Vaccini, per il Tar Friuli Venezia Giulia è valida la decisione del comune di Trieste circa l’obbligo per gli asili comunali

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Brandi: «una decisione doverosa supportata dall’evidenza scientifica a tutela della popolazione»

vaccino vaccinazione bambino 2Il Tar del Friuli Venezia Giulia ha respinto il ricorso presentato nelle settimane scorse da due famiglie contro la deliberazione del Consiglio comunale di Trieste che ha introdotto l’obbligo delle vaccinazioni quale requisito d’accesso ai nidi e alle scuole dell’infanzia comunali e convenzionate. Ne danno notizia l’assessore comunale all’educazione, Angela Brandi, e il direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria di Trieste, Nicola Delli Quadri.

Il Tar ha riconosciuto che quella adottata dal comune di Trieste è «una norma di prevenzione e di precauzione» in materia di salute che il Comune «può legittimamente definire e disciplinare» nel definire le regole per l’accesso ai propri asili per la «tutela della salute degli altri allievi, tenendo presente che la norma impugnata» dalle due famiglie triestine «riguarda solo le vaccinazioni obbligatorie». 

Il Tar ha deciso di compensare le spese di giudizio fra le parti per quattro ordini di motivi: «l’evidente buona fede dei ricorrenti, che agiscono per la tutela della salute dei propri figli; la parziale novità delle questioni; il mutamento della situazione obiettiva della copertura vaccinale della popolazione; il recente avvio di campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’importanza delle vaccinazioni».

Nelle motivazioni della sentenza, il Tar sottolinea che in Italia l’obbligo di vaccinazione (antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e anti epatite B) non è mai stato abrogato e che «si è solo consentita una specie di obiezione di coscienza nel senso che ove i genitori, contrariamente all’obbligo di legge, scelgano di non vaccinare i propri figli, ciò non presenta conseguenze negative per quanto riguarda l’iscrizione dei pargoli alla scuola dell’obbligo». Per il Tar, inoltre, «la libera e responsabile scelta di non vaccinare i bimbi, che comunque si pone contro la legge vigente, comporta delle inevitabili conseguenze, tra cui l’impossibilità di iscrizione agli asili comunali» laddove l’amministrazione comunale adotti «una norma di prevenzione e precauzione in materia della salute che il Comune, nel regolamentare l’accesso ai propri asili, può legittimamente definire e disciplinare». 

Nel riconoscere la legittimità della scelta del comune di Trieste, il Tar evidenzia che «non è in discussione la potestà genitoriale, ma come quest’ultima deve cedere il passo all’interesse generale. L’iscrizione a un asilo – aggiungono i giudici amministrativi – comporta di necessità la convivenza dei bambini in un ambiente ristretto, per cui la mancanza di vaccinazione, per un elementare principio di precauzione sanitaria, si ripercuoterebbe sulla salute degli altri, anche quelli con particolare debolezze e fragilità immunitarie» per cui «il pur rispettabile e tutelabile interesse individuale deve regredire rispetto all’interesse pubblico, in particolare ove si tratti di tutela della salute». 

Nella sentenza, infine, il Tar sottolinea «come in tale delicata materia la situazione oggettiva sia mutata negli ultimissimi anni, per la diminuzione della copertura vaccinale dei bambini e per l’esposizione al contatto con soggetti extracomunitari provenienti da Paesi in cui anche malattie debellate in Europa sono ancora presenti, tra cui quelle oggetto delle quattro vaccinazioni obbligatorie. Il cambiamento del contesto ha comportato anche un mutamento della sensibilità degli operatori pubblici nella sanità e degli enti preposti, tra cui – conclude – nel caso il Comune, ovviamente attento alla salute dei propri cittadini, in una materia in cui la razionalità scientifica e il pubblico interesse devono prevalere su facili suggestioni ed epidermiche emotività, pur nel pieno rispetto della libertà di ognuno».

«E’ con soddisfazione che il comune di Trieste, primo in Italia a introdurre il rispetto dell’obbligo di vaccinazione per poter frequentare asili nido e scuole dell’infanzia, si vede riconoscere la sua tesi e il suo impegno a favore della salute dei propri cittadini, soprattutto di quelli più fragili» commenta l’assessore comunale all’educazione, Angela Brandi, che esprime «un ringraziamento particolare all’Azienda sanitaria universitaria di Trieste e al suo direttore generale Nicola Delli Quadri per la preziosa collaborazione e il supporto medico scientifico».