Il rapporto degli industriali presentato a Vicenza conferma difficoltà nella classe media
Nel 2016 l’economia del NordEst ha proseguito sulla via della crescita, con andamenti positivi per quanto riguarda i principali indicatori legati alla produzione e al lavoro. E’ quanto emerge dal Rapporto NordEst 2017 presentato nella sede di Confindustria Vicenza.
A fronte di indicatori di segno positivo, come il Pil a +1,1%, i consumi a +1,7, le esportazioni a +1,5% e il numero occupati a +1,0, il rapporto sottolinea un divario nella performance delle imprese, un mercato del lavoro che fatica a dare continuità agli impieghi e una classe media che esprime un disagio crescente. Diventa più palese la difficoltà del NordEst nel trattenere i propri talenti e nel confermare la dinamica di attrazione degli investimenti dall’estero.
Nonostante un contesto nazionale e internazionale molto instabile e complesso, per il secondo anno consecutivo gli indicatori macroeconomici di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige continuano a dimostrare segni di vitalità. I consumi delle famiglie, pur registrando un calo di fiducia, hanno mantenuto un trend positivo, come detto pari al +1,7%. Il +1,5% dell’export, rispetto a un +0,5% a livello nazionale, è tuttavia rallentato rispetto agli anni passati: un’importante eccezione è fornita dall’exploit del settore agroalimentare. I numeri di questo comparto testimoniano una crescita che non può essere qualificata come passeggera: il peso dell’export è passato dal 5% a quasi il 10% in pochi anni, trainato dalla filiera del vino.
Sul fronte del mercato del lavoro, il 2016 è stato un anno di assestamento per il NordEst. Dopo i risultati ottenuti nel 2015 grazie allo sgravio contributivo, lo scorso anno si è assistito ad una riduzione significativa dei contratti a tempo indeterminato (-32% nei primi nove mesi dell’anno). Per contro, vi sono segnali d’incremento nei contratti di apprendistato e nel ricorso allo strumento dei voucher.