Mini scatto delle Pmi di settore. Ordini +0,3%, soffre -0,6% l’occupazione (in particolare nell’artigianato), peggiorano le previsioni per fine anno pur rimanendo positive
Nel terzo trimestre 2016, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, il fatturato delle imprese di costruzioni interrompe la contrazione dei primi sei mesi e registra una lievissima crescita. In questo caso dello +0,1%. L’analisi congiunturale sul settore delle costruzioni, promossa congiuntamente da Edilcassa Veneto e Unioncamere del Veneto, è stata effettuata su un campione di 600 imprese con almeno un dipendente.
Prosegue l’alternanza di cali e crescite dello “zero virgola” nei fatturati dell’edilizia veneta, sintomo di un settore che non riesce proprio a scrollarsi di dosso questa lunga fase di difficoltà. Ma c’è una piccola ma significativa novità: si riduce nel terzo trimestre 2016 la differenza tra andamenti delle imprese artigiane e non artigiane, con un valore positivo per entrambe, pari a +0,1% per le imprese artigiane e +0,2% per le non artigiane. Dopo una fase nella quale la ripresa del settore era stata sentita solo dalle imprese non artigiane, il terzo trimestre 2016 sembra indicare una stabilità complessiva del mercato, pur in una dinamica congiunturale che presenta un incremento tanto lieve quanto poco significativo. Unico dato positivo, in uno scenario nel quale un incremento dello 0,1% non è qualificabile come un segnale di ripresa ma di stabilità, è il valore “più” per entrambi i settori, che in ottica di lungo periodo può far sperare in un debole incremento positivo anche per i prossimi mesi.
Osservando la dinamica per classi dimensionali emerge ancora una variazione negativa per le imprese di più piccole dimensioni, -0,3% le piccole imprese (fino a 5 addetti), mentre in positivo le medie (+0,7% quelle da 6 a 9 addetti) e quelle di grandi dimensioni (+0,4% quelle con più di 10 addetti). A livello provinciale risulta ancora negativa, ma in miglioramento, Vicenza (-1,5% a fronte del -2,35 del trimestre precedente), mentre Padova dopo il dato negativo del II° trimestre fa segnare un -0,1%. Benino Venezia (+0,6%), Belluno (+0,5%), Rovigo (+0,4%) e Treviso (+0,2%) tutte in campo positivo.
Anche se la crisi sembra ormai alle spalle, la situazione di difficoltà permane in quanto il mercato non sembra garantire una ripresa trainata da adeguati investimenti. Sarà strategico comprendere le prossime mosse del Governo in tema di incentivi, in attesa dello sblocco del patto di stabilità.
«La dinamica del fatturato delle imprese di costruzioni – commenta Giuseppe Fedalto, Presidente di Unioncamere del Veneto – rimane piatta ed evidenzia una situazione ancora molto incerta. Pur accusando qualche difficoltà verso una vera e propria ripresa, il mercato delle costruzioni si mantiene comunque su livelli stabili, che tuttavia stentano a rafforzarsi. Le previsioni per i prossimi tre mesi non sembrano migliorare, in particolare per il mercato residenziale dove prosegue la frenata degli investimenti. Tuttavia – continua Fedalto – qualcosa si muove: a seguito del sisma in centro Italia, si osserva una maggiore attenzione agli investimenti nelle costruzioni da parte pubblica e si sta discutendo (finalmente) di una nuova politica industriale per il patrimonio edilizio italiano, con al centro nuove risorse per la rigenerazione urbana. E questo è di buon auspicio per tutto il settore».
«L’edilizia sta mostrando qualche segnale positivo e probabilmente siamo ad una svolta – afferma Enrico Maset, presidente di Edilcassa Veneto –, tuttavia è presto per parlare di ripresa. Ed è proprio in questo momento che da un lato serve prudenza e da un altro servono certezze, da quelle fiscali sui bonus per le ristrutturazioni, a quelle normative. In questo senso è un’ottima notizia che qualche ora fa il Consiglio Regionale del Veneto abbia prolungato sino a fine 2018 il piano casa regionale. Ma molto può già essere fatto in sede di finanziaria regionale e ci aspettiamo in questo senso elementi positivi per le nostre imprese. Ma un aiuto concreto alle piccole imprese lo deve dare il sistema bancario e finanziario, che fino ad oggi è rimasto al palo. La ripresa ci sarà se ognuno farà la sua parte».
Entrando nel dettaglio dell’indagine, l’andamento degli ordini rimane pressoché stabile, con una variazione del +0,3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Le imprese non artigiane hanno segnato una variazione più marcata (+0,6%) rispetto a quelle artigiane (+0,1%) che però risultano in miglioramento rispetto allo scorso trimestre dove avevano segnano una diminuzione (-0,5%). Sotto il profilo dimensionale le piccole imprese presentano una variazione negativa (-0,2%) bilanciata dall’andamento positivo delle medie e grandi imprese (rispettivamente +1,1% e +0,6%).
A livello territoriale ad esclusione di Vicenza e Padova che hanno registrato variazioni negative (-0,7% e -0,4%) le altre province hanno evidenziato variazioni positive. In particolare spicca la variazione di Venezia con un aumento del +1,2% seguita da quella di Rovigo (+0,8%) e di Treviso (+0,7%).
Il livello dei prezzi ha registrato un aumento del +1,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Le imprese artigiane hanno accusato una crescita del +1,2 per cento mentre quelle non artigiane del +1,1%. Per quanto riguarda il profilo dimensionale, come accaduto lo scorso trimestre, l’aumento dei prezzi è stato più marcato per le imprese di media e piccola dimensione (rispettivamente +1,3% e +1,2%), a seguire le grandi imprese (+1%). A livello territoriale a soffrire maggiormente dell’incremento dei prezzi sono Treviso (+1,9%) e Padova (+1,7%) mentre sono risultate sotto la media regionale le variazioni delle altre province.
L’occupazione ha registrato una diminuzione del -0,6% su base annua determinata dalla variazione particolarmente negativa delle imprese artigiane (-1%) mentre quelle non artigiane risultano in lieve ribasso (-0,3%). A livello dimensionale la perdita occupazionale interessa le imprese di piccole dimensioni (-2,3%) che risultano in contrapposizione con le variazioni positive delle medie imprese (+1,8%). Stabile la situazione delle imprese di grandi dimensioni. Sotto il profilo territoriale il dato occupazionale registra variazioni particolarmente negative per la provincia di Treviso (-3%) seguita da Rovigo (-0,9%) mentre spicca positiva quella di Padova (+1%).
Le previsioni sull’andamento del mercato residenziale per i prossimi tre mesi sottolineano il perdurare di una frenata degli investimenti in questo settore e peggiorano rispetto a trimestri precedenti. L’inversione di tendenza tanto attesa da molti operatori non si è concretizzata e anzi si acuiscono le attese negative. Come deboli rimangono gli indicatori sul fronte dell’edilizia non residenziale di nuova costruzione, nonostante alcune buone performance di settori come il commerciale nei trimestri precedenti.
Anche nel terzo trimestre rimangono stabili le aspettative delle imprese per il mercato delle ristrutturazioni, con un dato pari a +34,7 punti percentuali, simile a quello del trimestre precedente, che conferma ormai da un anno il valore medio delle aspettative, un valore di circa 16 punti percentuali superiore a quello del primo trimestre 2015, segno ormai del definitivo consolidamento di questo mercato. E’ un mercato che presenta aspettative positive anche in ragione degli effetti sull’allargamento delle defiscalizzazioni, che amplia il giudizio positivo delle imprese, soprattutto di quelle artigiane, che vedono in questo settore l’unico ambito di lavoro positivo per il futuro. Dal punto di vista territoriale le aspettative migliori le registrano le province di Vicenza, Venezia e Padova, mentre meno positive sono le province di Rovigo e Belluno.
Per il settore delle opere pubbliche in aumento le aspettative delle imprese che si attendono un mercato invariato, con l’81,9% dei rispondenti che si attende. Previsioni stazionarie (oltre quattro imprese su cinque vede il mercato stabile), segno probabilmente del perdurare di aspettative inizialmente non troppo positive rispetto all’introduzione del nuovo codice degli appalti, che come noto ha creato un blocco rilevante su tutto il comparto come certificato da ANAC, ma anche di una normalizzazione in corso che potrebbe essere più positiva nei prossimi mesi, con lo sblocco del patto di stabilità a partire dal 1° gennaio 2017.