Campolo: «l’Europa così non funziona e non ci rassegnamo ad un ritorno al passato. Si deve accelerare il processo di integrazione tra stati»
«Stiamo costruendo la rete europea del Partito democratico, mettendo in connessione in tutta Italia le persone convinte che l’Europa sia politica interna e che vogliono impegnarsi per una maggiore integrazione tra gli stati membri». Così si espressa Benedetta Brighenti, copresidente dell’associazione “Eudem”, aprendo a Padova la riunione dei promotori del nuovo sodalizio anche nel NordEst cui hanno preso parte esponenti veneti, emiliani e friulani che hanno deciso di organizzarsi territorialmente con propri referenti.
Nell’incontro si è dibattuto sui contributi che possono portare “Eudem” a svolgere in modo efficace la propria funzione: dalla necessità di raccogliere la sfida culturale e dare una dimensione di lotta politica per definire un pensiero di sinistra, espressa da Marco Lombardo, consigliere comunale a Bologna, all’obbligo di ripensare la funzione del Pd secondo le nuove linee di frattura “globalizzazione vs nazionalismo”, rimarcata da Enrico Peroni, segretario cittadino di Vicenza.
L’associazione ha l’intento di influenzare in senso europeista la politica del Pd e vuol mettere a disposizione dei circoli e delle federazioni Dem gli strumenti di informazione e di formazione per creare una maggiore consapevolezza europea. E’ stato già aperto un blog, all’indirizzo www.eudem.org, ed avviata una rubrica “Lo stato dell’Unione”, sul sito on line de “L’Unità”, mentre è in via di definizione l’apertura di uno spazio informativo sul portale “Eunews.it”.
Nel primo semestre 2017, “Eudem” organizzerà momenti di formazione, uno dei quali nel NordEst, sui temi dell’economia digitale e dell’industria 4.0. «Siamo convinti che l’Europa così non funzioni – ha detto Stefano Campolo, componente del direttivo e coordinatore di “Eudem” NordEst – a non ci rassegniamo al ritorno al passato. L’Europa ha rappresentato un orizzonte di pace, di stabilità e di sviluppo negli ultimi 60 anni. Il processo di integrazione deve essere accelerato, non bloccato».