Il virtuosismo di Uto Ughi e dei Solisti Veneti a Rovereto

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uto ughi claudio scimone
Appuntamento al Teatro Zandonai con il più famoso violinista italiano impegnato nell’esecuzione di Bach, Haydn e Sarasate

uto ughi claudio scimoneA Rovereto un evento artistico di assoluta eccezione: il 10 febbraio (ore 20.45) nel Teatro Zandonai di Rovereto i Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone accompagneranno il più famoso violinista italiano Uto Ughi in un recital di eccezione.

Il programma sarà dedicato alla storia del virtuosismo strumentale e comprenderà il mirabile Concerto in re minore RV 127 di Vivaldi, le “Variazioni per contrabbasso e archi su temi della “Sonnambula” di Bellini” del “Paganini del contrabbasso, l’ottocentesco Luigi Bottesini, le Variazioni per clarinetto e orchestra di Gioacchino Rossini e, con la partecipazione di Uto Ughi i grandiosi Concerti in la min. di J. S. Bach e in do magg. di Haydn e le acrobatiche Variazioni sulla “Carmen” del violinista spagnolo Pablo Sarasate. 

I Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone sono una delle più popolari orchestre del mondo, applaudite dal pubblico ed elogiate dalla critica per la varietà delle loro iniziative musicali e culturali fra cui più di 6.000 concerti in oltre 90 Paesi, gli oltre 350 titoli da loro registrati in LP, CD e DVD per le più  importanti multinazionali che hanno valso loro i più importanti premi mondiali del disco dal Grammy di Los Angeles a numerosi Prix du Disque dell’Académie Charles Cros e dell’ Académie du Disque Lyrique e infiniti altri. 

Uto Ughi, nato a Busto Arsizio, ha iniziato intorno ai 6 anni lo studio della musica e l’apprendimento delle tecniche violinistiche presso la scuola di musica Giovanni Battista Pergolesi a Varese, debuttando a soli sette anni al Teatro Lirico di Milano e imponendosi subito all’attenzione di critica e pubblico come uno straordinario talento. Già a dodici anni viene considerato un artista espressivamente e tecnicamente maturo. Oggi è considerato fra i massimi esponenti e interpreti contemporanei: la sua carriera non ha conosciuto soste e ha suonato in tutto il mondo con le più rinomate orchestre sinfoniche sotto la direzione dei più importanti maestri. Suona un violino Guarneri del Gesù del 1744, che possiede un suono caldo dal timbro scuro e uno Stradivari del 1701 denominato “Kreutzer” perché appartenuto all’omonimo violinista a cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata.