La coreografia e regia dello spettacolo affidata alla visione di Mauro Astolfi
Giovedì 26 gennaio (ore 21.00) l’arte coreutica torna all’Auditorium “Melotti” per il terzo spettacolo inserito nella stagione “InDanza” organizzata a Rovereto dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. Sul palcoscenico del teatro sarà la Compagnia Spellbound Contemporary Ballet con “Carmina Burana”, balletto realizzato sulle musiche di Carl Orff.
I “Carmina Burana” (oltre trecento componimenti di vario genere) vennero ritrovati in un manoscritto dell’abbazia di Benediktbeuren, da cui presero il nome. Vengono fatti risalire per la maggior parte al secolo XIII, quando non era difficile, viaggiando per la Germania e la Sassonia, imbattersi nei goliardi (da cui il nome dato dalla tradizione italiana agli studenti universitari, che in realtà hanno poco o nulla da spartire con i loro omonimi medievali) o più propriamente clerici vagantes, letterati girovaghi studiosi della tradizione poetica greca e latina, cantori del vino, delle donne, del vagabondaggio e del gioco.
Si tratta – come è possibile leggere in una nota redatta da Mauro Astolfi, coreografo e regista dello spettacolo – di poesia burlesca, impudente, sovversiva. «Si parla senza troppi veli del corpo e della sua quotidiana avventura, se ne esplicano con gioia le funzioni, non si guarda all’altrove. Tace il linguaggio della “ratio”, si dimentica il “decorum” e si osa persino irridere audacemente al divino con le cosiddette “kontrafakturen”, ossia travestimenti di inni e motivi religiosi in canti profani che suonano come parodia degli evangeli, delle formule di confessione e delle litanie. Eros, dunque, riassorbe thanatos, l’homo faber si trasforma in homo ludens».
Da questo curioso magma di scurrilità plebea e raffinatezza cortigiana Astolfi trae – o per meglio dire, deduce in piena libertà, senza alcuna intenzione filologica – una coreografia tutta giocata tra “larghi” e “sfrenatezze” (del resto, è un artista a cui il ritmo “medio” poco o nulla si addice), che agisce lo spazio quasi a volerlo contestare, divisa essenzialmente in tre momenti che scandiscono un crescendo liberatorio: si passa da una brutale aggressione sotto il cupo rombare della pioggia battente a una parte irriverente e grottesca che allude alle giullarate, per culminare infine nell’incendium cupiditatum, lo scatenamento delle passioni, che avviene nella taberna, luogo di appagamento degli istinti primari.
Due i simboli chiave di questo balletto, calati in un’inquietante atmosfera metafisica: un grande armadio e una tavola. Il primo è luogo di memorie, di segreti ipocritamente celati; la seconda è altare sacrificale della terrena voluptas, imbandita di corpi esibiti come cibarie tentatrici.
Il balletto porta la firma prestigiosa di Mauro Astolfi, sicuramente uno degli autori contemporanei maggiormente rappresentativi sulla scena europea. Impegnato come coreografo e didatta a livello trasversale, ha costruito uno suo stile e un linguaggio gestuale originali e in costante rinnovamento, frutto di una personale elaborazione di diverse forme espressive del movimento contemporaneo.
Oltre alle musiche celeberrime di Carl Orff, il compositore tedesco che nel 1937 trasse lo spunto dai “Carmina Burana” per realizzare l’opera omonima, sono presenti nello spettacolo anche citazioni da partiture di Antonio Vivaldi e brani di Aleksandar Sasha Karlic, musicista balcanico conosciuto in Italia soprattutto per le sue collaborazioni con Moni Ovadia e Dario Fo.
In scena la compagnia Spellbound Contemporary Ballet, nata come canale preferenziale per esprimere la personale concezione del linguaggio coreografico di Astolfi e oggi punto di riferimento per l’ispirazione di numerosi giovani autori emergenti. “Carmina Burana” vedrà impegnati a Rovereto nove danzatori: Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Cosmo Sancilio, Yadira Rodriguez Fernandez , Violeta Wulff Mena e Fabio Cavallo. Le scene sono di Stefano Mazzola, i costumi di Sandro Ferrone, il disegno luci di Marco Policastro.