Bonaccini: «si tutela salute pubblica e bimbi più deboli». A favore PD, No di M5S e astenuti Sel, LN, FDI, FI
Adesso è legge, ed è la prima varata da una Regione italiana: per poter frequentare gli asili nido dell’Emilia Romagna i bambini dovranno essere vaccinati. Lo prevede la legge della Giunta regionale di riforma dei servizi educativi per la prima infanzia, approvato dall’Assemblea legislativa.
Nel ridisegnare i servizi 0-3 anni, la norma introduce come requisito d’accesso ai servizi «l’avere assolto gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente», e quindi aver somministrato ai minori l’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica e l’antiepatite B. «La nostra legge è a tutela della salute pubblica – ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – cioè delle nostre comunità, e soprattutto dei bambini più deboli, quelli che per motivi di salute, immunodepressi o con gravi patologie croniche, non possono essere vaccinati e che sono quindi più esposti a contagi». Con questa misura, per Bonaccini, si apre la strada perché anche altre regioni seguano l’esempio, specie in considerazione della realtà che vede una pressione immigratoria irregolare sempre più marcata, con persone positive a malattie ormai eradicate dal territorio nazionale che rischiano di diffondersi nuovamente in caso di mancata difesa.
La legge è stata approvata con 27 voti favorevoli (Pd), 5 no (M5s) e 10 astenuti (Sel, Ln, Fdi, Fi). L’articolo 6, quello che introduce l’obbligatorietà dei vaccini, è stato votato da Pd, Sel, Fdi, Fi; contrario il M5s, astenuta la Ln. «In Emilia-Romagna la percentuale di bambini vaccinati è notevolmente diminuita negli ultimi anni – prosegue Bonaccini – dal 2014 è scesa al di sotto del livello di sicurezza del 95% e nel 2015 la copertura per le quattro vaccinazioni obbligatorie ha raggiunto il 93,4% rappresentando un potenziale rischio per la salute della collettività. I genitori hanno cambiato atteggiamento verso le vaccinazioni pediatriche, soprattutto per via di informazioni non corrette e prive di basi scientifiche che vengono diffuse in particolare online. Viceversa, noi abbiamo deciso che la salute delle persone va garantita e protetta, non lasciata a improbabili convinzioni o, per usare le recenti parole sui vaccini del presidente Repubblica, Mattarella, a sconsiderate affermazioni prive di fondamento».
La percentuale di vaccinati che garantisce la migliore protezione a tutta la popolazione deve essere superiore al 95%, limite indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). In Emilia Romagna tale copertura è stata del 93,4% nel 2015 dopo essere scesa al di sotto di quella richiesta nel 2014, quando arrivò al 94,5%. Per l’assessore alle politiche per la salute, Sergio Venturi, «i vaccini sono una delle più importanti scoperte scientifiche nella storia della medicina e rappresentano lo strumento più efficace e sicuro, a livello individuale e collettivo, per proteggere le persone, in particolare i bambini».
Per quanto riguarda più in generale i servizi educativi per la fascia di età da 0 a 3 anni, la riforma tocca un sistema regionale fatto di 1.199 servizi per oltre 32.500 bimbi iscritti. Punti cardine della nuova legge sono più garanzia dell’equità e della qualità dei servizi, peraltro sottoposti a processi di valutazione; l’accreditamento delle strutture private, sinora mai attuato, che viene semplificato ma reso più efficace e che si aggiungerà all’autorizzazione, per un’offerta educativa più trasparente; la formazione del personale e la nuova collocazione dei coordinamenti pedagogici presso i comuni capoluogo a seguito del superamento del ruolo delle province.
L’obbligo di vaccinazione per l’accesso ai servizi educativi 0-3 anni attiene a un principio di «responsabilità sociale» sui bambini, per «impedire che le malattie circolino», soprattutto per i piccoli più deboli che non possono vaccinarsi. Lo ha detto in Assemblea legislativa la relatrice di maggioranza della legge sui “Servizi educativi per la prima infanzia” Francesca Marchetti (Pd), in un confronto serrato in aula con la relatrice di minoranza, Raffaella Sensoli del Movimento 5 stelle, che ha parlato invece della legge come di una «nebbia di parole». L’esternalizzazione dei servizi, secondo la consigliera riminese del M5s, vede «la Giunta decidere da sola e aprire spazi al privato sociale» col risultato di «ridurre la qualità dei servizi pubblici». Tesi respinta da Marchetti in replica che ha invitato a «dire basta con questa contraddizione tra pubblico e privato. La Regione Emilia-Romagna offre un sistema integrato dei servizi. Qua si banalizza una competizione che non ci appartiene più da tempo».
Alla fine la legge è passata col sì del Pd e di Fdi-An, Fi e Sel sull’articolo 6, quello che riguarda le vaccinazioni obbligatorie (astenuta la Lega, contrario M5s). Sull’impianto complessivo della legge, oltre al sì dei democratici, va registrata l’astensione di Sel, Fdi-An, Lega e Fi e il voto contrario del M5s.