Lorenzin visita centro Protonterapia e il Nucleo elicotteri provinciale a Trento

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PAT lorenzin a Trento visita protonterapia zeni amichetti bordon 2
«Protonterapia con i nuovi Lea deve entrare al più presto a pieno regime. Struttura importante per la salute di tutti i cittadini italiani»

 

PAT lorenzin a Trento visita protonterapia zeni amichetti bordon 2Due eccellenze trentine – il Nucleo elicotteri della Provincia e il centro di Protonterapia dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari – al centro della visita in Trentino della ministra della salute, Beatrice Lorenzin.

Dapprima, il ministro ha incontrato il presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi, e gli assessori Luca Zeni (sanità) e Tiziano Mellarini (protezione civile), che le hanno illustrato le modalità di intervento del Nucleo elicotteri ed in generale del Servizio 118 Trentino Emergenza, capace di operare anche di notte e in tutte le condizioni critiche. 

Successivamente, accompagnata dall’assessore alla salute, Lorenzin si è recata al centro di Protonterapia. Accolta dal direttore dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari Paolo Bordon, dal direttore dell’Unità operativa di Protonterapia Maurizio Amichetti, Lorenzin ha ribadito che l’intesa sui Lea  (Livelli essenziali di assistenza, raggiunta in seno alla Conferenza Stato-Regioni lo scorso settembre e attualmente all’esame della Commissione della Camera) diventerà operativa a breve, probabilmente entro il prossimo 1 gennaio. Ciò consentirà a pazienti affetti dalle patologie tumorali individuate dagli stessi Lea, provenienti da tutta Italia, di curarsi nel centro di Trento, con la copertura del servizio sanitario nazionale. «E’ bene che questa struttura sia accessibile ai pazienti provenienti da tutta Italia nel più breve tempo possibile», ha sottolineato il ministro, che ha ricordato come in tutto il mondo ci siano solo 47 centri come quello di Trento e solo altri 2 in Italia.

«La nostra è un’azienda a cui piace innovare e guardare avanti – ha detto Bordon – anche per mettere a disposizione la sua esperienza a livello nazionale». Gli ha fatto eco l’assessore Zeni, che ha sottolineato come la qualità della sanità trentina sia dovuta in primo luogo alla capacità di chi lavora di mettersi continuamente in discussione, di imparare, di capire. 

Lorenzin si è soffermata sui tempi di aggiornamento dei Lea: «quando ho saputo che in Italia c’era un centro cosi mi sono sentita molto orgogliosa. Ho provato anche una certa rabbia per le difficoltà dei pazienti di altre regioni  nel potervi accedere. Per questo motivo ho insistito ad inserire nel più breve tempo possibile questa gamma di terapie nei nuovi Lea, che da 15 anni attendevano di essere rivisti». Evidentemente, c’è qualcosa che non funziona nella trasmissione dell’informazione tra assessorato provinciale alla sanità, pattuglia parlamentare trentina e lo stesso ministero alla salute, visto che sono quasi due anni, ovvero da quando il centro di Protonterapia è stato ultimato, che i politici trentini “spingono” per l’adeguamento dei Lea, al fine di aprire anche ai cittadini di tutt’Italia (non solo a quelli del Trentino Alto Adige e del Veneto che si sono convenzionati con il centro) e giustificare così gli investimenti effettuati dalla provincia di Trento in totale autonomia. Comunque sia, l’importante è che il centro di Protonterapia non sia una cattedrale nel deserto: Lorenzin guarda anche oltre i confini nazionali, auspicando che oltre a quelli italiani «possano beneficiare di questa struttura anche i pazienti esteri aumentandone così la produttività».