Ruolo della Pmi, digitalizzazione e banda larga, uscita dalla crisi economica i temi del colloquio
La recente rielezione di Giorgio Merletti alla guida di Confartigianato Imprese ha rappresentato l’occasione giusta per un incontro con il presidente di Confartigianato Imprese Alto Adige Gert Lanz. Ad entrambi sono stati posti tre quesiti orientati al futuro ed incentrati sul ruolo delle Pmi a livello locale, nazionale ed internazionale, su digitalizzazione e banda larga, sull’effettiva uscita dalla crisi economica degli ultimi anni. Ecco le interessanti risposte dei due presidenti.
Le microimprese e le piccole e medie imprese costituiscono il motore dell’economia europea, ma anche realtà come l’Italia e l’Alto Adige rappresentano un esempio di questa funzione. Quali misure possono servire per fare in modo che tale ruolo venga rispettato?
Merletti: La “ricetta” è nota. Meno fisco, meno burocrazia, più credito, minor costo del lavoro. E aggiungo, stabilità politica per dare continuità a ciò che di positivo si fa per le imprese. Mi riferisco, ad esempio, alla Legge di bilancio appena approvata e che abbiamo salutato con favore perché contiene segnali di attenzione per ridurre il carico di tasse e burocrazia che frena le piccole imprese. Ma bisogna insistere in questa direzione. L’Italia potrà agganciare la ripresa soltanto se verrà adeguatamente sostenuta l’economia reale del Paese, vale a dire il sistema di 4.200.000 micro e piccole imprese.
Lanz: Non posso che trovarmi d’accordo con gli aspetti evidenziati dal presidente Merletti. Mi sento di aggiungere un aspetto, che ritengo parimenti cruciale: per centrare l’obiettivo prefissato è indispensabile poter contare su dei sistemi e delle regole che siano praticabili per le piccole imprese.
Attraverso il programma nazionale “Industria 4.0” lo Stato vuole favorire anche gli investimenti nel campo della digitalizzazione. Quali opportunità vede per l’artigianato ed in particolare per le imprese familiari di dimensioni ridotte? Come intende muoversi l’Italia in un settore importante come quello della banda larga?
Merletti: Per attuare il programma “Industria 4.0” si punta su un sistema di incentivi fiscali automatici e accessibili e tutte le tipologie d’impresa, anziché sui bandi che hanno sempre finito per tagliar fuori le piccole imprese. E’ la strada giusta perché spazza via i pregiudizi sulle piccole imprese. Finalmente un piano per innovare la manifattura italiana che fa leva sulla qualità e non sulla dimensione delle aziende. Sono state recepite le nostre sollecitazioni scegliendo di scommettere su qualità, competenze, specializzazioni territoriali come fattori competitivi sul mercato globale, indipendentemente dalla taglia aziendale che li esprime. Una delle leve principali per far decollare il piano “Industria 4.0” si chiama “banda ultra larga”, con una previsione di investimenti per 12,7 miliardi fino al 2020. E c’è veramente tanto da fare. Confartigianato ha scattato una fotografia impietosa di come è messa l’Italia. Il nostro livello di copertura e di sviluppo di reti fisse di nuova generazione è tra i più bassi d’Europa. E siamo al penultimo posto, superati soltanto da Cipro, per le condizioni di velocità della rete.
Il gap delle infrastrutture italiane penalizza proprio le imprese artigiane, metà delle quali è localizzata fuori dai grandi centri urbani e in montagna, cioè nelle aree poco coperte dalla rete. Il piano “Industria 4.0” potrebbe dare una bella scossa a questa situazione e migliorare la produttività delle imprese. Confartigianato ha calcolato che se si raggiungesse la copertura totale di banda larga nelle cosiddette ‘aree bianche’, cioè dove ora non esiste alcuna infrastruttura di questo tipo, il valore aggiunto delle micro imprese fino a nove addetti aumenterebbe del 13%.
Lanz: Attualmente sono già numerose le aziende operative in questo settore. Stiamo parlando di un comparto per molti versi ancora poco strutturato e che deve fronteggiare un gap di non poco conto quando si parla della comunicazione nei confronti dei clienti e del mercato. In generale ritengo che risulti cruciale rafforzare i nostri impegni nei confronti dell’universo digitale: questo processo deve in ogni caso avvenire in modo sensato, ovvero senza dimenticare le radici da cui arriviamo e sulle quali ha da sempre poggiato il nostro universo…
In quale direzione ci si sposterà nel 2017: la fine della crisi è all’orizzonte o la strada è ancora lunga?
Merletti: La crisi non è passata. Gli imprenditori stanno ancora cercando di uscirne con grandi sforzi. L’orizzonte, insomma, non è sgombro da nubi. Soprattutto se si considera che i prossimi mesi ed anni saranno segnati da sfide e appuntamenti importanti nello scenario politico ed economico italiano ed internazionale. E allora io dico che i rapidi cambiamenti dell’economia e della politica impongono a Confartigianato risposte altrettanto rapide, grande responsabilità nelle decisioni, nell’ascolto e nel fare circolare le idee. Dobbiamo impegnarci tutti per difendere la libertà d’impresa, valorizzare le persone, le famiglie e la coesione sociale. Dobbiamo batterci per il valore artigiano delle imprese, per il lavoro dei nostri collaboratori, la creazione di benessere, il radicamento e l’identità territoriale. Soltanto se saremo uniti e coesi, tutti quanti nel Sistema Confartigianato, potremo essere degni della fiducia che gli imprenditori ci hanno dato e continuano a darci ogni giorno.
Lanz: Fortunatamente negli ultimi anni le aziende sono cresciute sotto questo punto di vista ed hanno imparato a reagire nel modo adeguato alle situazioni che si generano nei tempi di crisi. Non è un caso se anche durante il periodo di recessione le nostre aziende artigiane sono riuscite comunque a crescere sotto il profilo degli addetti. L’importante a questo punto è proseguire lungo la strada intrapresa. Se anche in futuro punteremo sulle nostre forze e ci dimostreremo in grado di vivere con le nostre debolezze, allora riusciremo a sfruttare le svariate opportunità che il mercato ci mette a disposizione.