A Monfalcone nei cantieri Fincantieri varo tecnico della MSC Seaside

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Vale 700 milioni di euro. Consegna estate 2017. Destinazione Caraibi 

 

fincantieri costruzione msc seasideVaro tecnico nei cantieri di Monfalcone (Gorizia) la nave da crociera “Msc Seaside”, la più grande nave da crociera mai realizzata in Italia, che la Fincantieri sta costruendo per Msc Crociere. La nave ha una stazza lorda di 154.000 tonnellate, 2.067 cabine e un valore di 700 milioni di euro; può trasportare 5.179 passeggeri e sarà consegnata nell’estate 2017. Opererà nei Caraibi con Miami (Usa) come “home port”.

Alla cerimonia del varo tecnico hanno partecipato l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, e il presidente esecutivo di Msc Crociere, Pierfrancesco Vago, che hanno ricordato che “Msc Seaside” è la prima di due meganavi da crociera che Fincantieri sta costruendo per Msc Crociere che ha un’opzione anche per una terza nave della stessa classe. 

“Msc Seaside” si caratterizza, oltre che per le dimensioni, per una serie di innovazioni, come un unico livello di passeggiata a 360 gradi sull’oceano, ascensori panoramici in vetro, un ponte di 30 metri sul ponte superiore e il 76% delle cabine posizionate all’esterno della nave con balcone privato vista mare. Avrà 11 ristoranti tematici, due buffet aperti 20 ore al giorno, un teatro da 934 posti con quattro spettacoli per ogni sera, un parco acquatico interattivo con quattro scivoli e un percorso avventura lungo 120 metri. Per costruirla stanno lavorando da maggio 2014 oltre duemila persone tra maestranze dirette e indirette, per dieci milioni di ore di lavoro, alle quali si aggiungono 1.300 unità nei mesi di picco.

Msc Crociere, la più grande compagnia di crociere a capitale privato al mondo, investirà, secondo quanto affermato da Vago, 9 miliardi di euro per la costruzione di 11 navi da crociera di prossima generazione che entreranno in servizio tra il 2017 e il 2026. L’obiettivo della società «è passare dai 1,8 milioni di passeggeri del 2016 ai cinque milioni di passeggeri previsti per il 2026. Siamo partiti nel 2003 con la prima nave e 100.000 passeggeri – ha detto Vago. – Abbiamo investito 6 miliardi di euro nella costruzione di nove navi e siamo cresciuti dell’800% grazie alla capacità del gruppo non solo di attivare sinergie fra i vari settori di attività, ma soprattutto di disegnare prototipi e creare grande innovazione, come stiamo facendo con la “Seaside”, la più grande nave da crociera mai costruita in Italia».

Vago ha anche ricordato come «con una strategia razionale e condivisa, una giusta attenzione delle istituzioni e della politica centrale e la destinazione delle risorse alle giuste infrastrutture la “blue economy”, l’economia del mare, potrebbe dare grandi soddisfazioni all’Italia. L’Italia ha un’industria marittima che rappresenta il 3,5% del Pil e della quale forse si parla poco: nel 2015 ha avuto una ricaduta, diretta e indiretta, sull’industria italiana per 123 miliardi di euro, con 850.000 occupati in 185.000 imprese distribuite equamente al Sud, al Centro e al Nord. Lo scorso anno sono sbarcati nei porti italiani 11,5 milioni di turisti e ciascuno di loro ha lasciato sul territorio una media di 80 euro: basta questo per comprendere che sono numero importantissimi». 

Il presidente esecutivo di Msc Crociere si è soffermato anche sulle ricadute occupazionali: io credo molto in un’economia reale che dà lavoro e crea valore per l’economia italiana. Il gruppo Msc, che nel 2016 in Italia ha generato una ricaduta economica di 5 miliardi di euro, con 10.000 dipendenti, è sempre cresciuto a doppia cifra e non ha mai licenziato un solo lavoratore, è orgoglioso di poter contribuire in modo determinante a questo settore. Abbiamo progetti ambiziosi per il futuro che sono destinati a generare ulteriore impatti economici e occupazione attraverso investimenti sia nel comparto crociere che delle altre aree nelle quali siamo impegnati in Italia, dal cargo, ai traghetti fino alla gestione di terminal».

Assieme all’amministratore delegato di Fincantieri Bono, Vago ha allargato il discorso alla cantieristica nazionale: «la cosa più importante e urgente da chiedere alla politica è tenere in Italia il complesso di conoscenze per la costruzione di navi così complesse. Molti cantieri nel mondo vorrebbero costruire navi così belle e complesse. Bisogna assicurarci che questa professionalità rimanga nella coscienza italiana per l’impatto che ha sul Paese e sulla sua economia. L’Asia ci fa paura – ha concluso Vago – ci ha insegnato che potrebbe portare via questa conoscenza e questo sarebbe un danno enorme per il Paese».

Oltre alla “Seaside”, Msc ha in costruzione con Fincantieri un’altra meganave da crociera (la gemella “Msc Seaview”), ciascuna del valore superiore ai 700 milioni di euro, in consegna a giugno 2017, la prima, e a dicembre 2017, la seconda. «Trattandosi di prototipi, stiamo comunque valutando di innalzare il livello di innovazione da introdurre – ha spiegato Vago -. Con la consegna della “Seaview” a fine 2017, acquisiremo esperienza e potremo capire bene cosa potremo migliorare per spingerci per il 2021 per la consegna possibile dell’opzione che stiamo valutando per la terza nave». 

Bono ha parlato di strategie internazionali: «c’è la necessità di un consolidamento dell’industria cantieristica al pari di altri settori europei, e credo che il governo lo condivida, non perché lo ha detto a me, ma perché lo hanno detto nell’ultimo incontro bilaterale italo-francese a Venezia sia Holland e sia Renzi. Quindi prendiamo atto che hanno riflettuto su questa necessità che doveva essere fatta. Abbiamo sempre detto che vorremmo partecipare al consolidamento dell’industria cantieristica europea – ha proseguito Bono -. Siamo abbastanza grandi e il nostro è un modello vincente che ci ha permesso di superare tante crisi. Pensiamo però che in una competizione globale siamo ancora troppo piccoli e che dal “campione nazionale” bisogna passare almeno al “campione europeo”. Tutto quello che ci porta alla realizzazione di un’azienda europea di grandi dimensioni che può combattere e competere sul mercato globale è il benvenuto. Quello che ci preme – ha concluso Bono – è far capire che anche l’Europa deve cambiare e deve competere con il resto del mondo. Non devono essere solo l’Italia, la Francia o la Germania a competere, ma anche l’Europa. Tutto il resto è miopia. E noi come Fincantieri abbiamo le carte in regola per giocare un ruolo di integratore a livello europeo».