In Friuli Venezia Giulia, secondo Bankitalia, crescita in lieve aumento

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impennata dei prezzi Bosch 2011 impianto Bari apparecchiature industriali
Gli investimenti rimangono deboli legati alla congiuntura che rimane molto incerta

 

Bosch 2011 impianto Bari apparecchiature industrialiNel corso del 2016 l’attività economica del Friuli Venezia Giulia è «lievemente aumentata», con produzione e vendite nell’industria leggermente cresciute nei primi sei mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il quadro emerge dall’indagine della Banca d’Italia su un centinaio di imprese con sede in regione e almeno 20 addetti, secondo le quali nei primi nove mesi del 2016 prevalgono indicazioni di un aumento del fatturato.

Gli investimenti tuttavia sono rimasti deboli, anche se per un certo numero di imprese l’anno dovrebbe chiudersi con un lieve aumento di capitale. Gli esiti dell’indagine,  sono stati illustrati dal direttore della sede di Bankitalia per la regione, Giuseppe Manitta. Le vendite estere hanno mostrato una crescita, sospinta dalla cantieristica, in forte espansione (+51,4%), e dalla meccanica (+5,8%); negativi il settore della siderurgia (-3,8%) e quello dei mobili (-3,7%).

Nei servizi, il commercio al dettaglio continua (+2,1%) il recupero cominciato nel 2015. L’espansione del traffico merci presso il porto di Trieste è proseguita (+4,7%). I flussi turistici stranieri sono aumentati del 3,2%, quelli italiani sono stabili. Nella prima metà del 2016 si sono invece interrotti i deboli segnali di ripresa dell’attività edilizia, che segna un -0,8%. Sul mercato immobiliare si sono intensificati gli scambi (+19,7%), tornando a livelli del 2011, accompagnati anche dall’aumento dei mutui per l’acquisto di abitazioni (+32,8%), ma con prezzi ancora ristagnanti. I segnali di miglioramento dell’occupazione, manifestatisi nella seconda metà dello scorso anno, si sono attenuati, con un +0,6% nei primi sei mesi; il tasso di disoccupazione è in calo (7,6%) grazie alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro. 

Per quanto riguarda i finanziamenti bancari a famiglie e imprese residenti, nei primi sei mesi del 2016 sono risultati nel complesso stabili. I prestiti alle famiglie consumatrici sono cresciuti dell’1,4% riflettendo l’espansione dei flussi di nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni – sospinti dalla componente a tasso fisso – e del credito al consumo. Il credito alle Pmi è calato del 3,4%, mentre si riscontra un lieve aumento di quello alle aziende medie e grandi (+0,4%); a livello settoriale l’aumento è rimasto circoscritto alla manifattura (+1,2%). Tra le cause, la limitata spesa per investimenti e la crescita delle disponibilità liquide delle imprese. La qualità del credito è migliorata sia per le famiglie sia per le imprese, ad eccezione del comparto delle costruzioni. Prosegue infine la crescita dei depositi bancari (+4,2%) delle famiglie e delle imprese.