L’Amarone si presenta nell’annata 2013 alla Gran Guardia di Verona

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consorzio di tutela vini valpolicella
La ricca varietà di Amarone.
Il grande rosso scaligero al centro di tre giorni di studio 

anteprima amarone bottiglieUna tre giorni interamente dedicata al vino “re” non solo del territorio veronese. Al Palazzo della Gran Guardia a Verona si svolta la XIV edizione di “Anteprima Amarone”, l’evento organizzato dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella per presentare l’annata del Grande Rosso veronese appena entrata in commercio. Si tratta del millesimo 2013, che la commissione del Consorzio, riunita poche settimane fa per tracciarne il profilo e il valore, ha definito di qualità medio-alta. Accanto all’annata 2013, 78 cantine partecipanti hanno presentato 150 etichette da degustare, assieme anche ad alcune annate precedenti.

Il Grande Rosso della Valpolicella infatti è già considerato un’icona di stile enologico, per le sue peculiarità legate all’originalità dei vitigni autoctoni da cui si ottiene, al metodo e al territorio di produzione. «Un territorio – ha sottolineato il presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Christian Marchesini – che dai numeri conferma un interesse crescente dei turisti che ricercano la qualità del vino nel paesaggio e nell’attenzione all’ambiente, che in Valpolicella sono tutelati grazie alla certificazione “Riduci Risparmia Rispetta” del nostro Consorzio». 

Colore intenso, ricco in profumi e alcolicità, con un ottimo potenziale di invecchiamento: il profilo viticolo 2013 si ricorderà per l’assoluta divergenza climatica tra la prima fase del ciclo vegetativo e la seconda coincidente con la maturazione. Nel primo periodo, la vite è stata sottoposta a un clima avverso caratterizzato da precipitazioni frequenti e basse temperature; al contrario, da giugno alla maturazione, la pianta ha fronteggiato un andamento meteorologico esattamente opposto. Tutto ciò ha determinato un netto percorso di arricchimento in metaboliti dell’acino e un netto timbro nei vini. 

Il 2013 è un’annata che ben rappresenta il cambiamento climatico, dove variabilità e incostanza meteo sono fenomeni sempre più frequenti, che sottopongono la vite a regimi metabolici opposti ed estremi (proteici e zuccherini), portando a risultati finali a volte inaspettati, ma di grande interesse. Lo stress idrico in pre-invaiatura ha stimolato una intensa attività di sintesi antocianica, polifenolica e tannica. Gli alti valori termici e la carenza di precipitazioni nella fase di maturazione hanno permesso di ottenere uve più sane, mature e ricche di zuccheri. Il periodo autunnale dell’appassimento, inoltre, si è giovato di umidità relativa ridotta (mediamente al di sotto del 60%). In questo contesto climatico i vini del 2013 sono risultati di elevato livello qualitativo con una evidente espressione territoriale e stilistica in un’annata comunque non semplice. Nel dettaglio la commissione di degustazione del Consorzio ha riscontrato una grande eleganza fruttata nei vini di Mezzane, Illasi e Cazzano e una prepotente eleganza e potenza in quelli di Negrar. I vini della vallata di Fumane sono risultati contraddistinti da delicatezza olfattiva ed equilibrio gustativo, mentre quelli di San Pietro in Cariano da note di confettura. Nei vini della vallata di Marano è stata trovata una grande omogeneità territoriale con vini dall’ottima struttura. E’ stata riscontrata nei vini della Valpantena una sempre maggiore identità caratterizzata da morbidezza e grande piacevolezza.

Non solo di Amarone si è parlato ed assaggiato ad “Anteprima Amarone”: con la rimodulazione del disciplinare di produzione del “Ripasso” si è trovato il giusto equilibrio tra il profilo del vino, che deve corrispondere alla sua tipicità, lo stile delle aziende, le sollecitazioni del mercato e le aspettative dei consumatori. Un passaggio cruciale e dovuto per il vino della Valpolicella che è diventato l’apripista dei mercati in volume – 210.000 ettolitri nel 2015, contro i quasi 150.000 del Valpolicella e i 100.000 circa dell’Amarone, per una variazione nell’ultimo quinquennio, rispettivamente, del 46,7%, del -15,9% e del +8,1% – e secondo in valore dopo l’Amarone. «Il Valpolicella “Ripasso” – ha spiegato Marchesini – è un motore importante per la Denominazione, sia sotto il profilo commerciale sia nell’ambito degli equilibri produttivi delle Dop Valpolicella. Con circa 26 milioni di bottiglie all’anno e un ottimo rapporto qualità/prezzo, rappresenta il driver degli altri vini in molti mercati dove l’Amarone è visto come un prodotto di lusso per le occasioni speciali». 

Il metodo di produzione di questo vino rievoca il nome di una pratica antichissima della zona veronese: il “ripasso” che prevede una macerazione del vino Valpolicella con vinacce fermentate di uve appassite precedentemente utilizzate per la produzione di Amarone o Recioto. In origine questo procedimento era finalizzato a rafforzare la struttura del vino di vendemmia nelle annate meno favorevoli, successivamente si è trasformato in una vera e propria scelta stilistica delle aziende. Sei anni fa, nel 2010, la sua produzione è stata codificata da un disciplinare divenendo denominazione di origine controllata.