla commercializzazione. Una minaccia che colpisce in misura diversa anche le altre regioni del Nord Italia.

«Siamo la Regione in prima linea nel combattere la cimice – ha sottolineato nell’intervento conclusivo l’assessore regionale all’agricoltura, Simona Caselli -. Stiamo facendo ogni sforzo sia dal punto di vista organizzativo che delle risorse finanziarie per fornire agli agricoltori la necessaria assistenza tecnica, individuare efficaci metodi di contrasto e intervenire a difesa del reddito degli agricoltori. Per questo auspichiamo che anche il Governo e l’Unione Europea facciano la loro parte e mettano a disposizione risorse adeguate per affrontare un’emergenza che rischia di coinvolgere l’intero settore ortofrutticolo dell’Europa meridionale». 

Significativi passi avanti – è stato evidenziato all’incontro – sono stati compiuti nella messa a punto di sistemi di monitoraggio e nella conoscenza della biologia del fitofago; tuttavia al momento non sono disponibili tecniche o rimedi in grado di bloccare l’espansione della “Cimice della frutta”.

Proprio per andare in soccorso ai produttori che nelle zone più colpite hanno visto compromessi negli ultimi anni i loro raccolti la Regione sta predisponendo un bando con un plafond di 10 milioni del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 che saranno impiegati per la concessione di contributi all’acquisto e installazione di reti anti-insetto a difesa dei frutteti minacciati dalla cimice. Gli interventi potranno essere effettuati in tutto il territorio regionale, con priorità alle aree e alle colture più a rischio. L’aliquota di sostegno è pari al 50% della spesa ammissibile, che va da un minimo di 5.000 ad un massimo di 250.000 euro.

Il bando in via di emanazione permetterà il completamento con coperture laterali di impianti di protezione già esistenti, ad esempio le reti antigrandine. Si stima che in questo modo potranno essere dotati di un sistema di protezione passiva circa 4.000 ettari di frutteti. Per l’installazione di reti anti-insetto complete in impianti frutticoli di nuova realizzazione si potrà invece beneficiare del sostegno finanziario dei programmi operativi delle Op nell’ambito dell’Ocm ortofrutta, con contribuiti che anche in questo caso dovrebbero aggirarsi intorno al 50%. Questi interventi di sostegno si vanno ad aggiungere ai 900.000 euro stanziati recentemente dalla Regione per abbattere fino a 1,5 punti il costo dei prestiti di conduzione alle imprese attraverso la concessione di un contributo in conto interesse per il tramite degli Agrifidi, con priorità, appunto, a quelle danneggiate dalla Cimice asiatica.  

Sul fronte della ricerca e dell’assistenza tecnica, la Regione è corsa ai ripari con diverse iniziative. In primo luogo il Servizio fitosanitario regionale ha già delineato le possibili strategie di lotta integrata, cioè a basso impatto ambientale, per le diverse colture a rischio; metodi e tecniche di difesa adattabili ai diversi ambiti territoriali in stretta e costante collaborazione con la rete dei tecnici agricoli. A questo proposito è in corso una procedura per arruolare una dozzina di tecnici di rinforzo ed è già stata avviata una campagna di informazione per sensibilizzare gli agricoltori sul tema. Sarà poi potenziata ed ulteriormente allargata la rete di monitoraggio sulla presenza della cimice asiatica nelle diverse aree regionali.

In parallelo alle attività sperimentali già avviate – nel 2016 la Regione ha concesso un contributo di 27.000 euro per il completamento di indagini condotte dal Consorzio fitosanitario di Modena e ha finanziato con circa 380.000 euro un progetto triennale di ricerca  che vede come capofila il Crpv di Cesena –  sono poi in fase di definizione ulteriori protocolli che riguardano la messa a punto di nuovi modelli previsionali sullo sviluppo e la diffusione della Cimice, le tecniche di cattura di massa del fitofago e l’avvio della lotta biologica con i primi lanci sperimentali di predatori e/o parassiti.