L’eccesso di produzione tra Emilia Romagna e Veneto abbassa il valore di liquidazione ai produttori
Anno nero per la produzione di pomodoro da industria, quello destinato in particolare alla produzione di passate e conserve: nel 2016 ha sofferto il distretto del Nord Italia che, nonostante i cali di produzione, continua a produrre la stragrande maggioranza dell’ortaggio principe della dieta mediterranea e della cucina italiana a causa dell’eccesso di produzione, superiore a quello concordato con l’industria di trasformazione.
La sovraproduzione ha causato il drastico calo delle quotazioni dell’oro rosso in campagna (-7,4%), cui si è aggiunta la penalità di due euro a tonnellata imposta dall’industria agli agricoltori per lo sforamento dell’obiettivo di produzione preventivato: dai 2.550.000 tonnellate previste, i ritiri dell’industria si sono attestati a 2.758.000 tonnellate. Conseguentemente, il liquidato ai produttori agricoli dai previsti 85,20 euro a tonnellata è sceso, penalità compresa, a 77 euro/tonn.
Se al Nord la produzione è stata eccedentaria, al Sud i produttori non hanno raggiunto l’obiettivo prefissato, tenendosi sotto del 10% specie a causa del cattivo andamento agricolo nelle campagne di Puglia e Campania. Qui, le industrie del settore si sono dovute rivolgere agli agricoltori del Nord per recuperare le quasi 200.000 tonn di prodotto mancanti al quantitativo preventivato (2.824.000 tonn).
Per il 2017 le previsioni del settore non sono rosee, con il timore di ripetere sia la riduzione produttiva del 6% già registrata l’anno scorso, sia un’ulteriore diminuzione del prezzo all’origine che obbligherebbe molti produttori a lavorare in perdita.