Mart, presentato il programma di attività 2017

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MART Ilaria vescovi gianfranco maraniello
Il 2016 si è chiuso con l’aumento dei visitatori, la riduzione dei costi operativi, la riorganizzazione delle Collezioni museali e la nuova pianta organica. Soddisfazione del direttore Maraniello e della presidente Vescovi

MART Ilaria vescovi gianfranco maranielloÈ positivo il bilancio annuale del Mart. Sono tanti gli indicatori che consentono di esprimere soddisfazione, tra cui il numero dei visitatori in crescita. Un museo pubblico è però molto più dei propri visitatori e degli indicatori economici: è patrimonio, attività, progetti, ricerca, comunità, territorio, sinergie, persone.
Il 2016 è stato un anno di sfide importanti – alcune delle quali non ancora chiuse – e gli evidenti risultati sono un invito a procedere nella direzione segnata, per migliorare ancora e costantemente. I risultati di gestione del museo sono stati presentati dalla presidente Ilaria Vescovi e dal direttore Gianfranco Maraniello.

Tanto dal punto di vista gestionale, quando dal punto di vista della programmazione espositiva e della ricerca scientifica, i successi del 2016 rappresentano la base sulla quale sviluppare una progettualità coerente e crescente. Con l’obiettivo di confermare il posizionamento e il rafforzamento del Mart, la programmazione del 2017 seguirà tre principali direzioni: la valorizzazione del patrimonio e dell’architettura, la produzione di grandi mostre e la promozione del territorio. 

Fin dalla fine del 2015, il pubblico del Mart ha potuto ritrovare i capolavori delle Collezioni museali, riallestite su due piani in percorsi cronologici e tematici: L’invenzione del moderno e L’irruzione del contemporaneo.
Costituite nel tempo grazie a una politica di importanti acquisizioni, depositi e donazioni, le Collezioni del Mart attraversano 150 anni di storia, dalla fine del XIX secolo a oggi, con particolare attenzione alle vicende dell’arte in Italia. 

Con il nuovo assetto espositivo, è stato ridisegnato lo schema allestitivo del museo. Riferimento primario del progetto di ripensamento degli spazi è la struttura stessa del Mart, icona dell’architettura contemporanea e indiscusso elemento di riconoscibilità. Mai come ora gli allestimenti delle mostre dialogano con il progetto architettonico e con il paesaggio circostante. A 14 anni dall’inaugurazione del museo, inoltre, un necessario rimodernamento è stato inteso come occasione per il miglioramento degli standard museali e della qualità della fruizione. Dopo i primi interventi nel 2016, si procederà durante il 2017 alla revisione di alcuni elementi strutturali, al fine di ottimizzare la funzionalità. Per garantire coerenza con il disegno originale, il Mart si avvale ancora una volta del contributo eccezionale di Mario Botta che, progettandolo, ne ha definito la forte identità architettonica. Tra i prossimi interventi, la revisione degli spazi della caffetteria e quelli all’aperto retrostanti il museo.

Nel 2017 nuove opere appartenenti ad alcune tra le maggiori collezioni italiane giugneranno al Mart. È il caso delle collezioni Alessandra Allaria, Panza di Biumo e Gemma De Angelis Testa, presidente dell’Associazione dei collezionisti italiani. L’ingresso di nuove raccolte è l’occasione per ripensare e aggiornare le esposizioni permanenti. 

Al centro del programma, sia nel riallestimento della permanente sia nel calendario delle mostre temporanee, tornano quindi le Collezioni. L’attività espositiva è pensata per valorizzare il patrimonio del Mart e per dialogare con le opere delle sue raccolte. Continui e costanti rimandi tra i percorsi di mostre consentiranno di rafforzare il posizionamento identitario del museo di Trento e Rovereto. 

Dal punto di vista dell’offerta al pubblico, l’anno comincia con il riallestimento delle sale dedicate ai capolavori del Mart.
Al secondo piano, il nuovo assetto della mostra permanente L’irruzione del contemporaneo, in continuità con l’allestimento del 2016, rinforza i rimandi spaziali che legano l’architettura del museo al paesaggio, evidenziando la continuità fra opere e ambiente. Giù i muri, l’apertura degli spazi coincide con l’apertura dei linguaggi, interpretando un tema centrale dell’arte del secondo dopoguerra: la ricerca di una dimensione che oltrepassi i confini tradizionali della cornice e del piedistallo. La mostra sviluppa un percorso cronologico attorno ai principali protagonisti dell’arte contemporanea in Italia: Alberto Burri, Lucio Fontana, Pietro Manzoni, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Salvatore Scarpitta, Grazia Toderi. 

In questo quadro, il felice ritorno della Collezione Panza di Biumo permette una migliore messa a fuoco della scuola minimalista e concettuale. Tornerà a Rovereto “The Eight Investigation, Proposition 3, (1971)”, una grande installazione di Joseph Kosuth, già presentata al pubblico del Mart in occasione della mostra “Conceptual Art. The Panza Collection”. Tra i nuovi arrivi anche “43 Drawings (1971-1972)”, di Hanne Darboven, e due pitture murali: “Wall Drawing No.152, (1973)” di Sol LeWitt e “An Eleven Day Wandering Walk. Australia (1982)” di Hamish Fulton. 

La Collezione Gemma De Angelis Testa e l’aggiornamento delle collezioni Agi Verona e De Iorio portano in dote lavori di alcuni grandi nomi dell’arte contemporanea come Fischli & Weiss, Adrian Paci, Mark Leckey. Completa il nuovo percorso il rinnovamento delle opere ospitate sulle pareti del “muro” ideato per il Mart da Jonathan Monk. 

Tra febbraio e marzo, infine, verrà riallestita “prettymucheverywordwritten, spoken, heard, overheard from 1989” la grande installazione murale di Douglas Gordon, di proprietà del Mart, tra le più amate dai visitatori. 

Per quanto riguarda l’area moderna, oltre al costante aggiornamento delle Collezioni e del percorso di visita permanente L’invenzione del moderno, particolare attenzione sarà posta su quello straordinario e fertile momento storico che fu il Primo Novecento in Italia. 

Sulle ricerche e sulle proposte relative a questo periodo, ricco di tante tendenze, il Mart diventa, via via, riferimento iconografico e scientifico riconosciuto.
La proficua attività di prestiti, dal Mart e per il Mart, rappresenta inoltre l’occasione per riallestire periodicamente le sale dedicate alla permanente. Per il primo semestre del 2017, per esempio, rientrano a Rovereto alcuni capolavori assoluti, concessi in prestito o sottoposti a restauro, tra cui La carrozzella di Carlo Carrà (1916), dopo le mostre di Parigi e Firenze, e le restaurate tele Le ereditiere (Le sorelle) (1910) di Casorati e la Signora in rosso (1931) di Rho. A partire da marzo le sale dedicate al Futurismo torneranno a splendere con velocità di automobili, vortici, compenetrazioni iridescenti e “numeri innamoratissimi”. 

Attraverso le grandi mostre tematiche, la proposta del museo indagherà quella dimensione di continuità storica non riducibile al susseguirsi agonistico delle Avanguardie. Le esposizioni affronteranno il persistere dell’idea di “canone”, indagheranno la relazione con il reale come “modello” e presenteranno i grandi maestri del Novecento come Campigli, Martini, Casorati, Carrà, De Chirico. L’ingresso della Collezione Allaria porterà al Mart un importante nucleo di opere di Mario Sironi, a cui verrà dedicata la prima mostra dell’anno, a partire dal 5 marzo. 

In linea di continuità con il 2016, il programma dedicato alle Collezioni si amplia periodicamente nei Focus, veri e propri approfondimenti tematici e monografici pensati per esplorare le radici dell’arte italiana contemporanea, i movimenti storici internazionali, le nuove emergenze partendo dal vasto patrimonio del Mart che comprende, oltre alle opere, preziosi documenti conservati presso l’Archivio del ’900. 

All’interno della politica di valorizzazione del patrimonio museale, risultano chiaramente centrali la figura di Fortunato Depero e la promozione della Casa d’Arte Futurista a lui intitolata. Così come il Mart, anche Casa Depero sarà oggetto di interventi tecnici volti ad aumentare gli standard museali in vista di progetti sempre più rilevanti. L’opera dell’artista trentino verrà promossa con particolare attenzione, tanto nelle programmazione roveretana, quanto in grandi mostre organizzate altrove, con la collaborazione e il contributo scientifico del Mart. È il caso dell’importante monografica della Fondazione Magnani Rocca: Depero il Mago (18 marzo – 2 luglio 2017) e dell’esposizione Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia, Musei San Domenico di Forlì dall’11 febbraio al 18 giugno, che espone, oltre a numerosi capolavori provenienti dal Mart, le celebri tarsie deperiane normalmente esposte a Casa Depero. Approfittando di questi prestiti, anche la Casa è stata parzialmente riallestita. Il primo semestre del 2017 offrirà ai visitatori l’eccezionale opportunità di vedere, per la prima volta a Casa Depero, la celebre scenografia ideata da Depero per Le chant du Rossignol, il balletto ispirato alla fiaba di Hans Christian Andersen, musicata da Igor Strawinskij. Nel 1916 Sergej Pavlovič Djagilev, impresario dei Balletti Russi, commissionò a Depero le scene e i costumi del balletto che purtroppo non andò mai in scena. Nel 2000 il Teatro Massimo di Palermo ricostruì scenografia e costumi partendo da materiali originali deperiani. Questa riedizione della scenografia, che illustra egregiamente il segno sperimentatore futurista, è ora esposta, solo per pochi mesi, a Rovereto. 

Nel 2016 le grandi mostre del Mart hanno portato in Trentino quasi 500 opere provenienti dai maggiori musei del mondo.
In occasione delle mostre temporanee sono arrivate eccezionalmente a Rovereto e Trento opere da numerosi musei come: Segantini Museum – St. Moritz, Museo nacional d’art de Catalunya – Barcelona, Estorick Collection – London, Centre Pompidou – Paris, Getty Research Institute – Los Angeles, The Israel Museum Jerusalem, Museum of Modern Art Osaka, Prins Eugens Waldemarsudde – Stockholm e, tra le istituzioni italiane, Gam di Torino, GAM di Milano, Museo del Novecento – Milano, La Galleria Nazionale – Roma, Fondazione Musei Civici di Venezia, Accademia di Belle Arti di Brera, Peggy Guggenheim Collection – Venezia.
A loro volta oltre 300 opere delle Collezioni del Mart sono state prestate ad altre istituzioni culturali, contribuendo così all’ulteriore sviluppo di quel disegno di valorizzazione del patrimonio che il Mart è chiamato a svolgere.
Un patrimonio in costante crescita: sono state infatti circa 200 le nuove acquisizioni nel 2016, tra acquisti, donazioni e depositi. 

Sarà ricchissimo anche il calendario del 2017. Le mostre di punta sull’arte del Primo Novecento, capaci di richiamare il grande pubblico, avranno luogo durante le stagioni turistiche. Il Mart rinsalda ancora una volta il suo legame con il territorio, del quale si fa promotore attivo. 

Oltre alle già menzionate mostre dedicate alle nuove Collezioni in arrivo al Mart, ai Focus tematici degli Archivi storici, al riallestimento delle sale permanenti, alla diffusione dell’opera di Fortunato Depero, ogni stagione del Mart avrà grandi mostre che consolidano il posizionamento del museo di Rovereto e ne confermano l’impegno sui fronti della ricerca e della qualità della proposta. 

L’anno comincia con la coda delle grandi retrospettive dedicate a Boccioni e Mattiacci e con il riallestimento delle Collezioni permanenti con il quale dialoga, a partire dal 5 marzo, la già citata prima mostra: Focus. Mario Sironi nella Collezione Allaria.
Aprirà in primavera la grande e attesa mostra “Grazia Toderi e Orhan Pamuk. Words and stars”, a cura di Gianfranco Maraniello. Il progetto a quattro mani di una tra le maggiori artiste contemporanee e del premio Nobel per la letteratura 2006 viene presentato al Mart, dal 2 aprile al 2 luglio 2017. Contemporaneamente si inaugura il secondo Focus dedicato alle nuove raccolte museali: Collezione Panza di Biumo. La materia della forma.
Seguirà la grande mostra estiva realizzata in collaborazione con la Fundación MAPFRE di Madrid, a cura di Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari: “Un’eterna bellezza. Capolavori dell’arte italiana nel primo Novecento”, dal 2 luglio al 5 novembre. L’esposizione mette in risalto un preciso aspetto dell’arte italiana del primo Novecento: l’idea di classicità e la ricerca di un canone volti a creare una nuova modernità. Come già accaduto nel 2016 con “I pittori della luce”, la mostra avrà una prima tappa a Madrid (2 febbraio – 4 giugno).
Con inizio estivo e coda nell’autunno, anche la mostra su Armando Testa, il più importante pubblicitario italiano del secolo scorso. Con Testa l’arte contemporanea invade e diventa parte integrante dell’immaginario quotidiano. A cura di Gianfranco Maraniello, dal 22 luglio al 15 ottobre. 

Durante l’autunno, il Mart propone, a partire dal 5 novembre, due monografiche che fanno il punto su recenti ricerche: Carlo Alfano e Francesco Lo Savio. A cura da Denis Isaia e Gianfranco Maraniello, dal 5 novembre, realizzata grazie al proficuo dialogo con il MADRE di Napoli e in collaborazione con l’Archivio Alfano, è la prima retrospettiva dedicata all’artista da un’istituzione pubblica. È a cura di Alberto Salvadori, invece, la mostra sulla breve e densa esperienza creativa di Francesco Lo Savio. Proseguendo la ricognizione sulle pratiche artistiche degli anni Sessanta e Settanta, l’antologica propone circa la metà delle opere realizzate dall’artista. 

L’anno si chiude con una grandiosa esposizione internazionale, dedicata a una stagione tutta italiana dell’arte moderna. “Realismo Magico: l’arte italiana tra metafisica e nuova oggettività 1920-1930”, a cura di Gabriella Belli, Valerio Terraroli, Alessandra Tiddia, accompagnerà i visitatori del Mart nel 2018 (3 dicembre 2017 – 4 marzo 2018) per fare poi tappa a Helsinki e Essen.