Tagliani scrive a Mattarella e a Padoan: «su Carife è mancata equità»
In merito alla vicenda Carife, soprattutto in relazione alle situazioni relative alle altre banche in crisi, «io, come i miei concittadini, non comprendo se il sistema che nel nostro Paese presiede alle tutele del risparmio ed oggi anche del lavoro, abbia profili non dico di equità, ma addirittura di logicità e coerenza». E’ questo il messaggio che Tiziano Tagliani, sindaco PD di Ferrara, ha inviato, con una lettera aperta, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan.
«I cittadini ferraresi – scrive Tagliani – si chiedono se in Italia sia ancora la politica a governare l’economia, o non avvenga piuttosto il contrario. Per Mps, Popolare di Vicenza, Carige e Veneto Banca sono state ideate soluzioni diverse». Il sindaco, dopo aver ripercorso le vicende della banca che hanno portato alla situazione attuale (i sindacati hanno appena respinto una bozza di accordo sugli esuberi), chiede a Mattarella e Padoan di fornirgli le «parole per rispondere ai miei concittadini. Ai nostri occhi, infatti, la vicenda Carife appare paradossale, così come è paradossale che fino ad oggi nessuno, se non i risparmiatori e i lavoratori, risponda per errori macroscopici, omissioni, ritardi che a noi risultano chiaramente imputabili alle istituzioni che hanno gestito la crisi aziendale».
Rispetto alla soluzione dei problemi di Mps e di altre banche, ha aggiunto Tagliani, «conosco la motivazione tecnica di questa disparità di trattamento: Carife è in risoluzione, le altre banche no; ma la risoluzione è la conseguenza, e non la causa, di una scelta effettuata a monte e che ha condotto alla presente situazione. Se a ciò si arriva per un errore tecnico di valutazione, una congiuntura sfavorevole nei rapporti con Bce, perché la politica non pone rimedio ad una disparità tanto evidente?»
L’appello al Capo dello Stato e al ministro dell’Economia è quindi quello di «fornirmi le parole per rispondere ai miei concittadini, vi chiedo soprattutto se chi doveva controllare, chi doveva risanare, ma soprattutto chi doveva impostare, per la crisi, ormai evidente, del sistema bancario italiano, soluzioni rispettose di quel principio di eguaglianza sostanziale dei cittadini italiani che è fondamento costituzionale del nostro Stato, abbia operato senza vincoli di responsabilità e quindi, mi sia concesso, irresponsabilmente; stabilendo così, implicitamente, il principio che possano essere adottati pesi e misure diverse a seconda della banca, della provincia o del momento in cui è stato affrontato (nel caso di Ferrara forse sarebbe più appropriato dire “affondato”) il problema».
Una bella domanda che Renzi ha nascosto sotto il tappeto e difficilmente Padoan potrà dare una risposta che sia esaustiva, se non a rischio di screditare definitivamente il suo operato alla guida (fallimentare) del dicastero.