Bonomo: «un dato straordinario che non deve illudere, ma da una grande speranza»
«Nei cieli di Russia, soprattutto di questi tempi, una “rondine non fa primavera”, ma di certo riempie di speranze gli occhi dei nostri straordinari imprenditori». Ricorre alla parafrasi di un famoso detto popolare, Agostino Bonomo, neo presidente di Confartigianato Imprese Veneto nel commentare il dato un po’ sorprendente del boom di export da parte delle imprese venete della moda verso il Paese caucasico nel primo semestre del 2016 dopo almeno due anni di crollo a doppia cifra.
Da Mosca arrivano infatti i primi importanti segnali positivi che fanno sperare in una ripresa della domanda di “Made in Italy” nel Paese dopo gli anni delle assurde sanzioni che hanno penalizzato oltremodo l’economia del NordEst.
Secondo i dati dell’osservatorio sull’export regionale dell’ufficio studi di Confartigianato Imprese Veneto, le importazioni di moda (abbigliamento, pellicce, scarpe e borse ma anche tessuti) in Russia dal Veneto sono cresciute di ben il 19,6% passando in sei mesi da poco più di 79 milioni di euro a quasi 94.700.000 euro.
«Un balzo di oltre 15 milioni – sottolinea Bonomo – che non deve illuderci troppo purtroppo. I settori coinvolti pur rappresentando il meglio delle nostre produzioni – non a caso l’abbigliamento è la seconda voce del nostro export verso la confederazione dopo i macchinari e apparecchiature nca – pesano nel complesso per poco più del 19% del totale delle nostre vendite in terra russa che, a giugno di quest’anno, ammontavano a 519 milioni di euro con un calo del -3,4% nei sei mesi. In particolare da giugno 2014, data pre sanzioni europee, le nostre aziende hanno visto calare le vendite del 41%. Un gap che sarà durissimo colmare».
Guardando i dati, emerge che, nella moda, la maggiore crescita l’hanno registrata i prodotti in pelle (calzature, borse etc) con un balzo del +24,2%, seguito dall’abbigliamento +12,1% ed i prodotti tessili con un +0,9%. La moda per altro non è il solo settore ad entrare in capo positivo. Molto interessanti ad esempio la crescita del 75,8% degli autoveicoli, il +70,7% dei prodotti di metallurgia, il +52,1% degli altri mezzi di trasporto, il +32,9% dei prodotti in gomma e plastica ed il +15,2% dei prodotti chimici
«Non è facile dire quali siano i fattori alla base di questo fermento nel Paese che fino a poco tempo fa ha rappresentato uno dei mercati più problematici per il “Made in Italy” – conclude Bonomo -. Sono convinto però che la qualità e particolarità delle lavorazioni venete siano un valore aggiunto acquisito che ci pone in prima fila per quando l’economia di quel paese riprenderà a crescere. Ma da soli gli imprenditori non ce la possono fare. Auspico che nel frattempo la Politica Europea in primis ma anche quella italiana, valutino con attenzione una riduzione del regime sanzionatorio verso la Russia che potrebbe rilanciare le nostre vendite in modo straordinario visto le premesse».